L’Aglianico “emigra” in California!


USS Midway, museo delle portaerei-San Diego

di Roberta Raia

Ramona (California), è novembre, si vendemmia! Non è certo una novità per l’ Aglianico; la novità vera è che lo si fa ad una temperatura di 32 °C, parametro assai insolito se lo si paragona ai 15 °C novembrini di casa nostra. Dunque: a novembre si raccoglie Aglianico in California.

Siamo a “Principe di Tricase winery” un’azienda sita a Ramona, piccola cittadina di ventimila abitanti a circa 60 Km da San Diego. Il proprietario è l’eclettico Alfredo Gallone, imprenditore napoletano, partito alla volta della California nel 1980.
Alfredo si è sempre occupato, con successo, d’ investimenti immobiliari, ma nel contempo ha sempre mantenuto vivida la passione per la campagna.

 

paesaggio

Chi la dura la vince… infatti, nel 2006, con una straordinaria intuizione tipicamente napoletana, Alfredo acquista una “Christmas tree farm”, cioè un’azienda che “alleva” alberi di Natale. In un primo momento appaga il suo desiderio di natura, senza, d’altronde, sfamarlo completamente; così decide di espiantare circa 2 ettari della sua terra per coltivare la vite. Inizia ad apprendere e praticare, nel suo vigneto sperimentale, le tecniche di potatura e gestione della vigna, insieme al suo amico Aniello Maresca, venuto dall’ Italia per  consigliarlo e supportarlo in quest’ esperienza.

Stanco di bere Cabernet e Shira, e spinto dall’amore per le origini, Alfredo decide di piantare  Aglianico.

filare di uva Aglianico

Inizia la sua spasmodica ricerca; nel corso dei sui viaggi in Italia non perde occasione per degustare e visitare cantine. Il suo obiettivo è chiaro: ha intenzione di produrre Aglianico in California e lo farà nel migliore dei modi; ma, per riuscirvi, deve prima focalizzare un suo modello da poter poi riproporre negli Stati Uniti.

Ben presto lo trova!!!

Alfredo Gallone resta favorevolmente impressionato da un Aglianico del Taburno: è questo il vino che vuole produrre a Ramona. In tali circostanze nasce l’incontro con Maurizio De Simone, noto enologo campano. Di passione e caparbietà  Alfredo ne ha tanta, ma ha bisogno di tecnica e conoscenza; così inizia il sodalizio tra i due.

Alfredo e Maurizio

Il progetto e sogno di Alfredo è quello di condurre un’azienda in grado di seguire protocolli viticolo-enologici che siano rispettosi dell’ambiente e che, allo stesso tempo, rivanghino storia, cultura e tradizione della sua terra natale; nella sua città di adozione.

In più spera di riuscire a creare nella sua azienda un punto di ritrovo che funga da approfondimento per la degustazione dei vini campani, così da divulgare la nostra eno-cultura in California. In parole semplici, dice Alfredo:” Desidero “importare” un po’ della Campania tra le recinzioni della mia azienda, per potermi sentire sempre a casa!”

 

Alfredo Gallone, Maurizio De Simone e Giuseppe Colangelo (viticoltore)

Alfredo e Maurizio De Simone viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda, decidono di collaborare nell’ applicazione delle tecniche di vinificazione che più si confanno all’ Aglianico, in relazione al clima ed al territorio di Ramona.

Gli interrogativi sono tanti, così come le perplessità. Maurizio De Simone ci da alcuni chiarimenti tecnici:

“Siamo in un territorio collinare a ridosso dell’oceano, terreno prettamente sabbioso con clima secco e caratterizzato da fortissime escursioni termiche tra giorno e notte: nel periodo di maturazione, prima decade di novembre, possiamo osservare oltre 15°C di differenza. Ciò rende estremamente favorevoli le condizioni di maturazione dell’Aglianico. Infatti, si registrano concentrazioni zuccherine superiori ai 25°Brix, con perfetta maturazione fenolica; le uve si presentano con maturazione omogenea e dalle bucce consistenti.

 

uva aglianico

La tecnica di vinificazione stabilita consta in macerazioni brevi, con follature frequenti alternate a delestage giornalieri, per circa 8 giorni, con chiusura della fermentazione in barriques di secondo passaggio. Inoltre è stata effettuata la vinificazione senza solfiti su una parte delle uve con i prodotti  -Integrapes-“

 

Barriques

Che dire…A  Noi non resta che fare un “in bocca al lupo” all’imprenditore campano ed aspettare per “osservare” l’ evoluzione di questo Aglianico d’oltreoceano una volta giunto in bottiglia!

9 Commenti

  1. Grande Maurizio, solo Tu potevi fare una cosa del genere, continui a stupire dal GracoMusc’, alle parracine di Ponza fino a far piantare all’Aglianico in California.

  2. De Simone….che pazzo….e lo chiamano anche in giro per il mondo a fare danni!!!! In bocca al lupo fratellone e che Bacco sia con te, ossia ovunque!!!! :)

  3. “La Fortuna aiuta gli audaci”…questi signori avranno tutto il successo che meritano.

  4. Questo è il rischio di puntare su denominazioni che mettolno l’accento sulla varietà e non sul territorio. Mentre Taurasi mantiene la sua identità, l”Aglianico del Vulture e del Taburno potrebbero essere “insidiati” da un Aglianico californiano. Così quella che può sembrare la strada più breve per far conoscere un terroir si rivela un’arma a doppio taglio. Per questo quando mi chiedono se il mio vino è Gaglioppo rispondo sempre: “no è Cirò” anche se utilizzo solo gaglioppo.

  5. …sono sicuro del grande successo che avrà questo progetto…grande Maurizio, grande Roberta….

  6. Un produttore di vino a Temecula (in California) mi ha versato il suo Zinfandel, dicendomi (sorridendo) :” This is Primitivo of Puglia”.
    Immagino che qualsiasi persona dotata di cervello, curiosità ed INTERNET -soprattutto- possa facilmente risalire all’ areale Taurasi cercando informazioni, qualora dovesse capitargli a tiro una bottiglia di Aglianico by California.
    Giusto o sbagliato, penso che questo possa rappresentare anche un modo per far fluire la cultura e l’informazione.
    Penso che non ci si debba sentire insidiati da un aglianico californiano o bordolese che sia. Anche perchè si tratta di prodotti totalmente diversi, facendo così, invece, si rischia di banalizzare il concetto di “terroir”, e la valenza storica di un determinato vitigno (che è indiscutibile quanto indelebile).
    Analizzare l’espressione di un vitigno, in altri areali, inoltre, credo sia un modo intelligente per valutare le differenze che dipendono proprio dal territorio, e quindi che dipendono da un determinato terroir.

  7. No, nemmeno secodno me nessuno dei due schieramenti era in grado di costruire qualcosa di bello nel breve periodo. Per il mondo che vorrei/vorreste/vorremmo ci vuole un investimento in cultura che paga dopo almeno una generazione. E qui di cultura che vada oltre gli schermi al plasma (per i quali qualcuno pure si indebita) non se ne fa proprio.Con questo schieramento io sono ragionevolmente sicuro che(1) non avrf2 nessuna legge a tutela di una mia eventuale unione civile (amen, me ne farf2 una ragione e provvederf2 altrimenti),(2) avremo altri cinque anni di automatica applicazione della storica frase L’e9tat c’est moi ovvero tutto cif2 che e8 giusto per il partito-azienda del Cavaliere sare0 giusto per tutti, leggi ad-personam comprese, e si fotta la lotta alla mafia,(3) politiche di approvvigionamento energetico e sfruttamento del territorio assolutamente in senso contrario a quanto io personalmente auspicherei (a proposito di XXI secolo),(4) fine dell’opera di demolizione dello stato sociale (scuole, sanite0 quelle malgestite cose per cui paghiamo le tasse, ricordate?),(5) riscrittura della Costituzione Repubblicana in senso presidenzialista e definitiva archiviazione dei valori Resistenziali su cui questa democrazia si e8 fondata fino ad ora (ok, ok , veterosentimentalismi, son cazzi miei),Sare0 un’Italia per ricchi, sani e di madrelingua. E gli stranieri se ne stiano buoni buoni a lavorare e tacere, che son gie0 fortunati a poter stare qui nel nostro paradiso quotidiano.A qualcuno un programma del genere potre0 anche piacere, a me no.Scusate lo sproloquio.

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