Napoli, Mattozzi story. La più prolifica famiglia di pizzaioli: la famiglia, la pizza, gli indirizzi


I Mattozzi davanti al loro locale di Via Depretis foto:m.p.

I Mattozzi, insieme ai Lombardi e ai Pace, sono la più antica famiglia ancora operante ai giorni nostri che ha fatto la storia delle pizzerie nell’Ottocento. A scriverlo è Antonio Mattozzi nel suo “Una storia napoletana. Pizzerie tra Sette e Ottocento” (edizioni Slow Food), un testo di recente pubblicazione che ha ricostruito in maniera puntuale la storia delle più importanti famiglie e pizzerie della città.
L’autore aggiunge che, essendo anche la famiglia più numerosa, “può essere definita a buon diritto una ‘dinastia. (…) In 150 anni – aggiunge l’autore – i Mattozzi hanno fornito alla città oltre 20 operatori , tutti imparentati strettamente, e hanno aperto ben 22 pizzerie”. Una chiacchierata con i Mattozzi e l’attenta lettura del libro al quale, nel seguito ci riferiamo, essendo ampiamente condiviso il suo contenuto da tutta la famiglia, danno il senso di questa affascinante storia.
La saga dei Mattozzi nel mondo della pizza, il cui capostipite fu Emiddio, immigrato a Napoli dalla Ciociaria negli anni Novanta del Settecento , inizia con la fondazione della prima pizzeria nel 1852 ad opera di Luigi, il maggiore dei figli di Michele Mattozzi, figlio di Emiddio. E’ con questo forno del largo San Demetrio 71 (Banchi Nuovi) che inizia la lunga serie delle pizzerie della famiglia, tre delle quali arrivate fino ai giorni nostri in perfetta salute: quella di Largo Carità (oggi Piazza Salvo d’Acquisto che, invero, ne porta solo il nome, essendo da decenni della famiglia Surace); quella di Via Marchese Campodisola (Mattozzi L’Europeo) e quella di Via Filangieri.
L’idea di Luigi di mettersi a fare le pizze si rivela ben presto vincente. Gli affari vanno a gonfie vele, tanto da consentirgli di sposarsi due volte, di mantenere una famiglia numerosa ( 17 figli, cinque da Filomena De Simone, dei quali Vincenzo, Luigi e Gennaro pizzaioli; e 12 da Luigia Germano, dei quali Eugenio, Ernesto, Giuseppe, Alfonso e Salvatore, anche loro pizzaioli) e perfino di acquistare alcuni immobili.
A partire dal 1881, scegliendo con oculatezza location e locali, Luigi dà vita a numerose attività.

piazza Borsa oggi, punto di snodo del "Rettifilo" foto: m.p.

Doveva essere un uomo tenace e infaticabile, Luigi Mattozzi. Perfino quando, nel 1884, essendo scoppiata l’ennesima epidemia di colera in città, l’amministrazione, per risanare i quartieri “bassi” (è infatti di questo periodo è la creazione del il Corso Umberto I e del Corso Garibaldi) gli espropria casa, Luigi continua a sviluppare il suo progetto imprenditoriale. Nel 1890, a Via Bernini, in un quartiere Vomero praticamente in costruzione, crea un locale che avrebbe avuto un radioso futuro: quello che negli anni Trenta, dopo una lunga gestione, Salvatore Grasso fece suo chiamandolo “Gorizia”. Visto che era buona abitudine di Luigi sistemare, nei locali che andava creando, i figli o i pizzaioli di sua fiducia (tra gli altri c’era stato anche Luigi Pace), in breve, poco più che maggiorenni, Vincenzo, Luigi e Gennaro, figli delle sue prime nozze, si trovano a capo di altrettanti locali (Banchi Nuovi, Via Foria 181 e Via Tribunali 202); mentre Eugenio, Ernesto, Giuseppe, Alfonso e Salvatore, i figli di secondo letto, lavoravano in varie botteghe.
E’ del periodo successivo alla prima guerra mondiale (1924), durante la quale alcuni dei fratelli erano stati chiamati alle armi, la nascita di uno dei locali firmati Mattozzi destinati, all’epoca, ad avere maggior successo: quello di Largo Carità, oggi, come abbiamo detto, dei Surace.

Largo Carità, oggi Piazza Salvo d'Acquisto foto m.p.

“Era un ulteriore importante passo avanti per la famiglia – scrive Antonio Mattozzi nel suo libro – perché si trattava di un locale con un’antica tradizione (ndr: la famiglia Surace racconta, che il locale risale al 1832 e che nacque con il nome di “Le Stanze di Piazza Carità”, fondato da Antonio La Vecchia) che lui seppe rendere ancora più prestigioso, portando il nome dei Mattozzi ai primi posti nel settore”.

Ernesto Mattozzi con Luigi M. (il ragazzino) a Via M.Campodisola foto m.p.

A comprarlo fu Gennaro Mattozzi, quello che, dei quattro fratelli di primo letto di Luigi, ne ebbe decisamente la capacità creativa e moltiplicativa. Nel 1911, in una zona ancora in costruzione, come aveva fatto anni prima il padre, crea la pizzeria di Via Depretis sulle cui ceneri sarebbe nato il locale di Via Marchese Campodisola .

Usciti indenni dalla crisi internazionale degli anni Trenta grazie alla solidità del business di famiglia, alla fine della seconda guerra mondiale, i cinque fratelli Mattozzi (Gennaro, Salvatore, Ernesto, Giuseppe e Alfonso), hanno altrettante pizzerie, tra cui, appunto, quella creata dai fratelli più giovani di Luigi, Alfonso e Ernesto, in quegli anni, in una traversa di Piazza Borsa, ad un passo dall’ingresso portuale dell’Immacolatella Vecchia.
Ormai i tempi sono maturi per la successione: i nipoti del fondatore della “dinastia” con un secolo di storia di famiglia nella pizza, sono ormai vecchi. Ma, siccome solo due avevano avuto figli maschi, tocca ad Alfonso (poi scomparso nel 1955) tramandare il mestiere. A Via Marchese Campodisola, gli succedono i figli Luigi e Eugenio, affiancati dal fratello Ernesto.
Mentre Gennaro, che scompare nel 1958 senza lasciare eredi, alla fine del conflitto, cede il prestigioso locale di Largo Carità a Raffaele Brandi, fratello dei Brandi di Sant’Anna di Palazzo, che aveva sposato la figlia di una sorella. Il locale era stato poi rilevato, nel 1959, da un dipendente dei due fratelli di Piazza Borsa: Alfredo Surace, padre di Lello che lo porta avanti ancor oggi, come detto, con il giovane figlio Paolo.

Alfonso Mattozzi nel suo locale di Via Marchese Campodisola foto: monicapiscitelli

Quando alla morte dello zio Ernesto (nel 1960), Luigi e Eugenio rischiano di perdere, a causa della delicata situazione finanziaria determinatasi, il locale di Via Campodisola, Eugenio caparbiamente salva il locale e lo rilancia. Nasce il Ristorante Pizzeria Mattozzi l’Europeo, come lo chiamò, oggi guidato da suo figlio Alfonso e da sua nipote Fabiana.
Luigi, invece, che decise di percorrere una strada diversa da quella del fratello Eugenio, dopo aver aperto prima un locale a Via dei Cimbri, poi uno a Posillipo, approda 22 anni fa, a quello che ancora oggi gestisce con i figli Eugenio, Luigi e Giuseppe: il Ristorante Pizzeria Mattozzi di Via Filangieri.

Luigi Mattozzi, con suo figlio Eugenio foto: monicapiscitelli

Siamo ormai ai giorni nostri. Il quadro della “dinastia”, ormai composto. A completarlo, il Ristorante Mattozzi (tel. 081287884)  di Via Pietro Colletta, nato circa trent’anni fa, e condotto da Nunzia, sorella di Alfonso, con il marito Salvatore D’Antonio.

l'esterno di Mattozzi L'Europeo oggi foto: m.p.

Pizzeria Ristorante Mattozzi L’Europeo
Via Marchese Campodisola, 4-10
Tel. 081.5521323
Il locale guidato da Alfonso Mattozzi e sua figlia Fabiana, dall’ambiente caldo e caratteristico, offre un saggio della classica accoglienza firmata Mattozzi. Pizza, per lo più classica e piatti ispirati alla più sostanziosa tradizione. Conclusosi da pochi mesi il lavoro di riassetto di piazza Borsa, sulla quale si proietta il locale, sembrano luminose le prospettive per questo esercizio che solo la solidità della famiglia ha potuto salvare dai cantieri interminabili.

ristorante pizzeria Mattozzi Filangieri foto: m.p.

Pizzeria Mattozzi Luigi e figli
Via Gaetano Filangeri, 16
80121 Napoli
081 416378
Incastonato nel salotto buono della città dove è nato 22 anni fa, il locale di Luigi Mattozzi, accompagnato dai figli Alfonso, Eugenio e Giuseppe (Pippo), è un buon ritiro curato e accogliente. La pizza, che si muove su un registro squisitamente tradizionale è servita, nei suoi 130 posti, dei quali una piccola parte all’aperto.

Ristorante Pizzeria Mattozzi di Paolo Surace
Piazza Carità, 2 – Napoli
Tel: 081.5524322
[email protected]
E’ più antico dei locali creato dai Mattozzi a Napoli ancora in attività ma, dal 1959, è della famiglia Surace che non ne ha mai cambiato il nome. Il signor Lello è fondatore dell’Associazione Verace Pizza Napoletana e nel suo direttivo, mentre suo figlio Paolo gira il Mondo portando avanti l’arte della pizza nell’ambito della Associazione della quale rappresenta la nuova generazione.

5 Commenti

  1. Innanzitutto complimenti e sentiti ringraziamenti a Monica Piscitelli per il bell’articolo.
    Mi è però doveroso, anche a nome dei miei cugini, Salvatore e Graziella Mattozzi, colmare una piccola lacuna . Piccola ma significativa per noi della famiglia.
    Salvatore Mattozzi,figlio di secondo letto di Luigi, ebbe quattro figli maschi : Alberto (architetto), Rodolfo (raffinato musicista jazz conosciutissimo a Napoli negli anni ’50 e ’60), Vittorio ed Arnaldo. Questi ultimi due hanno con tenacia , passione e grande capacità tecnica continuato a gestire un’accorsatissima pizzeria nei pressi di Piazza Carlo III/Borgo S.Antonio fino a circa 12-13 anni fa.
    Mi scuso per l’intromissione ma mi è parsa una precisazione più che doverosa. Grazie e di nuovo complimenti!

    1. la ringrazio, ha fatto benissimo a segnalarlo. Si chiamava anche quella Matozzi? Se ha altri dettagli può scrivermi via email.

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