Papaccelle fritte in agrodolce, Papaccelle fritte cu ll’uva passa e pignuole


Papaccelle fritte all' agrodolce

di Tommaso Esposito

Ce ne sono ancora di papaccelle ricce in dispensa.
Nessun avanzo.
Sono soltanto ben tenute sotto aceto e non ancora ammollate.
Gialle, rosse, verdi.
Con gli stessi colori smaglianti e vividi di quando sono colte tra giugno e settembre negli orti di Napoli.

Papaccelle ricce sottaceto

Hanno un dolce sapore a crudo e sono croccanti.
Profumano del profumo proprio del peperone.
Buccia sottile.
E fresche vanno al forno imbottite di pane, olive verdi e nere, capperi e acciughe.
Oppure semplicemente fritte come contorno.
Conservate sotto aceto raggiungono l’inverno.
Per me le prepara zio Peppe Dorio che le coltiva nel suo giardino e usa il suo aceto di vino.
Sono speciali.
Voi le potete trovare presso un buon venditore di olive o di baccalà.
Io amo questa ricetta che Zì Ngiulina, commarella di mia nonna, dichiarava sua invenzione.
Non le ho mai creduto, ma non gliel’ho mai detto.
Per non farle prendere collera.

Ingredienti per 4 persone

Papaccelle ricce sotto aceto gr 700
Pinoli gr 50
Uva passa gr 70
Olio extra vergine di oliva, sale, zucchero semolato q.b.

Papaccelle tagliate a listarelle

Procedimento

Svuotare e togliere i semi alle papaccelle. Tagliarle a fettine sottili un mezzo cm.
Con olio extra vergine di oliva friggerle in una padella molto larga affinché non si diventino mollicce in cottura.
Sollevarle e adagiarle in un vassoio o sperlunga alta.
Intanto si è fatta rinvenire in acqua l’uva sultanina e si son tostati in una padellina antiaderente appena unta di olio i pinoli. L’uso del’olio li lascerà lucidi.
Spolverare sulle papaccele un paio di cucchiai di zucchero semolato e mescolare.
Unire infine i pinoli e l’uva passa rinvenuta e appena appena strizzata.
Rimescolare per amalgamare gli ingredienti e lascare riposare un oretta.
Servire come contorno sia al baccalà che alle carni di maiale.
Come vi aggraderà.

Papaccelle fritte cu ll'uva passa e pignuole

8 Commenti

  1. Buobgiorno,vivo a Novara dal 1970 ma originario dell’AGRONOLANO,conosco bene il prodiotto.A Novara si trovono le Papacelle mà non sono le verace, mia Nonna in inverno le cucinava in diversi modi : con patate e olive nere, con i Parenti gareggiava per il miglior prodotto conservato perche diceva per una lunga e buona conservazione alla base una miscela di aceto e aromi. leggendo e osservando le Papacelle sono ritornato Bambino .E’ vero non tutti i vendono il prodotto verace. auguri Antonio

        1. ma quelle di Lello abbinate alla scarola imbottita sono di un altro pianeta, quella della cucina contadina irpina!

  2. Non stiamo facendo nessuna gara per stabilire quali siano le migliori…l’intento era solo quello di far conoscere un altro modo di preparare le pepaccelle (da noi le pupacchie). E poi, proprio con Tommasino nostro??? ;-))

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