Lambrusco, fusion frizzantino con la fusion


19 ottobre 2002

Cosa bere sulla pizza? Ecco una bella domanda, che prima o poi qualsiasi sommelier si sente rivolgere e a cui non è certo facile dare una risposta perché sarebbe come voler consigliare un abbinamento sul…mangiare. La fantasia nel forno non conosce limiti ed è per questo che quasi tutti, semplificando ciò che è complesso, si rivolgono alla birra. Ma noi sulla pietanza più diffusa riteniamo giusto preferire un frizzantino, preferibilmente rosso quando c’è il pomodoro. La voglia di restare in regione ci fa rispondere subito Gragnano o Lettere, che nella versione Cantine Grotta del Sole (Quarto, telefono 081.8762566) restano sicuramente i migliori. Ma in tempi di fusion ai fornelli vale anche la pena di darsi uno sguardo in giro. Saccheggiamo, lo confessiamo, i risultati del Palio dei Vini Frizzanti Matilde di Canossa Ghirlandina d’Oro organizzato dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia, la provincia che più di ogni altra produce Lambrusco: pensate, 23 milioni di bottiglie. Il Consorzio per la promozione dei marchi storici dei vini Reggiani, in collaborazione con l’Associazione Enologi Enotecnici Italiani diretta da Giuseppe Martelli il vulcano, organizza da sei anni questa manifestazione usando rigidissimi criteri di anonimato. Per farla breve, eccovi alcune indicazioni sicure, a cui è stato dato il premio speciale e che sfoderano un rapporto qualità prezzo impensabile per ogni altra tipologia di vino. Stavolta ha vinto la Vinicola Decordi (Solarolo Monasterolo, tel. 0375 310203, sito www.decordi.it) che ha presentato l’Emilia Lambrusco Il Sabbionello Borgo Imperiale 2001, il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Il Grasparossa Borgo Imperiale 2001, il Lambrusco Mantovano Corte Sole 2001, il Lambrusco Mantovano Borgo Imperiale 2000 e l’Oltrepo Pavese Riesling Borgo Imperiale 2001. Come si vede, c’è l’imbarazzo della scelta anche se prevale di gran lunga la famiglia del Lambrusco: Sorbara, Grasparossa di Castelvetro, Salamino di Santa Croce e Reggiano, ciascuno con le sue caratteristiche, che oltre a sposare i classici della cucina emiliana sono apprezzati ovunque per la versatilità. Tra i vincitori, segnaliamo anche il Sauvignon di Rivabella, la Malvasia di Rigoni, la Bonarda della cascina Gnocco e poi un Prosecco di cui sono pieni tutti i bar ma quasi mai con scelte felici: di tratta di Conegliano Valdobbiadene 2001 prodotto dall’azienda Andreola Orsola in quel di Col San Martino.