Napoli, Enoteca Sermoneta di Bruno Budi: la passione per il vino e l’inversione di rotta


Bruno Budi il titolare di Enoteca Sermoneta

Largo Sermoneta 31 (Posillipo)
Tel.081.7617451 – 335 1510035
www.enotecasermoneta.com non stop dalle 9,00 alle 20,00
chiuso: domenica pomeriggio
ferie: agosto

Orario

L'ingresso ha un pò l'aria marinaresca di una vecchia vineria sul porto, magari di un'isola

Eh sì, proprio di inversione di rotta si tratta. Seguendo il tratto di mare che costeggia Via Partenope e risale verso Via Posillipo, c’è uno slargo molto bello e non molto noto in città, a causa della feroce urbanizzazione e della difficoltà di accesso. E’ Largo Sermoneta, che, da Via Mergellina, di fronte all’ex stabilimento Sea Garden, prosegue parallelamente sottostante e Via Posillipo, fino ad un piccolo ponte, su Via Sermoneta per arrivare sino al mare, all’altezza  dell’esclusivo, ex stabilimento Sea Garden, oggi sede dell’attuale Circolo Nautico Posillipo.

Bruno, amante del vino da sempre, ha trascorso oltre 20 anni presso uno dei famosi hotel del litorale partenopeo. Al principio degli anni ‘2000 si presenta un’occasione: in Largo Sermoneta, in ottima posizione, a pochi passi dal mare e dalle vicine Vie della Napoli chic, si libera un piccolo appartamento, praticamente un “basso”, Bruno non si scoraggia, inverte la rotta, effettua i lavori di trasformazione ed ecco che la povera abitazione, pur conservando il fascino della porta in ferro e di altri piccoli particolari a ricordare la povera origine del borgo di mare degli anni andati, diventa un accogliente luogo del vino. Scaffalature in legno dappertutto, ogni centimetro di spazio è sfruttato, una scala conduce al soppalco creato per scopi di deposito. Il sogno originario era diverso: Bruno non voleva una semplice enoteca, voleva creare un “covo” del buon bere, dove discutere tra amici, confrontarsi, degustare vini sempre nuovi, conoscere il territorio, i piccoli vini che pochi conoscono. Non è stato possibile realizzare il sogno, la rete di cavilli burocratici l’ ha impedito, ma, Bruno, notevole “capa tosta”, ripiega sull’enoteca realizzando un assortimento esclusivo di bottiglie poco conosciute, campane, nazionali ed estere. I quartieri bene ( Via Posillipo,Via Petrarca, Mergellina)  cominciano fidarsi di lui, a non chiedere le solite scontate etichette ed a provare i vini e le sequenze suggerite da Bruno. Funziona. In poco tempo la voce si sparge, grazie anche ad un efficiente servizio a domicilio attivo praticamente 12 ore al giorno. La selezione è solo opera del titolare che, non ama affidarsi agli intermediari e dover sopportare condizioni che lo spazio a sua disposizione non gli consente. Di conseguenza, sono molti i rapporti diretti con le aziende, un po’ come Mario Avallone alla Stanza del Gusto .

eleganti shopping bags

La clientela è adulta dai trent’anni in su. Top selling e, ahimè non c’è da stupirsi, sono ancora i bianchi del nord: Trentino Alto Adige e Friuli, rapporto prezzo qualità nella fascia media, strabilianti. Fortunatamente per i rossi il discorso sta cambiando, la Toscana ancora primeggia, ma il nostro aglianico, insieme a pallagrello e casa vecchia, sta vertiginosamente risalendo la china, grazie ai prodotti di nicchia e non omologati che i lettori di questo sito hanno imparato a conoscere. Il problema – mi dice Bruno – è la conoscenza, la promozione, una volta provato e apprezzato un vino diverso, il cliente non lo lascia più, ne parla in giro e questo è fondamentale. La selezione campana è davvero intrigante, giusto dei due, nomi scontati, poi tutti cavalli di razza emergenti. Anche per il resto del Sud e in generale per le altre regioni, Bruno, esclusi i “must”, ha fatto scelte originali. La selezione dei vini italiani è accompagnata da un’interessante offerta di vini francesi, non i soliti che siamo abituati a vedere in città, ottima selezione di bollicine, d’oltralpe, italiana e anche, con mia grande ammirazione, di spumanti campani da uve autoctone. Oltre ai vini, noto alcune grandi marche di cioccolato, rhum e distillati. Escluso il personale che si occupa delle consegne, Bruno fa tutto da solo, e, inusuale per la nostra città, il suo orario è non stop, dalle 9 alle 20,00. Non è difficile trovarlo in tranquilla degustazione con clienti, ormai amici per far assaggiare loro le ultime novità. Undici, spesso tredici ore, “rinchiuso”, nel suo piccolo rifugio divino… ma non si annoia? Gli chiedo, mi risponde: “No”, mi aggiorno su internet, quando ci sono eventi e degustazioni, partecipo per aggiornarmi, non mi sento solo, né mi arrendo alla crisi, è il vino che vive nelle bottiglie a farmi compagnia e coraggio.

Ah dimenticavo: il ricarico applicato è straordinariamente corretto e qualche volta, nelle ore di calma si sentae il rumore del mare…

Di Giulia Cannada Bartoli

2 Commenti

  1. Interessante! A due passi dalla mia zona d’origine eppure mai notata. Una visita è d’obbligo. >A questo punto però muovo un appunto:Perché tu Giulia e tanti altri pur valentissimi blogger e giornalisti, usate il termine “bollicine”‘. Riservatelo alla Coca Cola, alla Pepsi, e alle innumeverevoli bibite gassate che imperversano. Anche la birra ha le bollicine ma mi pare che nessuno usi questo termine quando si parla di lei. Perchè riservarlo proprio al vino tanto più nobile e blasonato?

    1. Le “bollicine” hanno un senso solo per i vini “spumantizzati” e più in particolare per quelli prodotti con metodo classico, il cosiddetto “fine perlage” è indicativo del giusto lavoro effettuato sui mosti. Se il perlage è grossolano vuol dire che qualcosa non ha funzionato nel lavoro, oppure più semplicemente la qualità del prodotto è scadente. Tutto ciò ovviamente non ha nessun significato per le altre bevande…… credo, d’interpretare così il pensiero della gentile Giulia.

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