Lacryma Christi 1993 doc, la leggenda di Mastroberardino


Lacryma Christi 1993

Quando l’avvocato Sergio Sbarra ha tirato fuori dal frigo di Paolo Gramaglia la bottiglia che aveva portato da casa anche Piero Mastroberardino è rimasto sorpreso: davvero non pensava che potesse esistere una bottiglia di Lacryma Christi del Vesuvio bianco del 1993 non stappata.
Alt, un momento, resettiamo. In quell’epoca il Lacryma era stato preso per i capelli proprio da Antonio Mastroberardino che aveva scritto il disciplinare. C ome tutti i bianchi, si vinificava molto semplicemente in acciaio e poi si metteva in commercio prima di Natale per lo spaghetto della Vigilia.
Quindi questa bottiglia che ha navigato dall’agricoltura di quantità a quella di qualità, quando manco esistevano internet e i cellulari erano ancora poco diffusi perchè molto costosi, è stata aperta con trepidazione nella sala del President di Pompei a conclusione del festeggiamento per la stella Michelin e il Cappello Espresso che ha chiuso una stagione magnifica per questa storica cucina di riferimento all’ombra del Santuario.
Il colore giallo intenso, un po’ come i vini macerati degli ultimi anni non ha però creato nessun imbarazzo quando si è messo il naso nel bicchiere: meravigliosi sentori di pasticceria, bucce di agrumi candide alla moda siciliana, frutta gialla sotto spirito. Un naso ricco e vivace, piegato sulla sensazione dolce a cui ha fatto da contraltare una beva ancora ricca di energia, fresca, sapida, lunga, potente. Una meraviglia sullo spaghetto al pomodoro preparato in devozione a fine serata con un piennolo salsato di quelli buoni.
Queste esperienze servono soprattutto a rivelare il Dna del vino bianco campano: anche se pensato per tre mesi, ha un fisico capace di resistere ben 23 anni e se Sergio Sbarra non avesse generosamente donato questa reliquia per una serata speciale tra amici, sicuramente avrebbe avuto ancora qualcosa da raccontare nei prossimi anni. Pensate allora cosa saranno i Lacryma moderni, coltivati e vinificati in modo completamente diverso. Un Vesuvio da godere e da aspettare.