I dieci rossi supercampani più buoni da comprare nel 2017 e conservare tutta la vita


Silvia Imparato e Patrizia Marziale

Silvia Imparato e Patrizia Marziale

Tre rossi Campani, Taurasi e Aglianico a parte, hanno fatto la storia del vino in questa regione negli ultimi anni: Montevetrano, Terra di Lavoro e Nanni Copè. Eccoli, allora, spavaldi come mai in questa annata, la 2015 che li vede al meglio come da tempo non accadeva.

1-Sabbie di Sopra il Bosco 2015
Nanni Copé
Forse la migliore versione di sempre: poche migliaia di bottiglie che nascono da una vigna di pallagrello nero e un po’ di aglianico con l’aggiunta di casavecchia raccolto da antiche piante centenarie. Giovanni Ascione cura tutto in prima persona, dalle piante, segnate ad una ad una con dei nastrini in codice, alla selezione dei legni sino al processo di vinificazione. Cosa dire, sapienza culturale e pignoleria sartoriale fanno della 2015 una bottiglia assolutamente indimenticabile che può essere già stappata adesso godendo di una scalpitante freschezza o quando volete nei prossimi decenni.
www.nannicope.it

2-Montevetrano 2015
Montevetrano
Il rosso che ha sdoganato la Campania grazie a Robert Parker si presenta in una versione smagliante, tra le più buone di sempre e non è stato facile scegliere a chi dare il podio. Ma quest’anno è davvero una questione di opinione. Tanta frutta, ma soprattutto assoluta freschezza e capacità di stupire olfatto e palato. Al tempo stesso un bicchiere da spendere sul cibo, gastronomico e operaio. Incredibile l’evoluzione nel tempo di questo rosso ottenuto da uve cabernet sauvignon, aglianico e merlot che ormai ha tagliato il traguardo del quarto di secolo..
www.montevetrano.com

3-Terra di Lavoro 2015 Campania igt
Galardi
Ed eccoci a un grande classico che ha fatto la storia della viticoltura campana, il primo casertano ad uscire dal dualismo Falerno-Asprinio negli anni ’90. Si tratta di un grande rosso dai tempi lunghi, in questi anni possiamo solo saggiarlo, gustare la freschezza, sentire la frutta fresca. La svolta in bottiglia avviene in genere sempre dopo quattro, cinque anni, regalando grandi emozioni grazie alla incredibile complessità olfattiva che è capace di sviluppare. Siamo sicuri che sarà così anche per questo millesimo ottenuto da uve aglianico e piedirosso.
www.terradilavoro.com

4-Ragis 2013
Vigne di Raito
Il rosso di Patrizia Malanga fatto con aglianico e piedirosso in collaborazione con Gennaro Reale è tutto da bere o da conservare. Può sembrare un ossimoro, ma la situazione è esattamente questa: frutto di una attesa paziente e misurata, si presenta con grande equilibrio e una grande verve acida che lo rende fresco e abbinabile a gran parte del cibo della costa campana. Ma l’esperienza ci dice anche che il vino ottenuto in questa vigna biologica a terrazzamenti sospesa tra il cielo e il mare regge molto bene lo scorrere degli anni e diventa complesso e emozionante. Insomma, scegliete voi.
www.levignediraito.com

5-Eiss 2013 Tintore di Tramonti
Tenuta San Francesco
Dal progetto delle vigne di Tintore, uva tipica dell’areale di Tramonti in Costa d’Amalfi, che hanno resistito alla fillossera nasce un vino unico, segnato dalla vivacità e dalla esuberanza olfattiva e palatale. Un rosso che trova l’equilibrio solo quando viene abbinato al piatto. Non cercate complessità olfattiva, ma soprattutto la giusta freschezza per berlo in continuazione. Immortali tutte le annate sinora etichettate da questa piccola azienda immersa nei boschi del polmone verde del territorio. Freschezza, frutta, sapidità, un bicchiere irruente che richiede piatti strutturati.
www.vinitenutasanfrancesco.it

6-Furore 2013 riserva Costa d’Amalfi doc
Marisa Cuomo
Eleganza, complessità, freschezza. Sono queste le caratteristiche del piccolo grande capolavoro da uve aglianico e piedirosso della cantina di Furore seguita da Luigi Moio. Marisa Cuomo è famosa per i bianchi, in modo particolare per il Fiorduva, ma i suoi rossi sono sempre una garanzia di pulizia e buona capacità di resistenza al tempo. In particolare questa riserva si presenta equilibrata e completa, il tipico blend campano esalta al massimo il valore dell’aglianico allungato dalla essenzialità del piedirosso che lo rende sicuramente più bevivile e immediatamente abbinabile.
www.marisacuomo.it

7-Borgo di Gete 2013
Reale
Restiamo in Costiera, terra di grandi rossi a dispetto di alcuni luoghi comuni. Come questo tintore da vigne centenarie prefillossera che viene fatto nella piccola aziendina di famiglia dei fratelli Gigino e Gaetano Reale con la consulenza di Fortunato Sebastiano. Parlare di un vino che non invecchia mai è ormai un dato scontato quando nel bicchiere abbiamo il tintore: passano gli anni ma è sempre la freschezza a dominare la beva in modo autorevole. Il nostro consiglio dunque è quello che dedichiamo ai grandi vini: aspettare prima di stapparli il tempo necessario.
www.aziendaagricolareale.it

8-Ambruco Pallagrello Nero 2014
Terre del Principe
Prima uscita della svolta decisa da Manuela Piancastelli e Peppe Mancini: eliminare i vini base dalla produzione per concentrarsi esclusicamente sulla gamma top. Una decrescita felice che sicuramente favorisce l’attenzione verso  i tre rossi e il bianco. Puntiamo decisi sul Pallagrello Nero, un rosso rustico, pimpante, dall’acidità decisa al palato che lo rende abbinabile ai piatti ben strutturati della cucina tradizionale contadina del Sud. Un rosso che può dare buone soddisfazioni anche sul lungo periodo come è avvenuto nelle precedenti edizioni.
www.terredelprincipe.com

9-Costa d’Amaldi ‘a Scippata 2012 doc
Apicella
Primo viticoltore dell’area, primo produttore di un vino rosso, voluto da Prisco Apicella fresco di studi di enologia. Il modello è il blend tipico campano, solo che il piedirosso si accompagna al tintore e non all’aglianico. Il risultato è un vino senza mediazioni piacione: acidità a mille, soprattutto in queste prime battute, potenza, alcol e capacità di ripulire il palato dal resto di ogni piatto per quanto strutturato possa essere. Un vino che, come sempre quando parliamo di tintore, è destinato a durare in eterno come ha confermato un bella verticale completa svolta proprio quest’anno.
www.giuseppeapicella.it

10-Patrimo 2014
Feudi di San Gregorio
Fuori dai riflettori mediatici dopo aver chiuso con il botto i “meravigliosi anni ’90” questo rosso ottenuto da uve merlot ha comunque conquistato una sua fetta di mercat di affezionati che lo richiedono nonostante il prezzo molto alto, con i sui 70 euro è alle spalle di un altro paio di vini campani e basta. L’assaggio però conferma che non siamo di fronte ad un vino finto e popputo di quell’epoca: la freschezza regna sovrana al palato, il sorso è sapido, senza dolcezze. Un vino sicuramente morbido ma non banale che ha una bella evoluzione nel tempo.
www.feudi.it