Paestum, Macelleria Marrazza


Via Torre 25
Tel. 338.4414288

Questa volta voglio parlare di Torre di Paestum, contrada del Comune di Capaccio a cui sono affezionato, anche perché è il luogo dove sono nato. Partiamo da lontano: quando nel 1943 ci fu lo sbarco degli alleati in questa contrada (come si vede in alcune foto storiche) c’erano un pugno di case e la Torre Medioevale. Un monumento che tutte le amministrazioni, dal dopo guerra ad oggi, hanno lasciato all’abbandono, quando credo che esso meriterebbe di essere recuperato dando la possibilità ai turisti di visitarlo anche all’interno.

Agli inizi degli anni 50, questa contrada, pian pianino, divenne un piccolo centro abitato. Giovani provenienti da zone limitrofe comprarono un pezzetto di terra e vi costruirono una casetta. Negli anni 60, Torre di Paestum era la contrada più “viva” di tutto il comune (invece oggi, un po’ la legge 220, un po’ una politica assente, è diventata la cenerentola del comune). Coloro che sono nati tra la fine della guerra e la metà degli anni 50 ricordano bene i tempi splendenti del Lido delle Sirene e del Cinzia, dell’Hotel Torre, del Cincillà e del Bar Franco. Un turista che voleva venire al mare di Paestum obbligatoriamente sceglieva questo posto.

A quei tempi c’erano solo turisti di qualità, per lo più stranieri. Quindi “Torre” era stata meta di conquista e tanti (in pratica la maggior parte dei genitori degli abitanti attuali) avevano raggiunto questo posto per continuare a fare il mestiere che avevano imparato in paese. Tutta gente umile e laboriosa. A Torre in pratica c’era tutto quello di cui s’aveva bisogno allora: il falegname, il calzolaio, il barbiere, il sarto, il pavimentista, il fruttivendolo e altro. Poi, sfogliando tra i ricordi, mi viene in mente “Aniell u’ chianchier” (Aniello Marrazza, il macellaio), quello che nel 1957 aprì la prima macelleria a Torre, 50 anni fa, quando la carne se la potevano permettere in pochi. Ricordo ancora, ero piccolo (7/8 anni) e mia madre, ogni tanto, la domenica mi mandava a comprare 300 grammi di carne macinata, che assieme a mollica di pane e formaggio grattugiato, doveva servire per fare le polpette nel sugo, un lusso per quei tempi. Ma quei sapori non li ho ancora dimenticati. Proprio per rivivere quei momenti felici ho fatto visita alla Macelleria Marrazza, a dieci metri dalla famosa Torre, nello stesso posto di sempre, in una casa antica d’inizio ‘900.

Qui ho trovato Aniello Marrazza, 43 anni, nipote del fondatore che, tra un cliente e l’altro, mi ha parlato della sua storia e di quella del posto. Queste le sue parole: «Mio nonno Aniello aprì la prima macelleria a Paestum nel 1930, nei pressi del Vico Tavernelle dove adesso c’è il Bar Magna Grecia, poi, nel 1957 lasciò mio zio Melchiorre a Paestum e lui venne a Torre per inaugurare questo nuovo punto vendita. Nel 1963 le redini della macelleria a Torre passarono a mia zia Caterina che le tenne fino al 1980. Nel frattempo, io, già da quando frequentavo le scuole elementari, aiutavo quotidianamente mio zio in macelleria a Paestum e seguivo mio padre per imparare ad acquistare gli animali che successivamente dovevano essere macellati.

Per me è stata da sempre una vera passione. Così, il 1 settembre del 1980, a soli 17 anni, la mia famiglia mi affidò la macelleria a Torre che ancora oggi gestisco con impegno e amore». Una bella storia che diventa ancora più piacevole se aggiungiamo che nei pressi della macelleria c’era “Antonio u’ barbier”, che aveva una figlia bionda di nome Maria. Ebbene, Aniello s’innamoro’ di quella bionda che sposò nel 1990. Ora la storia continua con Maria che collabora con Aniello nella macelleria ed è la mamma delle sue due figlie: Carla e Diamante. Le carni che commercializzano sono quelle solite: bovini, suini, ovini, pollame e coniglio che sono rigorosamente locali o provengono dalla vicina Basilicata. Di ottima qualità sono anche gli insaccati che producono senza aggiunta di conservanti. Aniello racconta che, qualche anno fa, la locale banca inserì le sue salsicce nel tradizionale cesto natalizio che offre ai soci e fu un successo totale tanto che arrivarono telefonate finanche da Roma per poter acquistare altre salsicce. Oggi, dopo 50 anni, Marrazza è sempre la macelleria preferita dei torresi di Paestum.

Diodato Buonora