Piedirosso, le dieci migliori bottiglie da comprare nel 2017


Gerardo Vernazzaro

Gerardo Vernazzaro

Sempre più bello e buono il Piedirosso, il vino che meglio di ogni altro vuol dire Campania per i rossi semplicemente perché fuori non c’è. Finezza, pulizia, leggera modernità, grande capacità di evolvere bene nel breve e medio periodo anche se non mancano allunghi interessanti. Un vino della convivialità che ha le sue radici antiche, che sava quasi per essere tolto di mezzo e che è tornato sul Vesuvio come sui Campi Flegrei, ma anche nel Sannio e nel Cilento, con risultati molto interessanti.
Forza allora, con i nostri consigli.

1-Piedirosso dei Campi Flegrei 2014 doc
Contrada Salandra
Sì, è lui, con i suoi tempi giusti. Il passo flemmatico dell’artigiano, difficile dire se lui sia il Perillo dei Campi Flegrei o viceversa. Ma il risultato è uguale: bottiglie uniche nel panorama campano, ricche di emozioni, che non lasciano mai scontenti gli appassionati. In questa versione il Piedirosso di Giuseppe Fortunato si distingue per l’estrema grazia e finezza. Il sorso dopo aver conquistato ocn le note di geranio e di frutta rossa, si caratterizza con una beva equilibrata, fresca ma in equilibrio con un allungo finale ineccepibile. Un vino che potremmo definire addirittura saporito. Grande.
www.dolciqualita-com

2-Piedirosso dei Campi Flegrei Tenuta Calamaldoli 2013 doc
Cantine Astroni
Gerardo Vernazzaro in questo momento storico è l’enologo professionista che meglio conosce il piedirosso: è proprietario della maggiore estensione di terreno vitato, ha espereinza e nel corso degli anni ha continuamente perfezionato il vino aggiustando il tiro verso la salinità e la freschezza del rosso avendo cura di tenerlo bene a dieta. Il 2013 è ai suoi primi passi ma ci sembra promettente. Ci è molto piaciuto il lavoro fatto sull’eleganza e la finezza del vino, la capacità di portare il risultato finale ad ottimi livelli espressivi. Un vino dai piccoli numeri ma di grandi emozioni.
www.cantineastroni.com

3-Piedirosso dei Campi Flegrei Vigna della Volpi 2015 doc
Agnanum
Anche questo rosso non finisce mai di stupire. Viene dalle uve più alte dell’azienda che sono ai margini del muro costruito dai Borbone per circoscrivere il createre degli Astroni, uno dei cento vulcani del territorio. Da lì vengono le volpi per mangiare l’uva proprio come nella favola di Fedro. Questa volta la versione di Raffaele  è molto ricca al naso, con sentori di prugna e piacevoli note di cenere. Al palato si avverte la finezza dei tannini sottili ma presenti e l’acidità che la fa da padrona e detta i tempi di un sorso veloce, piacevole, efficace e molto lungo. Sapido e minerale.
www.agnanum.it

4-Piedirosso dei Campi Flegrei 2016 doc
La Sibilla
Come cambiamo i tempi, vero. Pensate che per trovare il primo 2016 dobbiamo arrivare al quarto posto. Il che dimostra che anche per questo vitigno ormai le cose sono cambiate e che i migliori cercano di aspettare sempre un po’ per ottenere migliori risultati. Ma l’interpretazione di Vincenzo Di Meo ci convince perché ha conservato la schiettezza del Piedirosso, la sua immediata bevibilità, la sua capace di strappare sempre un sorriso di gioia su una pizza, o su un piatto della tradizione campana. Lungo, sentori di geranio al naso, sapido e piacevole al palato.
www.sibillavini.it

5-Vesuvio Rosso Vipt 2016 doc 
Cantine Olivella
Dai Campi Flegrei al Vesuvio, dove il piedirosso gioca un ruolo fondamentale nella doc di territorio. Questa versione è stata piano piano migliorata nel tempo dando la giusta attenzione alla eleganza e alla finezza della beva. In questa versione infatti al naso esplode la fragranza della frutta matura e fresca, al palato dominano la lentezza e la capacità di questo bicchiere di dissetare lasciando completamente soddisfatti. Da non perde in abbinamento con il cibo e le ricette tradizionali dell’orto-mare. Magari da aspettare anche un po’, ma senza esagerare perché è già pronto.
www.cantineolivella.com

6-Piedirosso del Sannio 2016 doc
Mustilli
Oggi i i vini da monovitigno  sono scontati, ma la grandezza di Leonardo Mustilli è stata quella di averli pensati nel Sannio circa 40 anni fa. Anche l’amore per il Piedirosso fa parte della tardizione di famiglia e l’incontro con l’enologo Fortunato Sebastiano ha fatto il resto. Ne è uscito fuori un sorso molto seducente ed efficace, più disteso dell’altra etichetta aziendale, il Conte Artus. Un bicchiere maturo, completo, di buona stoffa e in ottimo equilibrio con la freschezza che detta i tempi e la qualità della beva nel palato con una chiusura precisa, lunga  e appagante
www.mustilli.com

7-Piedirosso dei Campi Flegrei Settevulcani 2016 doc
Salvatore Martusciello
Una quarto di secolo passati a selezionare le uve e a seguire i fornitori alla fin fa la differenza. Adesso Salvatore Martusciello deve concentrarsi sulla qualità senza avere più la preoccupazione dei grandi numeri. E il risultato è una bottiglia ricca, piacevole, essenziale, che non altra pretesa se non regalare le gioia del vino giusto vicino al cibo giusto. Ossia una interpretazione del genius loci di questo vitigno che deve appunto essere un sorso di servizio. Rinfrescante, quasi dissentante, da spendere sul cibo dell’estate o sulle pizze della nuova stagione che sta vivendo la tradizione napoletana.
www.salvatoremartusciello.it

8-Lacryma Christi rosso 2015 dop
Cantina del Vesuvio
Fidatevi, non c’è niente di meglio che andare a visitare questa azienda, mangiare uno spaghetto con il pomodorino del piennolo e bersi una bottiglia di rosso ottenuto interamente da piedirosso. Maurizio russo è figlio d’arte ma ha convertito l’attività di famiglia da vinificatore e a produttore aprendo ai turisti. Vende tutto in azienda, l’uovo di Colombo che ha risolto ogni problema. Il suo rosso è il vino della felicità spensierata dei giorni di festa, sapito, fresco, abbinabile alle ricette della tradizione. Da stappare subito senza remore o, al massimo nel giro di un paio d’anni.
www.cantinadelvesuvio.it

9-Lacryma Christi rosso Munazei 2016 dop
Casa Setaro
Ancora sul Vesuvio, ancora un Lacryma doc. In effetti non siamo lontano e la scelta di vinificare in purezza il piedirosso anche senza avere l’obbligo del disciplinare è lungimirante. In questi terreni sabbiosi neri il Piedirosso sta davvero a proprio agio. Lo dimostra questa bella esecuzione che rivela un’annata non prolifica ma di grande qualità, fruttata e molto piacevole. In bocca ritroviamo le  caratteristiche del suolo vesuviano: tono amaro, rimandi di cenere, tanta freschezza. Una verve al palato che rende anche questa bottiglia decisamente abbinabile ai piatti della tradizione.
www.casasetaro.it

10-Vesuvio Piedirosso 7 Moggi 2015 dop
Sorrentino
Ancora un’azienda che ha fatto dell’ospitalità una chiave del suo successo. Nella bella campagna c’è sempre tanta attenzione anche al piedirosso oltre che agli altri vitigni di territorio. In questa versione abbiamo un rosso di grande impatto, al naso toni di geranio e di ciliegia, al palato una vivace acidità che sostiene la materia ricca e concentrata di questa annata molto interessante. Una bella esecuzione che si affianca anche ad un altra, il Frupa 2011 che cerca di esplorare le potenzialità di questo vitigno con il passare degli anni. Noi segnaliamo questa: agile, elegante, scattante.
www.sorrentinovini.com