Ristoranti Irpini, ecco il calendario dei Mesali presentato a Valleverde


foto di gruppo...

di Lello Tornatore

La copertina del nuovo calendario 2013 dei “Mesali”, l’associazione gastronomica che raccoglie la maggior parte dei ristoranti di qualità dell’Irpinia, ci lascia subito da pensare e ci incuriosisce sul messaggio che si intende lanciare con l’immagine. Scartata la prima ipotesi che viene alla mente, ossia quella di un messaggio subliminale in relazione ai comportamenti della politica in generale, verso i cittadini, ci risulta più chiara l’intenzione provocatoria di Nico Boccia, che cura la comunicazione per l’associazione, quando ci spiega che l’immagine è collegata al testo che campeggia immediatamente sopra all’immagine, e quindi ad un modo di essere “in.perfetto” di una terra ricca di contraddizioni, negatività e positività che ne tracciano la propria “irpinitudine”.

Il nuovo calendario dei Mesali

 

il tavolo della presidenza

La presentazione, molto informale, direi quasi tra amici, si è tenuta presso la sede del ristorante Valleverde Zia Pasqualina ad Atripalda (Av), ed è stata moderata da Annibale Discepolo, giornalista del Mattino di Napoli, presieduta da Carmine Fischetti del ristorante Oasis di Vallesaccarda, con il contributo di Nico Boccia professionista fotografico e con le considerazioni finali di Luciano Pignataro.

Sabino spiega la sua ricetta del mese

 

Luciano Pignataro

 

Adriana Amodio, sommelier e suocera di Sabino e Puccio Fischetti

Come da consuetudine, l’associazione presenta ogni due anni la propria guida, e nell’intervallo tra le nuove guide, organizza una manifestazione intermedia che quest’anno ha per oggetto la presentazione di un calendario. E’ stata l’occasione per fare un pò il punto della situazione enogastronomica.

la sala

Riprendendo le considerazioni-denunce di alcuni ristoratori e produttori, in particolare quelle della titolare del “Gallo e la Volpe” di Ospedaletto d’Alpinolo e dell’ Ing. Di iorio del torronificio omonimo, Luciano Pignataro ha evidenziato come un territorio che nonostante possa vantare una lunga serie di prodotti d’eccellenza, secondo la classifica del Sole 24 ore rimane fermo al palo all’ultimo posto per appetibilità turistica.

da sx, Antonio Ferrante(La Pergola), Rocco Rafaniello(La Ripa) e Sabino Alvino (Valleverde)

 

da sx, Luciano, Carmine Fischetti, Annibale Discepolo e Nico Boccia

Diana D'Urso, Ritrovo degli Artisti

 

il...fustaccio, Sabino Alvino titolare Ristorante Valleverde

Valentina Taccone e Serena De Vita, giovani promesse della degustazione vini in Irpinia

 

La lucida analisi del giornalista ne fa risalire le motivazioni all’atteggiamento della politica locale (dove per locale si intende la totalità regionale) che per decenni ha preferito spingere in direzione del massimo sfruttamento del territorio in termini di cementificazione indiscriminata e di improbabili industrializzazioni in un’area che aveva invece, la sua naturale predisposizione di siluppo nella valorizzazione delle proprie risorse soprattutto naturali, quali la salubrità dei luoghi, la bellezza panoramica e le risorse della terra. Insomma, qui è successo quello che proprio qui non doveva succedere : è stato considerato agricolo solo tutto ciò che non si poteva edificare, e non viceversa come logicamente avrebbe dovuto essere!!! E allora che fare? Innanzitutto resistere, rispetto a questi atteggiamenti, rispetto alla congiuntura economica fortemente sfavorevole, e rispetto alla tentazione di alzare bandiera bianca e abbandonare questi luoghi. Ma ne usciremo – continua Luciano, perchè questa è una provincia difficile ma culturalmente molto compatta, unita da un forte senso di attaccamento alle tradizioni della propria terra che ne costituisce l’arma vincente. E questa convinzione mi fa “leggere” l’immagine della banana come la ferma volontà di esorcizzare quei sentori omologati che fino a qualche tempo fa erano prevalenti in alcuni vini di questa terra. Ma venendo al calendario, la pubblicazione risulta molto interessante : ad ogni mese è stato abbinato un ristorante e nella relativa pagina si può trovare la ricetta di una preparazione tipica con una breve storia dell’azienda.

back-stage...carbonaro

Troviamo così i must dell’irpinia enogastronomica, per esempio, la ” Minestra di scarole e fagioli con cotechino” , la “Minestra Maritata”(all’irpina), la “Zuppa di sedano e baccalà” ed altri piatti rivisitati ma sempre a base di prodotti tipici dell’Irpinia.

gli spaghetti aglio dell'Ufita, olio di Ravece Fam e peperoncino di Grottaminarda

 

la sig.ra Enza e Adriana

 

Annibale e...lo spaghetto

 

Antonio Tranfaglia, titolare dell'oleificio Fam

Pino Caggiano, titolare della Cantina omonima

 

Puccio...ti ho beccato

 

Rocco Rafaniello

 

la tagliata di Podolica

 

i torroncini di Di Iorio

 

torroncini Di Iorio ricoperti al cioccolato

 

Ing. Di Iorio titolare del torronificio omonimo

Foto di gruppo e via si apre il bouffet di chiusura, che manco a dirlo ci riserva le prelibatezze del territorio…alle foto il compito di una rapida carrellata.

5 Commenti

  1. Per me è stato un grande onore prender parte a questa serata a testimonianza che ci son grandi persone che amano il proprio territorio e che cercano di spingere avanti tutte le sfaccettature che lo rendono unico! Magnifico specchio di un’ospitalità di qualità….
    alla facciaccia del Sole24ore

  2. da diversi anni cerco di far capire ai soggetti enogastronomici l’importanza di fare sistema ma vedo che si continua a lavorare nel proprio orticello senza coinvolgere gli altri soggetti come le aziende vitivinicole e le strutture di ricezione del territorio.Per fare sistema bisogna che ci sia un progetto sulla promozione del territorio riprendendo il discorso delle strade del vino con corsi di formazione.Il mio lavoro si è svolto anche con i ristoranti sopra descritti e ho lanciato su i giornali locali una mia idea di trasformare Villa Amendola luogo di un master della cucina per i giovani che escono dall’alberghiero con corsi di degustazione dei vini non solo irpini ma anche campani e questo master deve essere affidato alla vostra associazione e quindi spero in una risposta dalla vostra associazione mesali.

  3. Fortuna che l’Irpinia ha associazioni come quella dei Mesali, garante della tradizione della professionalità dei tanti aderenti del settore dell’enogastonomia. Purtroppo, tra un ringraziamento e l’altro dei tanti protagonisti del calendario, si percepiva un pizzico di languore per l’ostico periodo che ha messo tanti del, settore e non solo, in ginocchio. Tuttavia, la tenacia della passione e l’amore dei produttori/ristoratori sono principali motivi trainanti per rispondere alla ridondante crisi.
    In definitiva, una serata piacevolissima! Un ringraziamento speciale va a chi ha avuto il piacere di avermi con se quella serata.

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