Napoli, Il pizzaiolo del Presidente


di Ernesto Cacialli
Via Tribunali, 120/121 Tel. 081.210903
Chiuso domenica
www.ilpizzaiolodelpresidente.it

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Capelli bianchi, magrissimo, Ernesto Cacialli patron e pizzaiolo di un luogo culto in via dei Tribunali, nel cuore di Spaccanapoli, invitava fin oa qualche anno fa ad accomodarsi non appena ci si affaccia curiosi al bancone della friggitoria. Davanti al forno a legna una catena di montaggio da far invidia alla Fiat degli anni Settanta: tempo di attesa per una pizza al tavolo cinque minuti, per un crocchè o una zeppola fumante da prendere al volo cinque secondi. Quanti ce ne vogliono per non avere più dubbi sul fatto che non sei in un suk arabo, nonostante le grida e l’affollamento della strada e la pizza fritta che galleggia nell’olio bollente. Nessun seguace di Allah, infatti, metterebbe tante foto di un presidente americano in bella vista.
Ernesto, invece, dalle pareti del suo locale si gode felice e sorridente il suo momento di celebrità accanto ad un ex Grande della Terra che ormai oltre dieci anni fa fece tappa in pizzeria. E Bill Clinton, per la verità, immortalato con il suo trancio di margherita in mano sembra ancora più contento di lui. Così, da allora, la pizzeria Cacialli è diventata per tutti “del Presidente”.
Meta non solo turistica, a due passi dal Duomo, è il regno della margherita e delle sue infinite possibili declinazioni: con la mozzarella di bufala, con il filetto fresco di pomodoro, bianca con la rucola e il prosciutto crudo, alla romana (con le acciughe), con le melanzane o con i peperoni, oppure nella versione energetica “alla cocca”, cioè con sopra un uovo alla coque. Qui la pizza si chiama sempre margherita, a ribadire che nonostante le contaminazioni (ce n’è anche una con wurstel, ahimè) prima di tutto c’è il rispetto delle regole tradizionali nella preparazione della pasta, a partire dalle caratteristiche dell’acqua, ma anche del pomodoro. E il risultato è eccezionale, una pizza sempre più grande del piatto in cui viene servita, con una pasta sottile ma soffice, mai gommosa e mai bruciata.
Per i palati più decisi il consiglio è di non farsi sfuggire la vera pizza fritta, doppio strato di pasta con dentro ricotta e prosciutto (ma anche con altri ingredienti, da ordinare a piacere) o il classico ripieno.Qualche tavolo con la base in marmo al pian terreno, più di cento coperti nelle sale al piano di sotto. Servizio spartano ma veloce e professionale, come solo Napoli sa offrire, unica metropoli occidentale dove puoi sederti e mangiare da re, anzi da presidente, con 5 euro.
Virginia Di Falco