PETRUS


Ci sono modi e modi per consentire a qualcuno di tentare di rovinarti la giornata all’ora di colazione. Una telefonata, una mail, un sms, un fax. E non ci puoi fare molto in questi casi. Al telefono, se ti ricordi i numeri indesiderati puoi anche non rispondere,  ma quello che ti  arriva in forma scritta sotto le diverse forme di comunicazione sei istintivamente attratto a leggerlo.

 Ci sono due parti del corpo delle persone oggettivamente difficili da chiudergli, ma se pure ti fosse consentito ipoteticamente di chiudergliene almeno una, l’imbarazzo sarebbe totale valutandone la somiglianza. Quindi tanto vale andare oltre cercando il barattolo dello zucchero piuttosto che strizzarsi il limone nel caffè mattutino. Così va, con qualcuno neanche un caffè, con un altro anche Petrus, ma non l’ amaro per digerire i cretini, il Pomerol per festeggiare l’amicizia.

Ma chi sei, assomigli molto ad un carissimo amico ma non puoi essere tu, nessuno ti ha mai visto in giro prima delle undici,  ma cosa ci fai qui in ufficio alle otto del mattino, avevi l’ufficiale giudiziario in arrivo o è solo insonnia ?

Se non sapevi cosa fare , perché non hai mai niente da fare,  adesso ci penso io a farti passare la mattinata in un lampo. Lo senti questo rumore, è un camion con sopra due container con 20 tonnellate di carne congelata da scaricare e stamattina ne ho due in mutua. Facciamo noi? Dai che mi dai una mano, ma proprio solo a mano, perché guanti anti ghiaccio della tua misura non ne ho.

 

A volte quando hai bisogno di una mano è meglio che guardi in fondo al tuo braccio, ma per fortuna non è sempre così. Ok, anche questa è andata, adesso andiamo a pranzo, offro io! Curiosa la vita, per metà della quale ho quasi sempre offerto io e per l’altra metà si sta rovesciando la proporzione. La cosa non mi imbarazza affatto, anzi, era ora !

Pier ! Due risottini al tartufo bianco, due piccioni alla griglia. Prima due fettine di culatello e da bere fai tu. Occhiolino.  Caspita ma sei al completo, non ci possiamo neanche sedere ? Resta il tavolo di famiglia e qualcuno che deve arrivare, bene, ci mettiamo qui, e poi chi arriva e se arriva  si berrà un bicchiere di quello che ci stappi tu Pier.

Ehilà un 82,  un po’ giovane ma si lascia bere. Eccolo il terzo, lo conosciamo, lo conosciamo, uno che se gli dai un Rosso Conero o uno Chambertin di Rousseau è la stessa cosa. Cosa bevete ragazzi,  Un merlot, ti passo la bottiglia, bicchiere riempito a raso, golata da oasi appena sceso dal cammello. Occhi sbarrati, i suoi, ma anche i nostri. Ma che cos’è questa roba, ma è fantastico, ma che cosa avete stappato? Petrus 82, il vino a prova di imbecille.

E se l’ha riconosciuto un imbecille vorrà dire che questo vino non vive di fama usurpata. Ci sarà qualche cosa in più in questo merlot rispetto a quello di Planeta. Ci sarà un motivo per cui questo è uno dei tre vini più conosciuti al mondo e molti dei suoi vecchi millesimi sono tuttora tra i più stimati e i più ambiti da chi se li può permettere. Parlo di annate leggendarie come : 1921, 1929, 1947, 1949, 1961, 1964 . Qui non si scherza, il filotto qui sopra se ben conservato non teme niente e nessuno.

Il perché dell’eccezionalità di questo vino è “tutto” nel suo terreno, fondamentalmente diverso dai suoi vicini, perché la percentuale di argilla è altissima, almeno quanta quella di piedi di vigna merlot nei confronti quella minima di cabernet franc.

Vinificazione impeccabile, piccola produzione (30.000 bottiglie per anno), clientela affidabile che è disposta a mettere sul tavolo tre o quattro biglietti di quelli grossi per cavare un tappo di Petrus e versarlo senza tante ansie . Per un appassionato “normale” , che 1500 euro li guadagna in un mese, un vino teoricamente irraggiungibile, salvo rivolgersi alle annate che il mercato e gli esperti hanno definito piccole. Tra le ultime, il 2001 e il 2004 per esempio, dove dovrebbero bastare 600 euro per portare a casa il prezioso flacone. Forse meglio trovare un amico ricco allora, o una attempata milionaria in cerca di compagnia, perché il rischio è di fare come molti ristoratori alla fine degli anni 80, quando si favoleggiava che per avere una stella rossa fosse opportuno e consigliabile comprare i soliti cinque premier grand cru bordolesi ed una cassetta DRC, dicevo, il rischio è di comprare annate stupide, come quei mediocri 1984 o 1987 che hanno infestato le carte dei vini degli stellati italiani per due decenni, così come sta succedendo per i Borgogna rossi 2004 e bianchi 2003. Quindi se pensate che sia necessario togliere il dente tanto vale puntare in alto, il riferimento non sarà perciò dubbioso, salvo scoprire che anche un Masseto non è da disprezzare facendo una parallela sul vitigno.

Per quel che mi riguarda Petrus è di nuovo un vino che mi interessa relativamente, per quanto il fascino di un grande cépage come il  merlot è terzo solo al Pinot Noir e al Nebbiolo come vitigno, ma 1000 euro non sono secondi a nessuno, e quindi mi tengo in data base quelle tre volte che ho bevuto un Petrus , quando me l’hanno offerto o quando costava 200mila lire. Certe follie oggi le lascio ad altri. Pas  de Petrus, merci!

GDF

27 Commenti

  1. senti gardien, e vedi di non fare affermazioni facilmente smentibili perfino nemmeno uscendo da casa, io settimana prossima sono invitato a londra a casa di una tale goga kulibayev in askenazi ma gia’ separata.

    tutto meno che attempata ma milionaria si ,pero’.

    volevo giusto portare due bottiglie di petrus , per non sbagliare. tu dici che lei e i suoi amici sono raffinati quanto te ?. e allora che mi consigli ?

      1. Guardien: la concretezza, mani in tasca, di questo post mi piace “assai”. Ciò che posso dire è che non sono cosi’ attempata e, pensandoci bene neanche milionaria, ma se mi inviti bevo con te. : ) Sei sempre ricco in smalto!

  2. Io ce l’ho…in formato calamita appiccicato sul frigorifero. Mette in evidenza i pizzini della regina: comprare pane, togliere panni che piove… Però è originale, comprato a St. Emilion: è un ’97.
    Maffi, potrebbe essere un’idea, magari in diverse annate: chissà che gran frigorifero (?) possiede la signora Askenazi, in quel di Londra. Parente del grande pianista?

    1. non credo , ma la colpa è mia fabrizio. ho toppato il cognome: asHkenazi.

      di frigoriferi ne ha certo di bisogno. pur essendo kazaca è tutto men che fredda. il contrario esatto di certe giornaliste del centro-italia, che non riusciresti a scaldare nemmeno con i tre camini di casa mia al massimo della potenza.

    2. Fabrizio, in casa nostra di Petrus al massimo entrava il Boonekamp !! :-))

      L’Ashkenazi di cui scrive Giancarlo non ha alcuna parentela con Vladimir, forse con i tappeti…

  3. Sarà un caso ma sull’inserto de Il Sole “ventiquattro” di oggi a pag 24 un certo G. Pinchiorri parla del Masseto e a pag. 75 Jeannie Choo Lee Master of wine di Hong Kong dice che il merlot si abbina bene al curry ed il sushi ai borgogna.
    Ottimo, la prossima volta che la suocera mi prapara il pollo al curry invece della Singha beer saprò cosa bere.

    …la Singha naturalmente.

  4. Occhio Giancarlo chè sulla Goga ha già messo gli occhi un personaggio inglese conosciuto… no, non Chicco, intendo il quarto pretendente al trono ! :-))

  5. Ragazzi, questa è la numero 40 !
    Che vuol dire qualcosa in previsione di quell’idea di Giancarlo per il libro.

    Adesso cosa mi devo inventare?
    Altre 40 o smetto?
    Dite la verità, vi siete un po’ rotti di questi vini francesi?

    1. No, assolutamente no! Ma come si fa a ” rompersi” con argomenti così interessanti e messi in un modo così canzonatorio e gioioso, alcune volte dissacrante, come fai tu? Vedi, Robertò, ti posso assicurare che sicuramente c’è un gruppo di amici, “quasi sommelier”, che ti segue con tantissima attenzione e che mi ha quasi lapidato perchè avrebbero voluto incontrarti il 28 Agosto scorso, ma come sai, non si poteva fare, Gennaro Albano testimone!!! Continua così, ti pregherei solo di darci qualche indicazione tecnica in più, e se ti è possibile fare un raid in Campania per conoscere i tuoi fans.

      1. Per quanto mi riguarda, potrebbe trattare anche di succhi di frutti che comunque lo leggerei.
        Mentre al contrario di un ovivendolo contrabbandiere di mozzarelle nonchè ricercatore di patate per gli gnocchi in UK, ultimamente non possiamo dire lo stesso.

        1. sto preparando il botto, alba , non ti preoccupare…… anzi i botti…. MENO SEI …., SETTE OTTO E NOVE…

  6. “ma se pure ti fosse consentito ipoteticamente di chiudergliene almeno una, l’imbarazzo sarebbe totale valutandone la somiglianza”

    Evvai!

  7. Ciao Roberto,ieri sono tornato a casa, anche se ho ancora probemi col pc e con la stampante. In attesa di parlare di tempranillo, graciano e garnacha di un ottimo Rioja Gran Reserva, oppure di un Ribera Crianza assaggiato su un gustoso cochinillo asado, o un lechazo cucinato alla stessa maniera o altri stupendi vini spagnoli che sicuramente tu desciverai alla tua solita inappuntabile maniera, limitiamoci a qualche piccola divazione sul vino in questione. Hai ben sottolineato tu che la differenza tra il Petrus e gli altri pure ottimi vini di Pomerol , a destra della Dordogna, che possono annoverare, tra gli altri,vini insuperabili come Certan, Clinet, La Conseillante, L’Evangile, La Fleur-Petrus, Lafleur, Latour a Pomerol, Le Pin, Trotanoy ed altri consiste nel particolare terreno su cui vengono allevate le uve di Merlot e/o Caberner franc (qui usato soltanto al 5%). Si trova, infatti, proprio al centro dell’area di ghiaia, le famose graves del Pomerol-Figeac. Un’altura ricca poi anche di arenaria, argilla e sabbia. Il Pétrus di Moueix ha una bassa acidità e grande morbidezza che può resistere alle insidie del tempo anche per oltre 50 anni. Abbracci.

  8. Gioisci Cilento!!! Malgi è tornato…
    Allora Enrico, il Guardiano vuole tutte le schede tecniche dei vini che hai degustato durante la tua ” Turnè” in Lombardia. Poi, appena finito, le schede sui vini spagnoli e portoghesi, non disdegnando nel frattempo di postare qualcosa sul Cilento, che certamente non puoi abbandonare al suo destino!!! forza, datti da fare…

  9. @Incommensurabile Lello, infati ho gia pronto una ventina di post da consegnare. Il problema è che il mio pc continua a a fare le bizze, la stampante per scaricare gli allegati non funziona e le foto scattate non arrivano. Appena tutto è a posto vedrai, va bene?
    @Roberto, se vuoi possiamo anche parlare dei rosati del Marocco, che in loco vengono impropriamente chiamati vins gris come sai. Sicuramente però sono migliori vini rossi, come quelli di Les Trois Domaines, chiamati anche Tarik e Chane Bled, prodotti con uve Carignan, Cinsault, e Grenache, coltivati nella regione di Meknès-Fes. Abbracci.

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