Lo spaghetto di recupero


Questa è una ricetta salutista ma soprattutto golosaE il lunedì brodo? Yogurt? Frutta? Digiuno? Nooo. Meglio uno spaghetto al pomodoro! Perché è possibile, con qualche accorgimento, far riposare il fegato, assumere meno di mezzo grammo di grassi saturi, soprattutto vivere una giornata non da malato e da penitente. Ben sapendo che un paio di settimane passate così risolverebbero qualsiasi problema di salute. Per gli statistici aggiungo che contiene 7 grammi di fibre, ossia quasi la metà del nostro fabbisogno giornaliero, niente colesterolo e 350 calorie, tanto licopene antiossidante. Ovviamente salt free e niente olio. I trucchi sono evidenti: la pasta integrale, la Amato non rilascia quel fastidioso odore di crusca con il quale si impongono salse forti, sazia lo stomaco grazie alla complicità dell’aglio. Il peperoncino e il basilico fanno dimenticare la necessità del sale, l’acidità del pomodoro fresco rende il piatto gradevole e gratificante: vi sembrerà di mangiare un’orto profumato. E’ il mio <spaghetto di recupero> dopo giorni e giorni di assaggi e schedatura di ristoranti e agriturismi: una ricetta buona, a patto che la materia prima sia tutta di qualità evitando l’aglio cinese e preferendo pomodoro campano o dell’areale dell’Etna.Gli ingredienti necessari a un single100 grammi di spaghetti integrali di Antonio Amato.200 g di pomodori freschi1 spicchio di aglio5 foglioline di basilico fresco1 peperoncino frescoLavate i pomodori, fateli asciugare e poi tagliateli grossolanamente. Aggiungete lo spicchio d’aglio tagliato finemente e il peperoncino. Girate un po’, mettete nel frullatore e fate in modo di ottenere una purea. Mettete il tutto su una padella larga e fate cuocere a fuoco lento il tempo necessario per cucinare la pasta senza sale e in tanta acqua. Quindi, quando lo spaghetto è al dente*, mettetelo nella padella e mantecate ancora un minuto. Voilà, servite nel piatto con un tocco di basilico fresco.*Al denteLo spaghetto è perfettamente cotto quando spezzandolo con il dente avete inizialmente una senzazione morbida di pochi decimi di secondo, poi di consistenza non resistente. Insomma, né splash, né crac. Mai leggere i tempi di cottura sulle etichette, mai affidarsi all’esperienza perché ogni trafila, e ogni marca, ha il suo tempo. La pasta nella pentola è come i bambini ai giardinetti pubblici, entrambi vanno sempre tenuti d’occhio.

Ps: questa ricettina non ha copyright. Adottatela, rifatela, rubatela…