Potenza, Antica Osteria Marconi


Viale Marconi, 233-235
Tel. e fax 0971.56900
Chiuso domenica sera e lunedi
Ferie variabili in agosto
www.anticaosteriamarconi.it
[email protected]


Francesco Rizzuti e Peppe Misuriello

Si chiama Antica, ma in realtà la sua apertura risale solo al 1994. L’idea era quella di fare buona cucina in un panorama piuttosto asfittico e senza guizzi, ma soprattutto senza ambizioni. Sapete, come quando uno fa il ristoratore o l’enotecario con la stessa tensione di un benzinaio o di un tabaccaio, giusto per citare due tra le categorie più sfasteriate quando hanno a che fare con i clienti. Da allora le vicissitudini non sono state poche, tra alti e bassi, e non è stato facile per Francesco tenere duro in una città sempre ferma, ma l’impresa è andata avanti con gli attori che sono cambiati, il rapporto con Peppe Misuriello che segue la sala e la cantina, ma anche uno stage da Adrìà nel 1999 che per fortuna non lo ha sodomizzato con schiumette e giochi destrutturati, ma gli ha regalato comunque un’ottica diversa sulla gestione della materia prima e più sicurezza nell’osare. Così l’Antica Osteria, tra l’altro molto facile da raggiungere perché è proprio all’ingresso di Potenza, è uno dei punti fermi per i gourmet che vivono a questa latitudine e che vogliono variare rispetto alle proposte della Costa, diciamo l’altro polo terragno rispetto all’Oasis dove però la cucina è meno sorprendente rispetto ai canoni tradizionali. Intendo per chi vive tra Napoli e Bari. Vi diamo qualche aggiornamento perché ci siamo accorti che l’ultima visita registrata risale quasi a quattro anni fa e vi diciamo subito che tutto è più tonico e carico di entusiasmo, la giovane impresa è riuscita a trovare nuove motivazioni e questo ci fa molto piacere perché l’agricoltura di qualità ha bisogno di queste casematte del gusto ben presidiate e capaci di far fare bella figura. Le due salette sono un mondo a se, semplici nell’arredo, elegantemente sobrie nell’hotellerie, attente al particolare, adeguate ad ogni esigenza di beva, e qui conviene immergersi nel robusto volume che costituisce la carta dei vini dove molte etichette vengono proposte in profondità notevoli. Ci torniamo spesso volentieri, non quanto vorremmo. Ecco la sequenza dell’ultima visita, fatta per celebrare il Don Anselmo 1985: tonno rosso scottato con la scarola saltata con le olive di Ferrandina e ristretto di arance amare, il fritto di baccala, zuppetta di fagioli di Sarconi caramelle di cipolla rossa e i peperoni Cruschi, il pancotto “2009” rammodernato con le rape e l’uovo di Parisi, lo strascinato di semola “senatore cappelli” con il baccalà, le olive di Ferrandina e la mollica sfritta (sino a qui il Fiano 1994 di Mastroberardino), gli ziti spezzati con Il ” soffritto” di agnello lucano al peperoncino e alloro e il coscio di agnellino di pascolo in crosta di senape, cicorielle di campo e salsa di canestrato di Moliterno. Si tratta di piatti che trovate in carta, dalla quale vorrei segnalare anche altri due antipasti (il coniglio disossato e cotto a bassa temperatura, zuppetta di lenticchie e crocchettina di ripieno e la”bruschetta”capovolta con tartare di manzo, e tartufo nero dei nostri monti), tre primi (la zuppa di ceci e cavolfiori con crostini al lardo e spezie d’oriente e funghi, gli strascinati fatti a mano con i cardoncelli grigliati. i calamaretti e i pomodorini infornati, i paccheri di Gragnano con la” genovese” di tonno fresco e leggera salsa di ceci paesani) e un secondo: le costolette di maialino da latte con arance, finocchi e peperoncino. Da non perdere, in alternativa al dolce, il giro di formaggi di cui la Basilicata giustamente fa gran vanto e che qui vengono confrontati con qualche chicca nazionale Il servizio è attento e collaudato, sarete coccolati con i diversi pani, il pre-dessert e la piccola pasticceria e chi può, con tanti distillati e liquori. Al di là dello stile, il palato affonda nei sapori chiaramente decifrabili, non ci sono barocchismi o virtuosismi e la materia prima ha davvero un passo lungo. La capacità di Francesco è quella di coniugare tradizione e innovazione senza però lasciare da parte l’aggiornamento e le citazioni (vedi l’uovo di Parisi che in questo periodo fa chic). L’idea di fondo è quella di stare a casa dello chef mentre il menù, come in tutti i ristoranti che si rispettano, è molto chiaro e diversificato: il menù degustazione costa 40 euro, il gran menù sale a 50 (tre antipasti invece di due e due primi invece di uno). C’è il pranzo di lavoro offerto a 30 euro, oppure si può scegliere tra la coppia antipasto/primo e primo/secondo rispettivamente a 16 e 22 euro. Questa flessibilità fa i conti con la crisi ma anche con il modo diverso di mangiare sicché anche una coppia di giovani può venire qui, provare due piatti, bere un aglianico o un bianco e andarsene spendendo 30 euro al massimo a testa, facendo una bella e completa esperienza.

Visita del 17 aprile 2005.
Sull’ultimo tratto di strada che conduce da Napoli a Potenza i segni miti e tranquilli della primavera lucana, parca persino nei colori. Solo verde, una campagna ordinata e laboriosa, come i suoi abitanti. Respirate perciò a pieni polmoni: l’ingresso in città sarà infatti grigio e soffocante, tra strade anonime e palazzoni senza storia. Una sosta tanto più gradita, allora, nel ristorante più accorsato di Potenza. Appena chiusa la porta alle spalle, un ambiente raccolto e piacevole: pochi tavoli, colori tenui, servizio accorto e professionale. Un locale di tradizione ma giovanile nella gestione e, soprattutto, in cucina. Lo chef ha rispetto per i prodotti della terra lucana pur lavorando con fantasia e se ne ha subito la prova con l’offerta di antipasti: cappuccino di cicoria selvatica e lenticchie con calamaretti e spuma di caciocavallo, scaloppa di fegato grasso d’anatra con mele e pistacchi, insalatina di carciofi, caprino e germogli, oppure mantecato di baccalà servito con una crema di fagioli di Sarcone e un bel peperone crusco che avrete il piacere di poter sbriciolare sul pesce con le vostre mani. Tra i primi i tradizionalissimi ravioli di ricotta sono serviti in un brodetto di fave mentre il succo di limone darà un tocco fresco ai paccheri al nero di seppia. Sui secondi un buon equilibrio tra scelta di carne e pesce. Da provare un delicatissimo salmone in crosta fillo con zenzero e riso di Venere, petto di anatra con agrumi, spalla di agnello con pecorino di Filiano oppure fegato di agnello cucinato con erbette aromatiche. Attenzione alla stagionalità e alle cose buone della terra, dunque, vengono prima di qualunque esercizio ai fornelli. Dolce chiusura con plateau di formaggi lucani oppure budino di pere e parmigiano, sfogliatelle con mele e noci, terrina di cioccolato e mandorle. Lista dei vini con ricarichi onesti, completa e interessante con più di qualche curiosità anche se… non trovandoci a New York è regola dedicare la prima pagina ai vini di territorio. Conto sui 40 euro.

(Virginia Di Falco)

Come arrivare
Uscire a Potenza Centro-Marconi, al termine del cavalcavia girare a destra seguendo Via Marconi e passano davanti al palazzo del Quotidiano della basilicata ben visibile. Salire per 4000 metri. Troverete sulla destra il locale con lo spazio per parcheggiare.