Primitivo, il miracolo di Coppi. Da uva da taglio alla doc


2 giugno 2003

L’esuberanza del Primitivo è il simbolo dell’esagerata rimonta del vino meridionale dopo anni di umiliazione in autocisterne magari rovesciate dai furiosi contadini francesi in rivolta: usato per tagliare i flebili vini del Nord adesso non solo esibisce la doc, ma è anche sempre più ricercato dagli appassionati dopo aver guadagnato punti nelle guide specializzate. Merito della tendenza internazionale che vuole un robusto tasso alcolico e tanta frutta nel bicchiere. A Turi, siamo a meno di sette chilometri da Sammarco, il paese della strada del gusto di questa settimana, si distingue l’azienda Cantine Coppi (via Putignano, 116. Telefono 080.8911990), protagonista come poche altre del rilancio pugliese il cui titolare, il senatore Antonio Michele Coppi è stato appena eletto presidente de Consorzio Tutela della doc Gioia del Colle.
Non di primitivo di Manduria dunque parliamo, ma dell’altro, dell’originale come dicono da queste parti. Il disciplinare prevede che il rosso sia ottenuto almeno con il 60 per cento di questo vitignon anche se molti adesso preferiscono usarlo in purezza: qui è di casa perché fu intensamente coltivato in una vasta area della regione dai monaci benedettini ma la zona vocata era considerata proprio quella di Gioia del Colle, il paese del castello fatto costruire da Federico II nel 1230 e i cui sotterranei ovviamente custodiscono la solita triste storia d’amore finita male di una sfortunata amante del re.
Le Cantine Coppi hanno iniziato a vinificare nel 1979: oggi siamo a mezzo milione di bottiglie e 22 etichette. Il primitivo viene presentato in purezza nel Vinacciero nel Don Antonio è in compagnia il sangiovese e il negroamaro, nel Sannace con montepulciano e sangiovese. Un vitigno, insomma, che conferma la sua versatilità, soprattutto a tavola dove si abbina alla robusta e ricca cucina vegetariana del Sud, sui formaggi, oppure ai piatti di pesce speziati e ancora, se volete proprio essere scontati perché non amate correre rischi di alcun genere, sulle carni. Insomma, l’avrete capito, il Primitivo si sposa bene quasi a tutto quel che si cucina al Sud.