Rampone 2008 Valle d'Itria igt


I PASTINI
Uva: fiano minutolo
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio


Locorotondo
Con riflessioni sulla Puglia, Vinitaly 2009 e notarelle sul Cupa 2008 Valle d’Itria igt da uva Bianco d’Alessano
Può sembrare un po’ snob, ma le mie sorprese al Vinitaly si chiamano Puglia, regione che sta promuovendo se stessa con molta coerenza e determinazione negli ultimi anni. Così a Verona è stato organizzato un one to one tra una decina di giornalisti specializzati e una sessantina di produttori che hanno presentato i loro vini. Una idea semplice ma molto efficace perché si è affidata non alla casualità delle scelte, ormai praticamente inesistente perché al Vinitaly ciascuno di noi ha un programma scadenzato rigidamente dal quale è molto difficile poter derogare, ma a un impegno preciso assunto con largo anticipo.
La Puglia non ha certo l’appeal mediatico della Sicilia, le sue aziende viaggiano con un surplus di offerta sul mercato interno a differenza di quelle campane che producono ancora la metà del consumo regionale e che per questo possono apprezzare bene le loro bottiglie, infine sconta gravemente le ingenue incertezze produttive degli anni ’90 quando non tutti colsero la necessità di puntare direttamente sui vitigni autoctoni riempendo le vigne con inutili cabernet e chardonnay (l’unico degno di attenzione è il biodinamico di Cefalicchio) che sono un vero e proprio freno a mano sul piano commerciale e comunicativo.
Da qualche anno notiamo una positiva inversione di marcia, la qualità del prodotto è sempre eccellente, la voglia di promozionarsi molto determinata, il genius loci di ciascun territorio è autentico e non inventato, infine possiamo aggiungere che i prezzi sono di assoluto valore competitivo e in grado dunque di poter ambire a mercati internazionali come quello americano. Non solo: i produttori più intelligenti hanno ormai smesso di inseguire il modello di gusto concentrato e vanigliato decisamente d’antan.
Una spia di questo atteggiamento è il rinnovato interesse per i bianchi. Longo con la Falanghina, De Castris con il Verdeca e la Malvasia, Santa Lucia e Santi Dimitri con il Fiano: sono solo alcuni degli esempi possibili della voglia di investire in questo segmento con determinazione e con soddisfazione visto il progressivo alleggerimento delle cucine anche in questa regione quasi completamente circondata dal mare.
Lino Carparelli, memoria storica dell’enologia pugliese, ha interpretato bene la mia vocazione bianchista portandomi due grandi bianchi prodotti nel’azienda che gestisce con il fratello, entrambi del 2008: il Cupa da uva Bianco d’Alessano, 2008 Valle d’Itria igt e il Fiano Minutolo. Il primo ha una beva fresca, immediata, ancora zeppo di aromi di fermentazione e scosso dal recente imbottigliamento ma già in grado di esprimere una vocazione alla finezza e all’eleganza, ben strutturato. 18.000 bottiglie a meno di 5 euro franco cantina.

L’altro vino presentato da Lino è il Fiano Minutolo, in realtà Minutolo come si dovrebbe chiamare dal prossimo anno (Pasquale Porcelli suggerisce Minutola e mi trova d’accordo). Si tratta di un vitigno locale semiaromatico, probabilmente una declinazione della malvasia, che ben si esprime in questa meravigliosa valle, siamo nella zona dei trulli, tra Locorotondo e Martina Franca. Non è la Puglia calda a cui tutti sono abituati a pensare, ma un territorio a circa 350 metri di altezza, con buone escursioni termiche e inverni abbastanza rigidi: 5500 piatte per ettaro con una resa di 80 quintali indicano l’ambizione a fare un bianco capace di raccontarsi più a lungo e in modo autorevole. Come ben sanno i miei amici, non sono un’amante degli vitigni aromatici, in questo caso però mi trovo di fronte ad un naso già più complesso in cui fanno capolino piacevoli note di finocchietto selvatico, macchia mediterranea, poi di rosa fresca, a seguire un po’ di frutta bianca giustamente matura. In bocca il vino innesta una marcia in più con una piacevole acidità che gli consente di allungare il passo, la struttura importante ci ricorda il buon lavoro fatto in vigna. Una bella esecuzione per un bianco abbinabile a quasi tutto quello che si mangia nell’alta ristorazione. Non sappiamo il suo destino nel tempo: l’azienda è giovane, fondata nel 1996, il primo millesimo è 2004. Consigliamo dunque di farne un po’ di magnum e di conservarle per qualche anno.

Sede a Locorotondo, via Italo Balbo
Tel. 080.8980923, fax 080.8980944
Email: [email protected]
Enologo: Lino Carparelli
Ettari: 15 di proprietà
Vitigni: aleatico, primitivo, bombino, verdeca, bianco d’Alessano, fiano minutolo