Pescheria Rea a Sarno cento anni di baccalà


Italfisch

Italfisch

di Alfonso Sarno

Non lasciatevi ingannare dall’accattivante modernità del nome, dietro l’anglofono Italfisch si nasconde una storia secolare, tutta all’insegna di stoccafisso e baccalà iniziata nel 1815 in quel di Somma Vesuviana da Bernardino Rea e che continua, vispissima e senza alcun bisogno di ritocchini ancora oggi grazie a Mario ed ai suoi fratelli, i trisnipoti dell’intraprendente commerciante.

Italfisch

Italfisch

Pescheria Rea, alias Italifish. La sede non è più nella città ai piedi del Vesuvio, considerata dalla fine del 1500 una delle capitali del merluzzo per la ricchezza delle acque del fiume Sebeto, indispensabili per la sua lavorazione ma a Sarno, nei pressi delle restaurate Filande. “Siamo baccalari fin nel profondo dell’anima”, afferma orgoglioso Mario, l’ultimo di cinque fratelli ovvero Bernardino, Nicola, Vincenzo e Raffaele, “e continuiamo a trattare i tradizionali prodotti a cui abbiamo aggiunto da qualche tempo anche la vendita del pesce fresco.”

Italfisch

Italfisch

Italfisch

Italfisch

Esigenza, questa, nata per diversificare l’offerta e venire incontro ai desiderata dei clienti ma che non intacca la loro missione: quella di offrire il migliore stoccafisso e baccalà, trattato con quell’antica, certosina maestria che ha conquistato esigenti palati.

Italfisch

Italfisch

“Abbiamo clienti che vengono anche da fuori regione. Attirati dal fatto che i ‘figli di Aniello’ ancora così ci chiamano offrono la massima garanzia con lo stoccafisso sottoposto ad una lavorazione di circa quindici giorni, ammorbidito e reidratato ed il baccalà messo a mollo per quattro-cinque giorni in modo da eliminarne l’eccessiva salatura”. “Vado in Norvegia”, continua Rea, “almeno un paio di volte l’anno per controllare la produzione e programmare gli acquisti e lì ho scoperto che non soltanto il nostro paese è tra i maggiori consumatori ma anche che noi del Sud siamo considerati quelli più esigenti”.

Italfisch, lavorazione

Italfisch, lavorazione

Un lavoro continuo che li impegna sempre, fin dalle prime ore del mattino. Già, a differenza di quanto molti pensano questo particolare tipo di merluzzo non si consuma soltanto durante le feste comandate ma per 365 giorni l’anno: “D’estate va più lo stocco, preparato all’insalata mentre il baccalà è tipico del periodo natalizio, portato in tavola fritto o, anche, sotto forma di polpette”. Madeleines proustiane, quest’ultime, per l’inossidabile Ciriaco De Mita: “Impazziva per quelle che preparava mia madre Michelina Ballese. Quando era presidente del Consiglio, tramite un suo amico sarnese, è venuto diverse volte da noi.

Italfisch, vasche

Italfisch, vasche

Italfisch, vasche

Italfisch, vasche

Preannunciato da una telefonata, arrivava a casa nostra con tanto di scorta solo per mangiare le polpette di mammà, a suo dire le migliori in circolazione”. Piacere che condivideva con il suo ex pupillo, Clemente Mastella e con Giuseppe Canfora, sindaco della città e presidente della Provincia di Salerno, ghiotto di stoccafisso e baccalà “sempre e comunque”. Prodotto che ha contribuito alla fortuna, caratterizzandolo, de “O’ Romano”, sarnese trattoria di tradizione nei pressi del Palazzo Comunale gestita, da circa quindici anni, da Gaetano Cerrato e dalla moglie Antonietta. Una vecchia rivendita di vino, oggi tempio di chi vuole mangiare piatti preparati con antica cura e che vede lo stocco all’insalata con i sedani o le patate e il baccalà arrecanato con pomodoro, capperi, olive di Gaeta ed olio extra vergine d’oliva fare la parte del leone. Anche se non mancano, come ricorda il patron, le altre eccellenze della zona come le rane (“ma solo su ordinazione”), gl’iammarielli cioè i gamberetti di fiume e le anguille. Prelibatezze recentemente assaggiate dal presidente del Napoli Aurelio De Laurentis e dai suoi calciatori in una serata buona per dimenticare allenamenti e diete.

Pescheria Rea
Via Provinciale Amendola Giorgio 21
Tel. 081 020 8492