Le quindici migliori pizze margherite napoletane da mangiare in questi giorni


Regina Margherita

Forse tradisco un po’ l’età del mio palato formatosi nell’era pre-omogeneizzati in Terronia, anche se la pizza margherita qualche anno più di me ce l’ha. Ma dal mio punto di vista il vero valore di un pizzajuolo si misura con la marinara: fatte salve le qualità del pomodoro e dell’impasto, ci vuole una grande tecnica per cuocere la pizza e conservare ben fresco l’ortaggio.

Il formaggio, si sa, appara sempre. In genere da vomito sulla materia venuta dal mare, orribile sulla carne, detestabile sulla pasta, solo le melanzane sono in grado di acquisire valore aggiunto. Ma si sa, quelle sopportano anche la cioccolata.

pizza margherita

Nelle prime pizze margherita delle mia memoria, quelle che prendevi a libretta o al volo lungo i binari della Ferrovia quando anche nelle stazioni si mangiava bene, la mozzarella era ben poca, tra l’altro, fiordilatte.

A partire dalla fine degli anni ’90, man mano che la qualità generale dell’impasto è scesa è cresciuta la quantità della mozzarella. Ma voi, andando sul crudo, ritenete che una mozzarella di 200 grammi e un pomodoro siano in giusta proporzione?

Dunque nella pizza margherita, data per scontata la qualità dell’olio, dell’impasto, del pomodoro e della mozzarella, l’abilità del pizzajuolo si misura nella sua capacità di bilanciare i due principali ingredienti in modo tale che al palato si colga la dolcezza del latticino e subito dopo si avverta la spinta del pomodoro.

Come si riconosce la buona pizza margherita napoletana?
Molto semplice: non deve essere assolutamente croccante, ma elastica. In bocca il sapore degli ingredienti si deve fondere perfettamente senza che nessuno prevalga sull’altro, la pasta sul condimento, la mozzarella sul pomodoro, e viceversa. Il boccone del cornicione, alto e ben alveolato, è l’ultimo e serve per ripulire la bocca.

La pizza margherita

Quanti tipi di pizza ci sono a Napoli?
Ogni pizza ha una storia a se. A Napoli sostanzialmente ci sono due grandi scuole di pensiero: quella della zona stazione-via Tribunali con la pizza grande detta a ruota di carro perché traborda dal piatto. Quella più piccola e composta da piegare a libretto o da mangiare seduti nei quartieri del centro a cominciare da via Toledo.

Ecco i migliori manici sulla margherita in circolazione secondo il mio palato in questo momento

1-Guglielmo Vuolo

La Margherita di Guglielmo Vuolo

2-Ciro Salvo

Pizza margherita di Ciro Salvo

3-Enzo Coccia

Una pizza margherita, le sette pizze margherite di Enzo Coccia (FotoPigna): il Pizzalab più imitato della storia

4-Salvatore Salvo

La pizza margherita di Salvatore Salvo

5-Franco Pepe

La pizza margherita di Franco Pepe

6- Gianfranco Iervolino

La pizza margherita di Gianfranco Iervolino

7-Di Matteo

Pizza margherita Di Matteo

8-Maria Cacialli

La margherita-classica di Maria Cacialli

9-Starita

Pizza margherita Antonio Starita

10-Lombardi a via Foria

La pizza margherita di Lombardi a via Foria

11-Pellone

La grande Margherita di Pellone foto: m.p.

12- Sorbillo ai Tribunali

la pizza margherita di Sorbillo ai Tribunali

13-Oliva da  Concettina ai Tre Santi

Pizza margherita Oiva da Concettina ai Tre Santi

14- Filippo’s a Sapri

La pizza margherita di Filippo’s a Sapri

15- Stefano Callegari a Roma

Pizza margherita Stefano Callegari

Naturalmente ci sono almeno un’altra cinquantina di posti dove la pizza margherita è buona come o quasi come queste.
Diteceli voi.

 

 

93 Commenti

    1. Non mi sembra che le foto scelte rendano onore alla classifica.
      Ci sono delle margherite inguardabili!

      1. Da michele può tranquillamente non esserci…scortesia allo stato pure con mancia obbligatoria e richiesta dei camerieri di abbandonare velocemente il tavolo…pizza nella media!

        1. Edinson! ma che dici?! mancia ‘obbligatoria’ perché ti ricordo che è l’unico posto in cui non si paga né servizio né coperto!!! con 5.50 euro mangi una pizza che è la migliore di Napoli e del mondo.

          1. scusa Stella, ma a casa mia se la mancia è obbligatoria diventa solo un altro nome per farti pagare il balzello di servizio e coperto..

          2. Ha ragione provola……tanto vale far pagare servizio e coperto, è meno ipocrita!!!

            Pizza nella media, ad ogni modo, nessun primato nel mondo,a mio avviso. E il posto, pizza a parte, come dice Edinson è un esempio di scortesia ai limiti del sopportabile..

          3. Non ho mai osato esporre pubblicamente la mia opinione su Michele,
            ma onestamente l’ultime volte (7-8 anni fa) che ci sono andato ho avuto
            la stessa pessima esperienza e senzazione descritta poco sopra da Edinson.
            E pensare che era la mia pizzeria preferita quando ero studente … fine anni ’70.

        2. sono daccordo michele e’ sopravvalutato sopratutto da gente di provoncia che di pizza nn capisce molto…e’ solo una moda michele

        3. Concordo pienamente con l’opinione di Edison, e inoltre negli ultimi anni gli ingredienti lasciano molto a desiderare.

        4. Da Michele pizza sopra la media, ma molto sopra, sicuramente meglio di Sorbillo e Di Matteo. La scortesia non credo centri nulla con la qualità della pizza, la mancia io non l’ho mmai data

          1. vedi che anche qualcun’altro in classifica usa semi di girasole o olio di sansa …….anzi più di uno………………….

  1. CIRO SALVO in assoluto il migliore di tutti, nessuno fa un impasto come lui, la sua pizza è inarrivabile.

      1. Stiamo parlando di gusto (e digeribilità, ingredienti di qualità, ecc. ecc….), non di bellezza!!!

  2. ..mamma mia…alcune sono proprio brutte….quasi quasi vengono meglio cn il mio fornetto ferrari

  3. Anche a me pare che l’ultima abbia una bruciatura evidente ed esagerata. Bisognerebbe poi capire in quale contesto sono state scattate le foto. Spero che i giudizi di chi le definisce brutte non siano solo di tipo estetico perché è proprio sulla deriva estetizzante e gourmet che trova appiglio il metro di giudizio del Gambero Rosso. Per il resto, parliamo di un prodotto umano che risente di mille variabili, non ultimo l’umore dell’autore. E per un costo che oscilla tra i 3,50 e i 6 Euro non starei a fare troppo l’esteta e penserei più che altro al sapore.

    1. Caro Salvatore,
      concordo con te che l’estetica va in secondo piano rispetto al gusto, ma la pizza di Filippo’s a Sapri non si può proprio guardare. E’ quadrata e ha anche il baffo.
      Sarà sicuramente buonissima, ma permettiti io una pizza così la rimanderei indietro

      1. Beh la foto bruciacchiata è stata sostituita, forse ora si cambierà anche quella di Filippo’s (ehy, webmaster, ti trovi facendo, pure quella di Di Matteo è un po’ bruciacchiata… ;) ).
        Comunque sia, io penso di aver mandato solo due volte indietro un piatto (un fritto di totani su zuppa di cipolle, con la zuppa che era in realtà un brodo, e un dolce con una formica al suo interno; entrambi casi capitati in ristoranti eccellenti, su tutte le guide nazionali…). Trovo eticamente sbagliato gettare cibo e preferisco far presente la mia delusione, discretamente, al cameriere.

        1. Caro Salvatore,
          nessuno vuole gettare il cibo, ma siccome stiamo parlando delle migliori 15 margherite nel mondo, onestamente mi sarei aspettato qualcosa di meglio.
          Se si vuole essere nella top 15 secondo il mio modesto parere bisogna guardare anche all’estetica e servire in tavola un prodotto che sia degno di essere chiamato margherita.
          Ovviamente il mio giudizio è puramente estetico anche perchè non ho mai avuto il piacere di assaggiare la pizza di Filippo’s che sono certa sarà eccezionale

  4. Come si fa a definirsi buona la pizza di Pellone? Era buona!
    Le ultimo volte, oltre alla snervante fila, ho dovuto sorbirmi pizza o cruda o bruciata con un olio che si potrebbe usare nei motori delle macchine ed una mozzarella acida. In più la maleducazione dei camerieri che ti trattano come uno che si sta stuprando la madre contribuisce a fare un ottimo quadretto che ti spinge ad inorridire appena qualcuno propone la pizza lì!

    1. Perfettamente d’accordo, la pizza in molti casi non è male, ma niente di speciale , pizze grandi non grandi pizze! poi
      un corso di buone maniere ai camerieri non guasterebbe.

  5. Ogni giorno una nuova classifica delle migliori pizzerie, chi entra, chi esce, chi sale e chi scende, certo le pizzerie che non vengono (MAI) menzionate(vedi Pizzeria Michele) è perchè NON OFFRONO( !!!???) neanche una pizza olio e pomodoro per farsi menzionare………..capisc a mè……

    1. Concordo in pieno!!! Ed, poi, aggiungo: anche al miglior cuoco/pizzaiolo può capitare, qualche volta di sbagliare. L’altro giorno, con amici, siamo stati da Sorbillo e, per la prima volta dopo non so quanti anni, ci è capitato di mangiare una pizza che non era nemmeno lontana parente dello standard medio di Gino! L’abbiamo mangiata, perché il cibo non si getta….ma l’abbiamo fatto presente.

    2. Forse l’assenza di una pizzeria famosa da tutte le classifiche meriterebbe una riflessione più profonda di un conto da dieci euro, a meno che questo non sia il prezzo che ti induce a cambiare parere sulle cose e allora comprendo il senso dell’intervento.

      1. certo che se 5 euro (pizza & bevuta: si resta ancora sotto i 5 euro, giusto, da Michele ?) sono VERAMENTE il differenziale tra l’esser citati / esclusi dalla classifica delle mejo pizzerie DEL MONDO mi vien da pensare che

        a) il dott Pignataro è veramente un marchettaro della peggior razza !

        b) poco lungimirante è il pizzaiolo che non ‘investe’ ben 5 euro per regalar la pizza al Dott Pignataro (o chi per lui) e vedersi magicamente insignito, pur non meritandolo, della medaglia di miglior pizzeria di Napoli/Italia/Mondo
        ;-)

        1. :-))))
          E questo è il punto di vista di chi dovrebbe fare commercio evoluto

          Poi c’è un altro aspetto, tipico del Sud: la lamentazione, l’incapacità di capire che se si è superati forse c’è qualche altro motivo oltre alla corruzione, ai cattivi, agli incompetenti. Qui da noi è sempre colpa di qualcun altro:-)

          1. Forse il peggior difetto dei meridionali. Se non usciremo da questa logica, che pure ha una sua ragion d’essere, difficilmente ne veniamo fuori.

          2. Nei discorsi sulla pizza, poi, questo difetto viene fuori in maniera eclatante. Consideri, direttore, che qua si sta parlando solo della napoletana, perché se allarghiamo il discorso al lavoro sulla pizza che si sta facendo in Italia proprio grazie a certe iniziative ben lontane dal Sud, si scatena il solito putiferio, mentre la verità è che molti parlano per sentito dire o “a memoria” – una memoria spesso più che decennale – e pochi sono quelli che assaggiano le pizze a Napoli e in Italia, per capire come stanno davvero le cose.

          3. Gentile signor Pignataro,

            vista la sua competenza in questo campo, mi piacerebbe sapere da lei quali sono i motivi che hanno portato all’eliminazione della Pizzeria “Da Michele” perché purtroppo non riesco a comprenderli.

            Il prezzo per me non c’entra niente: è il sapore di quella pizza che amo e che non riesco a trovare in nessun altra pizza che fa la differenza, a mio modesto avviso. Mi piacerebbe sapere da lei quali sono i criteri di qualità adottati per stilare questa classifica.

            La ringrazio per la cortese attenzione.

            Cordialmente,
            Stella Volturo

      2. Gentile signor Pignataro,

        vista la sua competenza in questo campo, mi piacerebbe sapere da lei quali sono i motivi che hanno portato all’eliminazione della Pizzeria “Da Michele” perché purtroppo non riesco a comprenderli.

        Il prezzo per me non c’entra niente: è il sapore di quella pizza che amo e che non riesco a trovare in nessun altra pizza che fa la differenza, a mio modesto avviso. Mi piacerebbe sapere da lei quali sono i criteri di qualità adottati per stilare questa classifica.

        La ringrazio per la cortese attenzione.

        Cordialmente,
        Stella Volturo

        1. Gentile Stella
          da Michele non è stato eliminato da nulla. Da tre anni, per dire, collaboro alle pizzerie di Napoli da inserire sulla Guida Ristoranti Espresso ed è stato presente tra le dieci.
          Questa è solo una classifica sulla pizza margherita napoletana, le prime 15 a mio modesto parere. Ma questo non significa che quella di Michele o di tanti altri non sia buona, lo specifico bene al termine dell’articolo. Ci sono anche altre non meno storiche e non meno importanti che non sono citate. Ma la classifica è una scelta di preferenza, non di esclusione e men che meno di bocciatura perché non è mio costume nè ho titolo per criticare il lavoro di nessuno.
          Per il resto, tanto di cappello e di amore per questa pizzeria. Con un umile consiglio che vale per tutti, anche per me e la mia attività: non basta stare fermi per restare primi.
          Se fossi rimasto solo giornalista di carta stampata, e me lo potevo permettere, ora non sarei nemmeno sedicesimo:-)
          Last but not least: https://www.lucianopignataro.it/a/pizzeria-da-michele-margherita-o-marinara-dal-1870/17112/

          1. Se la signora Stella , venisse a conoscenza dell’olio che usano alla pizzeria da michele,forse non andrebbe neanche piu’ a mangiarla la pizza!! con assuluta certezza( fonte il sig. Condurro) OLIO DI DI SEMI DI SOIA!!!! IL PEGGIORE!!!! CHE DELUSIONE……PERCIO’ MI BRUCIAVA SEMPRE LO STOMACO DOPO AVERLA MANGIATA!! CHE DELUSIONE!!

          2. Sig.Pignataro,concordo con lei e sorrido di gusto nel leggere i commenti che;se ristretti ad un pensiero unisono,regalano di certo la risposta che sottilmente in fondo lei cerca.Il consenso maggioritario alla parola pizza..non esiste.Pizza,e magia,momento proprio strettamente personale e condito da molteplici fattori che rinforzano o sminuiscono l’avventore e l’abitudinario.Habitat,suoni,colori,odori,contrasti,energie positive e altre stimolazioni sensoriali,sono la vera concausa gioco forza capaci di rendere unico l’evento che inizia da quando la mente pensa di avviarsi in pizzeria.Visto dalla mia parte,pizzaiolo al forno da quasi 40 anni l’evoluzione personalmente l’ho vissuta eccome!Ma..l’imput che a fatto nascere in me la voglia di dire la mia,e racchiusa in un suo pensiero (Con un umile consiglio che vale per tutti, anche per me e la mia attività: non basta stare fermi per restare primi)Non saprei per la sua attivita’ma per la mia sicuramente ritengo che stare fermi sia la difficolta’maggiore per moltissimi pizzaioli.A mio parere cercare “la farina”come il santo graal”Senza avere il dono,la cultura di donare gusto e sapore,come lei magistralmente descrive nell’unire in matrimonio pomodoro e mozzarella..e assurdo,se poi quest’ultima viene tagliata ahime’anche Michele ha ceduto, con la…macchina, allora la parola tradizione non ha piu senso. Pur essendo figlio d’arte,ma arricchito di scuola napoletana verace a torino,solo l’amore immenso per il mestiere mi gratifica da sempre.Sicuramente i tre spicchi gambero rosso sono riconoscimento e soddisfazione di un attimo,un piccolo attimo se messo a confronto alle circa 850.000 pizze fatte in carriera,ma..oltre al guadagno economico,oltre alle guide,oltre al veder rosicare chi purtroppo i tre spicchi non li ha presi..li cederei volentieri a chicchessia,a me basta e bastera’sempre l’enorme plauso quotidiano che come a teatro il mio pubblico pagante e straripante mi concede repliche da sempre.Distinti saluti…..Fabrizio Marzo.

  6. …é vero, l’occhio vuole la sua parte, c’é quella di Starita che ha il bordo troppo sviluppato, ci si puo’ aggiungere una zuppa di pesce dentro ( parlo della foto e non del mitico Starita)…poi ci sarebbero Michele é vero, ma anche Port’Alba, i vari presidenti…credo che il ” giro” debba riprendere da dove é finito e fare un poi’ attenzione alla comunicazione…

    Già ci stanno fregando la nototrietà e qualcos’altro… non diamoci la zappa sul piede con delle foto pessime e fatte col ^portabile…, l’esdtetica nel contesto napoletano é importante, basta riferirsi ad una cartolina con qualche bellezza paesagistica. Bontà, estetica, comunicazione curata….specialmente via un blog, quello del Dott.Pignataro, di tale importanza anche internazionale. Io non posso condividere.

    1. Il problema è anche nella incapacità comunicativa di tanti pizzaiuoli.
      Riferiamoci alle sole pizzerie qui segnalate, quante hanno un sito curato con foto decenti e scaricabili? E anche a visitare le pagine Facebook dei singoli molto spesso ci sono foto non all’altezza.
      Non ho mai visto i siti delle pizzerie italiane premiate dal Gambero Rosso per fare un paragone con il livello nazionale ma la situazione a Napoli è decisamente scarsa. Eppure è proprio il sito web e ancor di più i social network a rappresentare la vetrina della pizzeria. Una volta bastava la vetrinetta sul vicolo (e ancora oggi mi commuovo a vedere certe pizzerie, per nulla citate nelle varie classifiche, che espongono un piatto con bellissimi pomodori e foglie di basilico verdissime ad attirare i viandanti) oggi serve essere presenti in maniera professionale sul web.

      1. concordo pienamente con Salvatore: sono convinto che oggi sia FONDAMENTALE investire su internet, che ti può aprire un mercato altrimenti precluso
        un sito internet leggero, nel quale sia ben spiegato come arrivare (e quando è aperto: dato sempre misterioso, quest’ultimo) e con una comunicazione semplice ed efficace
        Non vorrei chieder troppo ma, magari, anche ricever risposta ad una mail d’informazione: ma questo è, veramente, chieder la luna !
        ;-)

  7. Giusto per sapere, ma chi è l’autore di questo articolo? O è solo un “editoriale di redazione”
    Se è Monica Piscitelli, mi meraviglio che manchino alcune delle pizzerie indicate proprio nella sua guida.

    Per quanto riguarda le foto, il mio sarà un commento di parte, ma onestamente, a parte una sola, per tutte le altre “no comment”….

    1. Un po’ di attenzione: se non c’è la firma il pezzo è mio. Difficilmente la giovane Monica potrebbe avere un palato che risale all’era pre-omogenizzati.
      Per questo ho aggiunto al termine la sua classifica

  8. hahahaha senza michele in classifica viene da ridere è come se facessero la lista dei migliori n° 10 della storia del Napoli pescando nel 1935 piuttosto che tenere fuori Maradona….hahahahaha…… ridicoli….ma jatev a magnà na pizzà ver’….!!

    1. Ecco, forse il problema è che Maradona non gioca più: qualche aggiornamento, per esempio sull’olio d’oliva?

      1. Bravo Luciano….. e complimenti per lo stile dell’articolo: c’est magnifique! ;-)

  9. assolutamente in pole position pellone ma da anni, scopiazzano vanno in tv fanno i divi ma la sua e’ la migliore
    da sempre certo il servizio lascia a desiderare ma tutto a napoli non si puo’ avere.

  10. non sono di Napoli ed automaticamente non conosco nessuna pizzeria menzionata ma ugualmente mi viene da dire che ci sono pizze inguardabili non riesco ad immaginare il buon gusto che la pizza stracolma di latte(scaricato dalla mozzarella) possa dare…a quale palato piace tutto cio’?

  11. l’unica pizza che ho mangiato a Napoli è la cosidetta pizza a portafoglio (rind o’ buvar)era ottima e costava appena2euro

    9

  12. sicuramente queste pizzerie sono parte della storia di napoli di certo non sono le migliori pizze perché mangiate la mia margherita e di sicuro c e la 16 in classifica hahahaha…….

  13. Ad agosto sarò a Napoli, dopo oltre un ventennio di assenza, e mi cimenterò in un tour delle pizzerie napoletane. Seguendo i vostri consigli ma anche i suggerimenti di alcune persone che vivono da sempre nel ventre della città. Dopo di che: forte della mia memoria gustativa, che conserva indelebile il gusto autentico della pizza , ma anche per il fatto di essere uno dei maggiori esperti mondiali nell’arte di mangiar pizza, e da ultimo per essere probabilmente, erede della più antica dinastia di PIZZAIOLI al mondo(i De Caro erano pizzaioli CERTIFICATI già nel 1808), esprimerò il mio giudizio definitivo ed insindacabile, sull’argomento, a presto.

  14. Discussione oziosa sull’estetica,a me farebbe un po senso un pizzaiuolo che fa uscire le pizze tali e quali,è o non è un prodotto artigianale?a proposito di olio Dott. Pignataro, andando a mangiare in giro pizze “inguardabili” e non omologate, parrà strano,ma giù al borgo in un ristorante servono una pizza dop con san marzano dop di solania(ho visto il buattone e assaggiata a crudo) la “miglior mozzarella del mondo”(lo ha detto il gambero rosso cioè ponte a mare)e olio evo dop di monocultivar di pisciottana(classificato tra le prime 46 dop di oli italiani pietrabianca) che poi la pizza non era sferica ecchisenefotte ci siamo consolati uguale.Cmq quoto queste pizzerie.

    1. Carmine mi scrivi il nome dellapiazzeria ? Tanto alle classifiche ( escluso quella della serie A) non ci credo.

  15. A tutti quelli che si lamentano della poca regolarità della pizzadico che, evidentemente sono abituati alle pizze surgelate. La pizza è tondeggiante ma non necessariamente rotonda. La rotondità della pizza dipende soprattutto dalla consistenza dei panetti che, se sono morbidi ed elastici, come da manuale, e non gommosi e duri come da pizzeria dozzinale, una volta maneggiati tendono a perdere facilmente la forma perfettamente tonda, soprattutto quando si deve operare velocemente.

  16. ormai la buona pizza non è più una prerogativa solo napoletana sono di ritorno da una vacanza sulla costiera amalfitana e non ho visto una sola pizza che potesse definirsi tale.

  17. Come al solito la colpa è dei napoletani(e non scherzo). Con la seconda grande ondata migratoria, quella del dopoguerra, soprattutto verso europa e nord italia, è accaduto che molti emigranti, una volta giunti in quei posti si sono accorti di avere in mano un patrimonio gastronomico unico, la cucina napoletana. Quindi appena ne furono in grado aprirono dei “ristoranti in cui servivano la cucina tipica partenopea”. Chi non ricorda che pasta, fritto misto, insalata di polipo, spaghetti alle vongole ecc.. erano quasi sconosciuti in quei posti e si potevano mangiare solo nelle “pizzerie” che altro non erano che ristoranti in cui servire la loro cucina quotidiana. Ma pensarono bene di inserire nella gia ampia offerta anche la pizza, nacquero in quegli anni le primissime pizzerie fuori Napoli. Il fatto è che quasi nessuno di questi primi “ristoratori” era realmente un pizzaiolo, anzi in realtà non erano nemmeno cuochi, solo vantavano una cucina casalinga che si rendevano conto essere unica. Inoltre i prodotti per la pizza erano difficilmte reperibili. Questo ha fatto si che la gente NON DI NAPOLI, si abituassse a mangiare surrogati di pizza (comunque buone) ma che poco avevano in comune con la Pizza. Oggi pagiamo il pressappochismo di quei primi ristoratori.

    1. Mi piace questa lettura, sinora avevo considerato molto poco questo aspetto

      1. Eppure le avevo scritto di essere uno dei massimi esperti di pizza:-) ed anche una(forse la)la più antica dinastia di pizzaioli ancora attiva al mondo. Ad ogni modo passando dal faceto al serio,questo argomento meriterebbe certamente di essere approfondito, anzi anche la prima emigrazione verso le americhe ha sotto questo punto di vista molto da dirci sulla cucina del sud italia.

        1. Per esempio il pollo fritto tipica specialità napoletana nei ristoranti italo americani di napoletani primo 900. Eh eh.

          1. E la bolognese dove la metti, certo non a Bologna. L’attitudine dei napoletani di assegnare nomi che distinguessero la pietanza sulla base degli ingredienti o ppure per sola fantasia ha generato molta confusione fino a indurre in errore gli stessi storici. Vedasi la pizza pugliese o sicliana che non sono mai esistite se non nella fantasia dell’anonimo pizzaiolo che negli anni 50 assegno loro il nome. Oppure vedasi anche la parmigiana che alcuni addirittura attribuiscono a parma o alla sicilia, cosa che posso garantirti essere assolutamente falsa. e dovuta appunto a questa nostra(invero non solo nostra, ma si sa noi siamo soliti esagerare) antichissima attitudine.

  18. L’anno scorso, come ogni anno, sono stato in vacanza nel Cilento ed ho avuto modo di provare la pizza di Filippo’s a Sapri e la pizza fatta da Giggino o pirata a Scario. Il primo era descritto e lo è tutt’ora come una delle migliori pizze della Campania , mentre il secondo come la vera abnegazione all’arte della pizza: Non sarò un esperto di pizza come alcuni che hanno scritto su questo blog, ma vi assicuro che per quanto possa valere il mio giudizio, la pizza del Pirata è una vera pizza, usando come parametro di giudizio esclusivamente la materia prima.

  19. Credo che aldilà dei gusti personali, bisogna dare atto a Luciano del suo grande lavoro, che non è solo quello di “mangiare” ed esprimere una sua opinione, ma bensì di “divulgare” in primis “prodotti di qualità” che necessariamente devono essere presenti nella pizza napoletana. Quando si capirà che alla base della “vera” cucina in generale ci devono essere prodotti che abbiano una certificazione di qualità e tipicità….allora si capirà la PIZZA NAPOLETANA.

  20. putroppo non ci vado da qualche anno, ma mi meraviglia non vedere in classifica le pizze di Michele (al Mercato) e di Cafasso (viale Giulio Cesare, di fronte alla metro di Campi Flegrei) ….

  21. perché la marinara deve essere messa a 3 4 euro? perché non metterla a 7 8 euro, dedicandole il TOP dei condimenti?

    1. Personalmente TUTTE le nostre pizze sono fatte ESCLUSIVAMENTE con DOP(spesso anche basilico ed origano secondo disponibilità) ma onestamente una matinara non può costare più di 5 € salvo presentazioni o preparazioni esclusive.

  22. Il dibattito, come ovvio, ha lacerato i cultori della pizza margherita. Sono anch’io nato prima degli omogeneizzati e fortuna ( o sfortuna) voleva che mio padre avesse un amico pizzaiolo a Via Alessandro Poerio ( mitico Don Gaetano !) . Pertanto credo di aver mangiato pizze a tutte le ore del giorno e della sera e per me sono indimenticabili. Però non esiste” la pizza più buona”: dipende dall’occasione, dalla fame, dalla compagnia. Certo non si può non citare da Michele o anche da Gorizia. Non so perchè sia stata citato il pizzaiolo di Sapri e di Roma.Se non esistono le pizze migliori,infatti, eSistono, le pizze che sono una zoza . Rircodo pizze mangiate a libretto nella Duchesca da svenimento e pizze di locali prestigiosi e nominati da chi….rle in faccia. Così come gli ingredienti. La pizza con la mozzarella di bufala, l’evo,ed il pomodoro fresco di nonsodove non è buona,come quella magari fatta con l’olio di girasole. La pizza è una magia, un matrimonio fra la farina( la terra) l’acqua, il fuoco e l’aria ( quella del tiraggio).Se un matrimonio una sera è da incanto, la sera dopo la vuoi uccidere ( la sposa). Ed infine è un rito di amicizia e di antica convivialità. Del resto quante volte è capitato di aver mangiato una super pizza, essere ritornati nello stessolocale ed aver subito una “cocente” delusione? E’ domenica sera….comprate una pizza e portatevela a casa.

    1. Questa è una visione che mi piacerebbe fosse vera, ed è quella anche più facile da sposare, un po’ consolatoria.
      Verissimo che la pizza, prodotto artigianale per eccellenza, dipende dal momento, da chi la fa e da chi la mangia. Esistono però dei criteri oggettivi che fanno media, un po’ come avviene nelle degustazioni di vino quando si mettono insieme diverse sensibilità e poi si fa la media eliminando il voto più alto e quello più basso.
      La prime pizze mangiate dalla nostra generazione rispondevano a sensibilità completamente diverse dalle presenti e dalle future. Basti pensare a come erano molto più pomodorose e con meno mozzarella, per non parlare dell’olio usato che bruciava lo stomaco. Ma erano buonissime:-)
      Oggi è sempre più importante capire la qualità della farina, la tecnica di lievitazione e la qualità degl ingredienti. Ma questo per un motivo molto semplice: è l’unico modo per distinguersi dalle catene industriali che hanno uno standard.
      A questa omologazione, come è avvenuto per tanti cibi, non si può rispondere semplicemente tornando indietro o restando fermi perché la cosa farebbe piacere a me e a lei, ma non alla grande massa dei consumatori. Servono cibi salubri oltre che gustosi. Comunicabili alle nuove generazioni e al resto del mondo. E spesso restare fermi è un alibi alla pigrizia intellettuale oltre che commerciale.
      Ciò è già avvenuto a Napoli in alcuni settori della pasticceria, per esempio, e della gelateria dove ci si crogiolva di essere i migliori ma nei quali pochi hanno studiato. Nella pizza per fortuna vedo una bella reazione e tanti giovani all’opera e sono più fiducioso.
      Ecco perché, con grande rispetto del passato, bisogna promuovere quei pizzaioli che non si adagiano e spingono verso nuove ricerche di materia, tecnica di impasto, gusti.
      Da piccolo impazzivo per i Giganti e Sandie Show. Oggi li risento con tenerezza ma se devo spararmi emozioni è ben altra la musica che accendo.
      Così il cibo. A volte tornare in posti che ci sono piaciuti ci provoca una cocente delusione. Come provare i vini che ci sono piaciuti.
      Per il resto, certo Gorizia, Acunzo, Umberto, Oliva, Fresc, Da Ciro, Mattozzi e tante altre sono di grande livello. Diciamo che stanno tutte al 16 posto:-) Ne parliamo, le inseriamo nelle classifiche e stanno per entrare nella più grande iniziativa editoriale di tutti i tempi a Napoli. Ma qui c’ è top secret ;.)

      Il pizzaiolo di Sapri è stato il primo certificato Stg nel Salernitano. Quello di Roma rappresenta la punta dell’iceberg di un movimento che si richiama allo stile napoletano pur non avendo nulla a che fare con Napoli in un mercato dove si mangiano soprattutto fette biscottate con pomodoro e mozzarella:-)

      http://www.youtube.com/watch?v=7yfK6aw29y0

  23. Ciao a tutti
    mi permetto di dire la mia, non sono di Napoli (sono di Roma) e non sono intenditrice della pizza come voi.
    Concordo pero’ con chiunque abbia espresso parere discorde sulle fotografie.
    Alcune sono sfocate, le foglie di basilico a volte sembrano spinaci, in una foto si vede persino il rotolo di scottex.
    A mio avviso le foto dovrebbero essere piu curate, la foto e’ come il biglietto da visita, lo dareste un biglietto da visita tutto ciancicato, scolorito, scarabocchiato? credo di no, ne andrebbe della Vs immagine, la stessa cosa vale per la fotografia, soprattutto poi se si vuole entrare in “concorrenza” col Gambero Rosso. Allo stesso modo che un giornalista non vorrebbe vedere in giro un articolo, con la sua firma, pieno di errori e refusi.
    Quando una cosa viene messa sulla rete esce dal discorso rionale o cittadino, ma la visibilita diventa a livello mondiale, penso che anche per chi scrive non sia il massimo proporre tali foto.
    Avete la fortuna di avere un bravo fotografo e in piu intenditore di pizze dalle vs parti, Luigi Savino, perche non contattarlo per avere qualche scatto che renda merito a cio che viene descritto?
    Come si suol dire…anche l’occhio vuole la sua parte!

  24. Di tutte le pizzerie che si elencano, non avrete mai il piacere di mangiare una pizza fatta dalle mani di questi pizzaioli/plurinoti, perchè la loro attività è farsi notare in giro per aumentare i loro guadagni!!!

  25. Ho letto buona parte dei commenti, molti di loro non sono competenti, guardano i bordi e guardano i colori…Avete mai provato qual’ è l’emozione piu’ appropiata per qualificare una pizza…? Ebbene…, e’ quella di rimanere con un sapore ineguagliabile nella bocca…Molti di Voi scrivono giusto per dire qualcosa, molti invece piu’ competenti sanno apprezzare le cose buone. Meraviglia anche me, come mai nella classifica manchi proprio una delle migliori, prime tre pizze del mondo, evidentemente qualcuno avra’ avuto uno sgarbo ed ora sta’ cercando la rivalsa… Forse e’ vero l’olio ed i locali non sono i migliori, forse e’ vero che quell’euro in piu’ talune volte puo’ dare fastidio, ma pensatelo solo per un’attimo perché’ una pizza come questa raramente vi riuscira’ di mangiarla se non ritornate da Michele, oltretutto se ci andate con la vostra compagna, mangiando la migliore pizza non spenderete piu’ di 15 euro, e questo appaga il gusto e la tasca…, rapporto prezzo/qualita’ ai massimi livelli, prima di scrivere fesserie, andate a provarla di nuovo…!

  26. premetto che sono un napoletano grande appasionato di cucina e di pizza,
    da tempo immemorabile ricerco la pizza magherita “perfetta”. conosco la
    gran parte delle pizzerie citate, eccetto quella dei fratelli vuolo e
    quella di ciro Salvo. quindi incuriosito dalla recensione fatta da un
    noto giornalista e critico gastronomico come pignataro, un giovedì sera
    in compagnia di qualche buon amico ci siamo diretti verso Casalnuovo
    alla scoperta di questa pizzeria Vuolo. dopo averla provata, mi risulta
    veramente difficile capire come abbia potuto avere un 1° posto in
    classifica! appena seduti la cameriera subito ci dice (erano le 9 di
    sera!) che avevano finito la mozzarella di bufala! pessimo approccio,
    vabbè, puo capitare. La pizza margherita, quella classica, quella
    normale che tanto non lo era! impasto e crescita ai limiti, pomodoro
    troppo “crudo”, latticini ingiudicabili, ed in fine mezza cruda! l’unica
    nota positiva rigurda il condimento, almeno non era unta! ma noi non ci
    arrendiamo è la nostra ricerca continua, magari seguendo più il nostro
    istinto! che è meglio!

    1. La migliore Margherita non e’ certo servita a Napoli ma a Timisoara. al ristorante INSIEME in p.za Unirii
      Provare per credere!!!
      La raccontate a tutti che a Napoli la pizza e’ buona ma, la mia esperienza riguardo le pizze e’ porrenda.Una peggio dell’altra, iniziando da Brandi che e’ tanto rinomato!!!!!
      accettate il mio suggerimento. provate!!!!

  27. IO L’ HO MANGIATA DA SCIUE’ SCIUE’ IN PIAZZA DANTE….ERA UN POSTO PICCOLO….MA CHE SPETTACOLO DI PIZZA…..E POI IN UN’ ALTRO LOCALE SUL LUNGO MARE DOVE ERA FREQUENTATO DA ARTISTI…..E VIP….W NAPOLI…..E LA PIZZA

  28. Una curiosità (non è una polemica).
    In tutte le classifiche delle migliori pizze, migliori pizzerie e migliori margherite non compare mai Carminuccio a Salerno.
    Eppure, chiunque l’abbia provata (napoletani e non), conviene che è una delle migliori pizze in assoluto (di assoluto rilievo la Carmine).
    Come mai tutto ciò?
    Grazie

  29. La Margherita che non si può guardare è quella racchia in fotografia…..
    anche voi credete alla storiella della pizza dedicata alla tiranna sabauda!!!!

  30. Non riesco a capire come si può definire MICHELE superato! Con quali parametri Lei giudica la suddetta pizzeria e cosa Le fa pensare che sia superato? Forse perchè fa la pizza ancora come si faceva un secolo fa??? Che ben venga! Vuol dire che conserva le nostre tradizioni. Forse Lei preferirebbe sdoganare questo nostro prodotto(la pizza) per il quale arriva gente da tutto il mondo per poterlo mangiare?
    O forse non sente questo prodotto in maniera particolare in quanto Lei non è NAPOLETANO??? Tant’è che cita pizzerie cilentane(????) escludendo la pizzeria storica per antonomasia.
    Comunque a quanto pare Michele non ha bisogno di pubblicità alcuna in quanto ha sempre fiumi di persone all’esterno che attendono ore pur di mangiare la sua pizza!
    Concludo dicendo che non sono nè parente nè amico di Michele, però vedere in lista pizzerie di altri posti del mondo e non Michele, mi sa tanto di sabotaggio, e da buon NAPOLETANO attaccato a ciò che ci appartiene, mi sento come derubato di qualcosa a me caro.
    Saluti

  31. Ciao Luciano seguo da un pò il tuo blog e volevo fare due considerazioni riguardo:

    al 3 classificato premessa la bontà degli ingredienti, e il merito di rientrare nelle prime 10 posizioni, non pensi che la sua margherita pecchi un po’ nell’impasto? Impasto non molto elastico poco morbido e cornicione poco cresciuto? e inoltre non un perfetto equilibrio dei sapori con una leggera prevalenza del gusto dell’olio?

    al 9 classificato premessa la bontà degli ingredienti, e il merito di rientrare nelle prime 10 posizioni stessa pecca l’impasto troppo croccante e poco elastico.
    all’ 11 classificato sono in disaccordo massimo non meriterebbe di entrare nella classifica un pò come da Michele, in quanto impasto troppo gommoso, ingredienti rasenti la sufficienza con un risultato di una margherita poco digeribile

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