Patriglione 1997 igt Cosimo Taurino


Patriglione 1997

Patriglione 1997

Quest’anno ci ha lasciato un grande enologo, Severino Garofano. Irpino di nascita, pugliese di adozione, ci ha regalato alcuni dei vini più buoni e memorabili della nuova viticultura italiana. Uno di questi è il Patriglione su cui abbiamo subito puntato il dito nella carta straordinaria che Mario Sposito ha messo in piedi per la cucina del Fratello Francesco a Taverna Estia. Parliamo del 1997, troviamo un Negroamaro evoluto, di grande spessore, complesso dal punto di vista olfattivo perché ci fa viaggiare dalla frutta alla conserva alla macchia mediterranea con una chiusura di cenere. Perfetto ed equilibrato al palato dove gli oltre 14 gradi sono sostenuti da una inesauribile freschezza. Un rosso di 21 anni fa che troviamo però sconcertante per la straordinaria modernità, chiusura sapida e amara. Un grande capolavoro nato dall’intesa di due grandi uomini: Severino Garofano e Cosimo Taurino.

Scheda del 28 dicembre 2004. Ho avuto diverse discussioni intorno a questa bottiglia e mi fa piacere (ri)sottoporla al giudizio di chi mi legge e che avrà voglia di assaggiarla. Una brevissima introduzione. Cosimo Taurino è stato a lungo considerato con i suoi vini un punto di riferimento del vino salentino e più in generale pugliese. Taurino non è solo il produttore del Patriglione ma anche di una ben più accessibile (nei prezzi) gamma di vini: dal fratellino minore (non però nella qualità) Notarpanaro, al Salice Salentino Doc rosso, dalla versione Igt, in rosa, Scaloti, al bianco secco, I Sierri, da uve Chardonnay e Malvasia, e al bianco dolce, Le Ricordanze, dall’insolito uvaggio di Riesling e Semillon. Tutti vini validi e dall’interessante rapporto qualità-prezzo. Taurino viene attualmente distribuito da Selezione Fattorie ed è proprio ad una degustazione organizzata dal deus ex machina di questa bella organizzazione, Silvano Formigli, che ebbi modo di degustare, per la prima volta, l’annata 1997. Sicuramente i paragoni con altri vecchi millesimi non reggono e non so quanto questo sia dovuto al forzato passaggio di consegne padre-figlio occorso pochi anni or sono con la scomparsa del mitico Cosimo e quanto invece sia imputabile alle condizioni climatiche di quell’annata così osannnata allora e la cui valutazione, oggi (dappertutto e non solo in Puglia), è rivista al ribasso. Eppure avevo avuto modo in quella circostanza di esprimere un giudizio lusinghiero sul vino (tra l’altro nella “top 20” di questo sito, nda) salvo poi ricevere da parte di alcuni fidati colleghi, stimati degustatori, tutta una serie di rimbrotti ed osservazioni negative circa la qualità molto poco esaltante di quella bottiglia. Ho deciso così di recarmi in enoteca ad acquistare una nuova bottiglia approfittando della possibilità di berla proprio insieme ad uno di loro. Il risultato è stato un compromesso tra la mia posizione, forse eccessivamente entusiasta, e quella loro, probabilmente troppo critica. Eccovi le note di degustazione. Il profumo è intenso, non particolarmente fine, e sembra più che altro soffrire uno squilibrio di gioventù. Non gli si può negare un naso ricco di frutta matura, prugne e more, e di sentori di terra bagnata, spezie e liquirizia. Il palato è caratterizzato da tannini esuberanti ma dolci. Non sembra aver raggiunto quell’armonia delle parti che ci aspetteremmo, sempre, da un grande Patriglione. Insomma un vino a cui dare ancora qualche altra chance, a cui guardare con sguardo moderatamente benevolo, possibilmente aspettando ancora qualche anno, nella speranza che, nel frattempo, raggiunga (se mai la raggiungerà) la forma ottimale.
(Questa scheda è di Fabio Cimmino)

Sede a Guagnano
Tel. 0832.706490, fax 0832.706242
Sito: http://www.taurinovini.it
Enologo Severino Garofano
Bottiglie prodotte: 1.300.000
Ettari: 145 di proprietà e 20 in fitto
Vitigni:negroamaro, malvasia nera, malvasia, semillon, riesling, chardonnay