Rapha’el Barbera 2009 Sannio doc – Voto 89/100


Tonino Ciabrelli

Tonino Ciabrelli

FATTORIA CIABRELLI

Uva: barbera del Sannio
Fermentazione e maturazione: acciaio
Prezzo: da 5 a 10 euro

Vista 5/5 – Naso 27/30 – Palato 26/30 – Non omologazione 31/35

Piacevole etichetta la ‘Rapha’el  2009′ che Tonino Ciabrelli ottiene da uve barbera del Sannio. Seimila le bottiglie prodotte per un’annata  veramente interessante per questa particolare tipologia coltivata dagli agricoltori castelveneresi. Il merito è soprattutto per il bel finale di quella stagione agricola, con un’estate particolarmente asciutta e dalle belle escursioni notturne. Condizioni ideali per un vitigno, quale il barbera del Sannio, il cui nemico principale è rappresentato, proprio nel suo rush finale, dall’umidità (leggi soprattutto nebbie notturne della prima decade di settembre) che va ad intaccare particolarmente  l’integrità della buccia. Tonino, grazie alla sua forte esperienza nei campi, sorretta soprattutto  dai consiglieri dello scomparso papà Raffaele, che in materia aveva pochi rivali in paese, conosce bene la tipologia, riuscendo ad anticipare tutti i possibili intoppi che si potrebbero verificare, in campo come in cantina, dove la forza è data soprattutto dalla mano poco invasiva. Ecco perché il calice si mostra schietto, sincero, carico di frutto come vuole la vinificazione più tradizionale, ma piacevole in freschezza grazie a pochi accorgimenti tecnici. Questo rosso, tipico, deve la sua forza proprio a questo camminare a braccetto tra dolcezza e freschezza, con la piacevolezza che accompagna fin dal primo impatto al palato, dove emergono chiari e netti i richiami ai frutti rossi preavvertiti con esplosione dall’approccio olfattivo. Piacevolezza che non abbandona mai, avvertita dalla bella salivazione che pochissimi rossi riescono a dare. Quasi un piedirosso, con più corpo e sostenuta struttura. Un grande vino quotidiano per accompagnare i piatti della tradizione contadina sannita, le buone paste tirate a mano condite con ragù importanti, ma anche un saporito caciocavallo o formaggio  pecorino poco stagionati. La nota piacevole è che negli ultimi anni si assiste a ottimi calici barbera del Sannio che riescono a reggere almeno un lustro, aspetto poco percorso nei decenni scorsi, quando il vino veniva consumato entro due anni dalla vendemmia. La nota stonata è sempre la solita, detta più volte, di un nome (del vitigno) che si porta dietro tante incomprensioni e difficoltà comunicative.

Sede a Castelvenere. Via Italia,  –  telefono 0824.940565 –
www.ciabrelli.it
– Enologo: Antonio Ciabrelli – Ettari:5 di proprietà – Bottiglie prodotte: 30.000 – Vitigni: aglianico, barbera, piedirosso, sangiovese, sciascinoso, falanghina, coda di volpe, grieco, cerreto, agostinella.

Questa scheda è di Pasquale Carlo

3 Commenti

  1. In effetti quella del nome e’ una questione che ora, dopo le ricerche e gli studi di Nicola Venditti, non sta piu’ ne in cielo ne’ in terra perche’ Barbera non e’: si chiama “BARBETTA del SANNIO” vitigno autoctono che va ad arricchire il gia’ variegato e ricco panorama degli autoctoni campani, rendendo ancora piu’ unica e speciale questa regione sotto questo profilo, ma pare che i viticoltori non se ne rendano ancora molto conto…….

    1. Complimenti a Tonino Ciabrelli per tutta la batteria dei vini, dei quali ho apprezzato particolarmente l’aglianico. Consiglio vivamente, per chi passa da quelle parti, un pranzo all’agriturismo, da leccarsi i baffi!

  2. In effetti ,si potrebbe sottolineARE DI PIU’ il nome di “Barbetta” senza accostarlo alla Barbera.
    Anche da un punto di vista di puro marketing penso possa risultare piu’ interessante, quello che in realta’ un buon marketing dovrebbe fare rompendo con alcuni preconcetti legati ai singoli vitigni.

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