Ravello Rosso riserva 2001


Il Fiorduva ha sempre raccolto consensi unanimi, ma se andate a visitare tra le gole di Furore e sui terrazzi a picco sul mare i vigneti di ginestra e pepella da cui nasce, vi piacerà molto di più. Un’agricoltura eroica, direi inesistente prima della riscoperta dell’uva e dei limoni avvenuta negli ultimi quindici anni, grazie alla quale le zone più nascoste della Costiera hanno potuto conoscere il turismo. Qui, dopo la posa della prima pietra della Casa del Gusto a Tramonti avvenuta mercoledì, ieri è stata inaugurata la prima monorotaia del Mezzogiorno continentale: trecento metri di lunghezza e una portata di 15 quintali sono i due numeri più significativi dell’impianto realizzato dalla Comunità Montana Penisola Amalfitana presieduta da Raffaele Ferraioli per incrementare e sostenere la produzione agricola locale concentrata nella zona di zona di Pizzocorvo attraversando ben 14 fondi agricoli coltivati prevalentemente a vigneti. Costata poco meno di 90.000 euro, la monorotaia, cugina delle due costruite a Ischia da Casa D’Ambra e da Pietratorcia, è alimentata da un motore a scoppio diesel mentre la gestione verrà affidata ai proprietari delle aree agricole della zona. Un altro impianto nascerà tra gli spettacolari i limoneti di Maiori. Anche questi risultati sono il frutto della rivoluzione vitivinicola campana, la rivalutazione di una campagna altrimenti abbandonata e da sempre poco considerata dal senso comune della città. Festeggiamo il risultato allora non con il Fiorduva, scelta scontata, ma con una riserva Ravello rosso dello spettacolare 2001 ove si dimostra come anche in Costiera, Selva delle Monache di Ettore Sammarco e la Scippata di Apicella confermano, sia possibile fare vini di buon invecchiamento. Il rosso di Marisa Cuomo riposa in una spettacolare cantina scavata nella roccia proprio di fronte allo storico albergo di famiglia, unico spazio possibile in un territorio dove ogni metro di terreno è prezioso. Qui tra pompe, vasche, barrique e fermentini, ogni giorno Marisa lavora sodo con il marito Andrea, angeli di Bacco sospesi tra il cielo e il mare dei Galli. Tipico blend di aglianico e piedirosso, il Ravello Riserva ha un colore granata vivo, in bocca ha grande freschezza, i tannini sono ormai risolti in una morbidezza levigata dal tempo e non dall’uso invasivo del legno, il finale è lungo, pulito, asciutto. Un vino da spendere sullo spaghetto con i capperi di Furore preparato a Bacco oppure sui grandi classici della cucina napoletana come il sartù di riso così difficile trovare nei ristoranti dove si impiatta senza cucinare più.