Napoli, La Masardona


Piccirillo Vincenzo
Via Capaccio Giulio Cesare, 27
tel. 081. 281057
Scusatemi la presunzione e il delirio di onnipotenza dal quale vengo colto ogni qualvolta mi imbatto in siffatte rarezze gastronomiche, “Merende” (con la m maiuscola!) di così infinita bontà. Proprio non resisto. Altro che giacimenti gastronomici da salvare o pseudo-cucina borbonica da riscoprire. Altro che street food dei miei stivali, questo è il cibo da strada per eccellenza. Napoli è qui! In questo piccolo delizioso morso di squisita semplicità c’è la cultura e l’anima di un quartiere. C’è la verace, orgogliosa identità di un popolo al suo stato brado ed allo stesso tempo nella sua incontaminabile purezza. In questo scrigno di ancestrale esperienza ed artigiana sapienza culinaria c’è uno sfrontato rifiuto della delicatezza, la ricerca orgasmica del vero piacere organolettico senza compromessi. Non c’è il business, nè la sua possibilità attraverso la sola tecnica emulativa, o meglio replicativa. Ed ecco forse per lo stesso motivo registrare la totale assenza dei media, ormai preposti e pronti solo a colpire l’immagine di quello stesso popolo, in quei casi sì con immancabile puntualità, quando si tratta di sentenziare, condannare ed osannare la repressione indiscriminata. Il nome tradizionale e, forse, più comune di questa prelibatezza popolare è “tortaniello” trattandosi di una sorta di casatiello in miniatura. Però qui nella Case Nuove da sempre viene chiamato “o’puorc'” e non tarderete a capire il perchè. Si tratta di un mini-tortano a tutti gli effetti reso morbidissimo dall’uso smodato di sugna ed un gustosissimo ripieno di cicoli, uova, pepe a volontà (da cui “‘nzogna & pepe”) e formaggio romano. Se i vostri sensi rimarranno insensibili di fronte a questo straordinario capolavoro del gusto credo proprio che siate alla frutta (in tutti i sensi). Dimenticavo, Enzo Piccirillo (La Masardona è il nome storico ereditato dagli esordi) fa anche un ottima pizza fritta nel più rigoroso rispetto degli ingredienti e dei canoni della tradizione. Quindi, ricapitolando, pizza fritta al mattino (con birra per gli audaci) e “tortaniello” da tenere in caldo non appena la fame farà la sua ricomparsa. Da non sottovalutare il costo di € 2.50 considerato che può essere tranquillamente spartito in due. Per la dieta c’è tempo.
Fabio Cimmino