L'asprinio 2003 di Magliulo


La lunga estate siccitosa del 2003 ci ha regalato grandissime bottiglie di Asprinio d’Aversa, un vino caratterizzato sempre dall’elevata acidità compensata stavolta appunto dalla mancanza di piogge e dalla scarsa escursione termica. Ecco dunque uno degli affari da non perdere, l’Asprinio d’Aversa doc 2003 di Magliulo: giallo paglierino carico, al naso oltre alla consueta nota agrumata, diciamo tra cedro e bergamotto, c’erano fiori bianchi e camomilla. Intenso e persistente, in bocca si conferma tutto il naso con una insolita e gradevole morbidezza non piallata. Insomma questa annata 2003 sembra promettere tanto per gli enologi bianchisti, tra cui c’è appunto Alessandro Mancini, che hanno saputo calcolare bene i tempi della vendemmia evitando il rischio di lavorare su vini destinati a restare seduti. Incredibile poi il rapporto tra le sensazioni regalate da questo Asrpinio e il prezzo, siamo sotto i cinque euro. Un piccolo, grande prodotto base, beverino, su cui i Magliulo lavorano da almeno quattro generazioni insediate nel centro di Frignano, nel cuore dell’Aversano. Oggi le chiavi della vecchia casa di famiglia, i vigneti sono a ridosso dello storico sito reale di Carditello, le ha il giovane Raffaele, con lui è ormai concluso il trapasso dalla vendita di sfuso all’imbottigliamento ed etichettatura dell’intera produzione attestata sulle centomila bottiglie.La conferma di come gli appassionati di vino devono cercare nei bianchi e nei rosati della Campania le novità più interessanti e, perché no, i veri affari. Una gioia per noi, appassionati di Asprinio cannibalizzato dal successo della Falanghina, su cui Slow Food farebbe bene a creare un presidio o qualcosa del genere per tutelarlo per salvaguardarlo dal rischio estinzione. Del resto c’è forse qualcosa di meglio da bere sulla mozzarella di bufala o sul crudo di pesce oggi tanto di moda anche tra i ristoranti della Terra delle Sirene? Noi pensiamo di no: per il grande bianco dai riflessi verdolini di cui si innamorò Soldati le porte al successo sono aperte: ma i produttori devono crederci.