Nonsologlutine contro Report: Pizza pericolosa? Non da meno molti prodotti per celiaci


Milena Gabanelli, report e la pizza

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Negli ultimi giorni ha fatto molto parlare il reportage sulla pizza realizzato dal programma televisivo Report  andato in onda su Rai Tre. Milena Gabanelli e il suo staff hanno girato all’interno delle pizzerie italiane per  verificare la qualità delle materie prime e dei sistemi di cottura tradizionali, soffermandosi soprattutto a Napoli, la capitale mondiale della pizza. Tra fumi neri, farine bruciate, materie prime di scarsa qualità e cattivo utilizzo delle stesse, non esce fuori un’analisi confortante di questo prodotto, anche se ad onor del vero questo tipo di problematiche sono risultate presenti soprattutto nelle pizzerie di scarsa qualità.

Quando ci si sofferma sugli ingredienti, l’argomento si fa ancora più interessante, soprattutto quando  vengono tirati in ballo i grassi saturi e si parla in particolare dell’olio di palma, che rappresenta il grasso più  utilizzato nelle pizze precotte. Lo scalpore che traspare nella lettura dell’etichetta delle pizze già pronte  dovrebbe far accendere i riflettori su gran parte degli alimenti senza glutine definiti “dietoterapeutici” che abitualmente troviamo in commercio nelle farmacie o nei negozi convenzionati dove è possibile consumare il ticket mensile per l’acquisto dei prodotti necessari all’alimentazione del celiaco. Da tempo denunciamo che tali prodotti sono ricchi di grassi saturi, che risultano tra gli ingredienti che pesano maggiormente  rispetto a tutti gli altri.

Questo tipo di produzione è assolutamente da tenere sotto controllo da parte di chi dovrebbe vigilare sulla composizione di alimenti che in qualche modo vengono proposti come necessari per l’alimentazione dei celiaci, al punto tale da essere concessi gratuitamente dallo Stato. Il fatto che questi prodotti non contengano glutine non deve passare come messaggio di prodotto sano, soprattutto  se viene riportato in etichetta la dicitura di “prodotto dietetico destinato a soggetti intolleranti al glutine”.

 

La dieta del celiaco deve sì escludere il glutine, ma non per questo ci si può buttare dentro tutto il resto,  a partire dall’olio di palma per finire a quello di colza.

Durante il servizio giornalistico si parla di questi olii,  spesso riportati in etichetta come grassi vegetali, quasi a voler affermare che sono il “bene” rispetto al  “male” rappresentato dai grassi animali, come dannosissimi per il sistema cardiovascolare e per l’obesità,  soprattutto se assunti in dosi maggiori di 20 grammi al giorno.

Questa soglia viene abbondantemente superata durante la giornata tipo del celiaco, basta fare la somma di tutti gli alimenti ingeriti: biscotti, fette  biscottate, merendine, crackers, pane e snack vari, tutti rigorosamente ritirati gratuitamente (tanto paga  lo Stato) nelle farmacie e nei negozi convenzionati. In pratica il celiaco viene indotto ad assumere grassi  dannosi alla salute in nome del cibo senza glutine sovvenzionato dallo Stato.

 

Questa condizione risulta insopportabile e noi di Nonsologlutine intraprenderemo tutti le strade possibili  perché questo sistema possa cambiare, in nome della salute di celiaci e sensibili al glutine, che non può  passare per la sola esclusione di questa proteina dalla dieta senza tener conto del resto. Con sempre più  forza faremo conoscere quanto invece sia fondamentale un’alimentazione basata sul cibo naturalmente privo di glutine e quanto sia importante formare le persone all’attenta lettura delle etichette.

Nonsologlutine Onlus

Nonsologlutine (www.nonsologlutine.it) è una Associazione senza scopo di lucro che nasce con l’intento di valorizzare l’alimentazione senza glutine partendo dalla riscoperta di tutti gli alimenti che sono naturalmente privi di glutine legati al territorio, nel rispetto della biodiversità, dell’ambiente e della salute dei consumatori, mettendo il luce la qualità dei prodotti. Partendo da questa visione della gastronomia senza glutine, Nonsologlutine intende proporre un’alternativa alla dieta senza glutine che abbia come scopo l’estrema qualità dei prodotti, riproponendo i piatti della tradizione internazionale preparati con ingredienti che sono già in origine privi di glutine. Questo percorso permetterebbe di avere a tavola alimenti di estrema qualità che non subiscono grandi trasformazioni industriali e che garantiscono a chi mangia senza glutine, per necessità o per scelta, di poter scegliere il meglio per se con la consapevolezza di mangiare prodotti di estrema qualità.

11 Commenti

  1. Purtroppo gli ingredienti che Voi citate sono presenti in moltissimi degli alimenti (con glutine) che si acquistano normalmente. E’ una responsabilità di chi acquista leggere l’etichetta e selezionare il prodotto che ritiene più idoneo al proprio stile di vita.
    Così come ci sono molte persone (che non hanno problemi di glutine) che non sono attente a ciò che i prodotti contengono, anche molti celiaci non lo sono.
    Io ho un negozio specializzato e faccio ricerca continua di prodotti più artigianali e/o comunque più sani che propongo alla mia clientela, offrendo consigli per un’alimentazione più sana.
    Vi assicuro che il celiaco non viene “indotto” ad assumere grassi dannosi per la sua salute o quanto meno non in misura maggiore rispetto ad un consumatore qualsiasi.
    Gli alimenti per celiaci sono prodotti con materie prime naturalmente prive di glutine, ma l’utilizzo di farine senza glutine non garantisce di per sé una migliore qualità del prodotto.
    Il celiaco è perfettamente in grado di intendere e di volere (cosa che dal Vostro articolo non risulterebbe) e scegliere quale stile di vita intraprendere.

    1. Moltissimi alimenti (con glutine) contengono gli ingredienti citati e non per niente vengono definiti “cibo spazzatura”. Nel caso degli alimenti senza glutine convenzionati (quelli che normalmente vengono “ritirati” in farmacia o negozi come il suo), si tratta di prodotti che compongono un paniere all’interno del quale il celiaco è “indotto” ad acquistare, visto che non può spendere il ticket mensile per comprare un pacco di riso o una semplice farina di mais (naturalmente privi di glutine) in un qualsiasi supermercato. Poiché i prodotti sono quelli, se escludiamo le farine senza glutine e la pasta secca (in genere fatta di mais e riso), tutti gli altri prodotti, dai biscotti ai crackers, dal pane a fette alle merendine, sono quasi tutti realizzati utilizzando grasso di palma in quantità che hanno un minimo del 5% fino a raggiungere valori a due cifre. Per fortuna in rari casi si trova qualche prodotto meno ricco di olio di palma, ma parliamo di poche unità rispetto alle migliaia di etichette reperibili. Io sono celiaco e le posso portare la testimonianza di tante persone conosciute in giro per l’Italia che ritengono fondamentale sapere che un prodotto sia senza glutine, senza andare oltre questa dicitura nella lettura delle etichette. Ma questo non è un problema solo dei celiaci, ma dei consumatori in generale. Nel celiaco questa problematica di amplifica per l’ossessiva (e giustificata) ricerca di alimenti che non contengono glutine, col risultato che, una volta trovata la fatidica frase “senza glutine” o la più comoda spiga sbarrata, non ci si sofferma più sul prodotto, consumandolo per il solo piacere di aver trovato il succedaneo di ciò che gli era proibito. Per verificare quello che sto affermando basta monitorare per qualche settimana i vari gruppi facebook che trattano questi argomenti e vedere quanta poca attenzione si pone all’aspetto salutistico degli alimenti senza glutine. Quando ho posto in evidenza che alcuni dei prodotti utilizzati erano ricchissimi di olio di palma, dannoso alla salute, molti rispondevano che già non potevano mangiare tante cose e quindi concedersi prodotti spazzatura non era così grave, basta che fossero senza glutine.
      L’azione dell’Associazione che presiedo (Nonsologlutine Onlus) è quella di portare in evidenza quanto invece sia importante conoscere l’alimentazione naturalmente priva di glutine, basata sugli alimenti che la natura ci offre ogni giorno e che sono privi di glutine all’origine. Io porto sempre come esempio la lettura dell’elenco dei Presidi Slow Food che rappresentano le eccellenze dei nostri territori, nel rispetto della biodiversità: dei circa 223 Presidi italiani solo 10 contengono glutine!!! Possibile che un esempio del genere non debba far aprire gli occhi a chi invece pensa che la dieta senza glutine possa essere portata avanti solo con i dietoterapeutici pagati dallo Stato? Magari di questo ne parliamo nei prossimi giorni!

  2. Sono totalmente dalla tua parte! Sono celiaca e non consumo prodotti per celiaci industriali, basta guardare gli ingredienti per rendersi conto di quanto siano malsani.
    Il fatto che nessuno prenda provvedimenti nei riguardi di cibi destinati a persone che già hanno un problema di salute e sono predisposti a svilupparne altri mi sembra assurdo, così come il fatto che molti celiaci dipendano totalmente da questi alimenti e trascurino quelli naturalmente privi di glutine, che sono la base della mia dieta da decenni.

  3. Condivido le opinioni di Alfonso , sono anch’io celiaca e oltre a guardare che i prodotti siano senza glutine guardo anche

    gli ingredienti , ma purtroppo noi celiaci siamo costretti a mangiare questi prodotti pieni di grassi . Io cerco di fare a casa il

    più possibile ,ho sicuramente la sicurezza che è senza olio di palma !

  4. Sono pienamente d’accordo con voi, è da parecchio tempo penso a queste cose… Senza parlare che con il tempo saremo dei perfetti clienti diabetici delle case farmaceutiche!!!!

  5. Salve volevo informarvi che è stata fatta una ricerca da un italiano in America sulla celiachia e nello specifico sul grano coltivato in montagna e la solina, se si cura l’intolleranza la celiachia potrebbe essere superata! Sono un esempio xchè da piccola non è stato preso in considerazione i miei sintomi vuoi per ignoranza e vuoi per cultura

  6. la scelta alimentare è personale, la maggior parte di prodotti industriali, contengono elementi poco consoni ad una sana alimentazione ma…
    il grande pubblico, richiede prodotti pronti al consumo, il tipico prodotto apri e mangia!
    un esempio semplice lo abbiamo vissuto noi con la piadina: abbiamo creato una piadina che, surgelata, aveva tutte le caratteristiche di un prodotto sano, ma la vendita del prodotto è stata scarsa per il motivo sopra citato.
    Se si considera che una piadina per scongelarsi, ha un tempo di circa 10 minuti…. la scelta del pubblico è stata, preferire un prodotto con i conservanti, ma pronto al consumo.
    Spesso le scelte sono dettate dalla richiesta…

  7. Sposo a gran voce questo tipo di informazione. Gestisco insieme alle mie sorelle un locale a Livorno incentrato proprio su questo tema, un Bristrot 100% gluten free dove TUTTO viene fatto in casa, dai dolci al pane alla pasta fresca , SENZA l’ausilio di prodotti dietoterapici. Usiamo le verdure fresche del nostro orto…ecc…Crediamo fermamente che si possa mangiare bene sfruttando tutto ciò che già madre natura ci ha dato SENZA GLUTINE. Quindi ben vengano le iniziative come quelle di Alfonso (che ho avuto il piacere di conoscere a Cibus oltretutto) perché ci sia un’informazione corretta: il mercato del gluten free é, come accade sempre, dominato a livello mediatico da poche grosse aziende…avete capito tutti di chi sto parlando…. Ma esistono mooolte realtà , piccole e grandi, che lavorano e confezionano prodotti in maniera più genuina. INFORMATEVI e LEGGETE LE ETICHETTE SEMPRE: il vostro corpo vi ringrazierà ;)

  8. è importantissimo e fondamentale per la salute di migliaia di persone portare avanti tutto questo grazie

  9. Da un anno e mezzo seguo alimentazione gruppi sanguigni del dott.Mozzi ,oltre a non aver piu toccato pane pasta di frumento e altro con glutine mi ritrovo con 16 kg in meno,meno gonfiore e energia alle stelle ,il glutine è veramente deleterio per tutti anche a i non celiaci ,e io non sono celiaca ,ma c è poca informazione e ringrazio REPORT sempre molto attento.

  10. Perché intitolare questo articolo “Nonsologlutine CONTRO Report”? Perché invece non contattare Report e chiedere di fare un servizio anche su questo?

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