Made in Italy: dal Vesuvio a Capri, gli undici grandi falsi campani


Arance

Dall’olio di oliva “Vesuvio” del Sudafrica alla scamorza “Salerno” del Canada fino alla mozzarella “Capri” degli Stati Uniti, dove vengono prodotti in California anche pomodori San Marzano in scatola, sono alcuni dei prodotti esposti dalla Coldiretti in occasione della mobilitazione degli agricoltori italiani con i trattori a Napoli per difendere la dieta mediterranea sotto attacco. L’“agropirateria” internazionale – denuncia la Coldiretti – utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. Una realtà che colpisce particolarmente i prodotti base della dieta mediterranea diffusa in tutti i continenti, dalla “Pomarola” del Brasile fino alla “Zottarella” venduta in Germania, ma la pasta tricolore del Sudafrica fino alla pizza “Sono bello quatro formaggi” venduta in Russia.

Davvero surreale è però il kit inglese per la produzione casalinga di Mozzarella Cheese che costa 25 sterline, pari a 30 euro circa. “La mozzarella – si legge nelle istruzioni – non è il formaggio più facile da fare e richiede un po’ di pratica per perfezionare l’operazione di estensione della cagliata. Se i vostri primi due tentativi sono deludenti – si puntualizza – non fatevi scoraggiare. Sarete ricompensati”.

Nel tempo della globalizzazione si assiste alla presenza di un numero crescente di consumatori che nel mondo è attento alla propria dieta premiando i principi della dieta mediterranea il cui ruolo importante per la salute – sottolinea la Coldiretti – è stato riconosciuto anche con l’iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco che è avvenuto oltre 5 anni fa, il 16 novembre 2010.

Il risultato – rileva la Coldiretti – è che molti Paesi hanno potenziato le coltivazioni nazionali con la produzione di olio di oliva che negli ultimi 10 anni e raddoppiata in Australia (18 milioni di chili) triplicata in Cina (16,5 milioni di chili) e aumentata di 14 volte negli Usa (14 milioni di chili) dove spesso vengono pero’ usate denominazioni che richiamano impropriamente al Made in Italy come il Pompeian Olive Oil. Ma gli Stati Uniti sono anche diventati anche il Paese dove sono piu’ diffuse le imitazioni dei formaggi italiani con una produzione di oltre 2 miliardi di chili con in testa per il 79% proprio la mozzarella.

All’estero sono falsi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre, con il mercato mondiale delle imitazioni di cibo Made in Italy che vale oltre 60 miliardi di euro” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel denunciare che il rischio reale – conclude la Coldiretti – è che si radichi nelle tavole internazionali un falso Made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili.

 

IL MADE IN ITALY SOTTO ATTACCO

Olio di oliva “Vesuvio”                                   Sudafrica

Olio di oliva “Pompeian”                                Usa

Mozzarella “Capri                                          Stati Uniti

Pomodori San Marzano  in scatola               Stati Uniti

Pomodori San Marzano freschi                    Spagna/Belgio

Salsa “Pomarola”                                          Brasile

Mozzarella “Zottarella”                                   Germania

Scamorza “Salerno”                                      Canada

Pasta tricolore                                                Sudafrica

Pizza “Sono bello quatro formaggi”               Russia.

Kit mozzarella cheese                                   Gran Bretagna

Fonte: Elaborazioni Coldiretti

2 Commenti

  1. Ci aggiungerei i “LIMONCINI,LIMONCELLI,LIMONCE’ etc,prodotti a Brescia, Trieste abbiategrasso e chi più ne ha più ne metta e tutti,inevitabilmente richiamano immagini e colori della costiera.

  2. Mi pare di ricordare che l’olio “Vesuvio” è prodotto in Sudafrica da un’azienda di proprietà di una nota famiglia di imprenditori napoletani, già operanti nel settore del commercio di autovetture.

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