Riparte lo Champagne dopo due anni: vendute 319 milioni di bottiglie nel 2010


Scarlett Johansson

PARIGI – Tornano a crescere nettamente, dopo due anni di calo, le esportazioni di champagne francese, +19,5%, a 134,5 milioni di bottiglie, nel 2010. Lo riferisce oggi il Comitato interprofessionale dei vini champagne (Civc).  Il primo mercato è stato ancora una volta il Regno Unito, con 35,5 milioni di bottiglie acquistate, +16,3% sul 2009. Seguono gli Stati Uniti (16,9 milioni di bottiglie, +34,9%), la Germania (+21,6%) e il Belgio (+7,8%). Il solo Paese in controtendenza è stato l’Olanda, verso il quale le esportazioni di champagne dalla Francia sono calate del 9,5%, a 2,4 milioni di bottiglie.


 Gli aumenti più forti riguardano però i nuovi mercati, anche extra europei. Nel 2010 sono cresciute dell’87,6% le esportazioni di champagne (1,07 milioni di bottiglie) verso la Russia, mentre il Brasile (+63,2%) supera per la prima volta le 600.000 bottiglie del periodo pre-crisi, e sfiora il milione. Per la prima volta nella storia, poi, sono state esportate più di un milione di bottiglie verso la Cina (+89,9% sul 2009).
 Le esportazioni rappresentano il 42% delle vendite totali di vini champagne, ma si consolida anche il mercato interno:
184 milioni di bottiglie vendute in Francia nel 2010, +2,3%. In tutto si sono vendute nel mondo 319.5 milioni di bottiglie per un fatturato di 4,109 miliardi di euro. Non tanto lontano dal record del 2007, appena prima della crisi, quando il settore conobbe un vero boom, con un fatturato di 338,7 milioni di euro.

13 Commenti

  1. Un notevole incremento lo abbiamo dato anche io e Maffi.. :-))

    L’appeal che dà portare in tavola una bottiglia di champagne è senza dubbio superiore a quello di qualsiasi bollicina nostrana. Ho visto con i miei occhi portare ad una cena una boccia di Chopard, mi pare si chiami così (dozzinalissima bollicina da Esselunga) e ascoltare i complimenti dei padroni di casa mentre ad un altro che arrivava con un buon Cà del Bosco manco è stato cagato..

    Tuttavia, pur non scendendo a ragionamenti autarchici che non mi appartengono, spesso abbiamo assaggiato champagne abominevoli venduti come buone bottiglie, prodotti che vengono sovrastati dai nostri migliori spumanti. Il problema è che la produzione di massa del Berlucchi e del Ferrari è diventata imbevibile e le bottiglie italiane “buone” costano quanto un millesimato francese !

    1. è vero bere champagne fa più figo!!!però anche loro non scherzano in produzioni di massa vedi i marchi lvmh che trovi sugli scaffali di ogni supermarket infatti di quell’incremento quanti sono i bevitori consapevoli e quanti quelli che conoscono solo quelle 2 o 3 etichette commerciali per es se compro un moet all’esselunga avro’ più successo che se mi presento con un belle epoque!!!è la stessa cultura dell’orologio la gente ti ucciderebbe per un rolex mai per un vacheron

  2. beh, lo diceva ieri Gaja, in Champagne hanno creato l’immagine del lusso, la nicchia status sybol, il club degli intenditori o quello di non capisce niente ma costa di piu’:) Marketing, pedalare signori, pedalare!

  3. E’ rimasto ai tempi de L’uomo che sussurrava ai cavalli. Fabrì e accendila sta televisione ogni tanto!

    1. Belin… per chi m’hai preso, per Girolimoni? Pare magrina, porella… anzi pare margarina, mentre la ricordavo tutto burro… ( i nati prima del 1958 si astengano…;-)

      1. in effetti. pare abbia preso vento, fabrizio. ma non quello dello champagne :-)))

    1. Sì, però a loro piace quello che sa di fungaia umida nel bosco autunnale dopo da una vampa di calore successiva a una brinata.
      Non vorrei qui rinverdire il già dibattuto dilemma del che fare dopo la sboccatura: io la vedo così: si ‘n te pè l’è mèi che t’er bevi, si te pè tenìla, t’er téni. Cioè …ciù te ghe n’è, mèi l’è. Oppure… chi pè, pè, chi ne pè, va a pé. Me.. a ne pè, e aloa mea bevo.

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