Mastroberardino e il porto irpino


7 luglio 2001

Decisamente l’Aglianico sta diventando un vitigno alla moda. Lo dimostra quanto accaduto a Pomona, vicino a Los Angeles, nel corso di una delle più importanti Wine Competition nella cui giuria erano stato invitati anche i nostri Daniele Cernilli del Gambero Rosso e Antonio Paolini. Il vincitore assoluto della competizione è stato l’Aglianico ’98 della Montevina Winery, rosso bomba, immediatamente rinoscibile rispetto a quelli che si producono a Taurasi, alla falde del Taburno e nel Vulture. Insomma, sapete cosa sta succedendo? Il mercato anglosassone comincia a stancarsi di Cabernet, Chardonnay e Shiraz e chiede nuove possibilità nel bicchiere, novità esotiche. Un deciso incoraggiamento a quanti tirano dritto sulla propria strada senza curarsi troppo delle mode riaffermando in ogni occasione la difesa della tipicità. Tra questi c’è senz’altro Antonio Mastroberardino, il successo costruito su Aglianico, Greco di Tufo e Fiano oltre che sulla doc Lacryma Christi. Ma per festeggiare insieme le notizie d’Oltreoceano vogliamo qui ricordare un prodotto poco conosciuto, ma sicuramente unico nella nostra regione, l’Anthêres. Dalle grandi annate di Taurasi degli anni Ottanta e Novanta al vino liquoroso di cui stiamo parlando il salto è lungo, ma il percorso della Mastroberardino (via Manfredi, 75, Atripalda. Telefono 0825 614111. Sito internet www.mastro.it) è lo stesso: lo studio e la ricerca delle grandi possibilità offerte dall’Aglianico. In questo caso i grappoli vengono vendemmiati a fine ottobre e successivamente messi ad appassire su graticci sino a dicembre. La fermentazione avviene in piccoli fusti di rovere, la fortificazione con distillato di vino invecchiato circa tre anni, a cui seguono sei mesi di avvinamento in bottiglia. Il risultato non ha nulla da invidiare ai più famosi Porto, Madeira e Marsala, una cultura, quella del fine pasto, che in Campania è ancora alle prime battute ma da cui non si può prescindere se pensiamo alla pasticceria secca e, soprattutto, ai grandi formaggi stagionati del nostro Appennino meridionale.