Roma, Osteria del Velodromo Vecchio: tradizione slow cost


Matteo Ballarini e Alessandra Sabelli

di Virginia Di Falco

Matteo Ballarini e la moglie Alessandra hanno rilevato questo locale in zona Appio-Tuscolano nel 1995, ampliandolo poi un paio di anni fa con un’altra saletta. Oggi è una consolidata osteria di quartiere, da sempre nel circuito Slow Food (anche quest’anno vede confermata chiocciola e bottiglia, riconoscimento all’ambiente e alla cucina con in più una proposta di vini rappresentativa del territorio e a prezzi onesti) e coinvolta nel progetto “Alleanza dei cuochi per Terra Madre”.

Osteria del Velodromo Vecchio, saggezza popolare alle pareti

Arredo semplice, tavoli ben distribuiti tra una cinquantina di coperti, qualche richiamo di cultura popolare alle pareti, atmosfera tranquilla e familiare.
Decido di bypassare l’articolata offerta di antipasti e arrivare subito al dunque, non prima di aver dato un’occhiatina alla lavagna con le proposte del giorno. Anche se poi Alessandra e le sue collaboratrici le ripeteranno, ampliandole, a voce. C’è una discreta scelta di piatti, tutti legati alla tradizione, con qualche interpretazione personale sempre leggera e garbata.

Osteria del Velodromo Vecchio, uno scorcio della sala

Saporita e magistralmente eseguita la minestra di pasta (quadrucci) in brodo di arzilla; piatto principe della serata. Giusta la consistenza, la sapidità, bell’equilibrio tra pesce e verdura; sfiziose e ben al dente le linguine al coccio; un po’ meno efficace il piatto di gnocchi fatti in casa al ragù di carne. Tra gli altri primi, tortellini in brodo, tonnarelli cacio e pepe, rigatoni al sugo di coda.

Osteria del Velodromo Vecchio, minestra di pasta, broccolo e arzilla

Osteria del Velodromo Vecchio, gnocchi o linguine?

Tra i secondi si sceglie tra i piatti canonici della cucina romanesca: trippa, baccalà, coniglio alla cacciatora. Decido di aprire il manuale al capitolo “coda alla vaccinara” e vado sul sicuro, carne tenera, sugo goloso, nonostante l’aspetto un po’ minaccioso del sedano gigante. Ottimo (ed è una conferma)  il tortino aliciotti e indivia, mentre lo stufato di manzo e patate è buono ma purtroppo ci viene servito un po’ freddo.

 

Osteria del Velodromo Vecchio, la coda


Osteria del Velodromo Vecchio, aliciotti e indivia

 

Osteria del Velodromo Vecchio, spezzatino di manzo

Si può chiudere con una buona selezione di formaggi oppure con il terzetto goloso del Velodromo: crostata di visciole, torta di ricotta e cioccolato e torta di crema e mele. Non resterete delusi.

Osteria del Velodromo Vecchio, tris goloso per chiudere

Il via vai degli habituè che ritornano anche solo per un piatto, qualcuno per portarselo a casa dopo aver scambiato due chiacchiere, le tavolate di amici che festeggiano e brindano tranquilli trasmettono anche al cliente occasionale una rinfrancante sensazione di ospitalità. Servizio puntuale e attento a ritmi piacevolmente slow. Come deve essere.
Conto sui 30 euro.

Via Genzano, 139 (Appio-Tuscolano)
Sempre aperto a pranzo – dal giovedì al sabato anche la sera
Chiuso la domenica
Tel. 06 7886793

Fax. 06 78346941
Carte di credito: tutte + bancomat
www.osteriadelvelodromovecchio.it

11 Commenti

  1. La coda alla vaccinara è invitante…e il sedano ci sta tutto, stempera il sapore forte della carne. Peccato per lo spezzatino freddo…orrore. In compenso le torte fatte in casa sembrano deliziose! Da tenere sott’occhio…merita una chance ;-)

  2. confermo! le torte erano tutte buone! ti sarebbe piuciuto: da provare ;-)

  3. Perfettamente d’accordo con quanto scritto , familiare l’mbiente e gentili le cameriere, piatti gustosi e semplici lo consiglio e…….buon appetito

  4. Un piatto preparato in maniera eccellente diventa immediatamente poco “esaltante” se si trascura la giusta temperatura di portata; peccato!
    Intanto il tortino di aliciotti mi sembra proprio invitante nè sembra da meno il tris di dolci.
    Eh, sì… il Velodromo merita proprio una chance ;-)

  5. ……. la saggezza popolare esposta alle pareti è un segnale dal quale non si può che cogliere il profondo ( secondo me azzeccato), senso della vita che regnava nello splendido e unico popolo Romano e dunque se con questo presupposto si cucina, è d’obbligo provare l’Osteria del Velodromo Vecchio.

  6. A maggio 2011 siamo stati lì con 3 amici e la serata è stata bella perchè l’atmosfera è piacevole e rilassante, la sala accogliente e il servizio buono; confermo quindi un’impressione positiva di fondo ma noi abbiamo trovato più di una pecca: nell’antipasto misto c’era un pesce assolutamente vecchio, i tonnarelli caio e pepe e rano ottimi, ma anche a noi il secondo di carne arrivò freddo, mentre varie cose del menu non erano poi disponibili…sicuramente dovrei tornare, in modo da scoprire se era una serata “no” o se hanno proprio qualche “difettuccio” da sistemare!

    1. La penso come te ed anche sui prezzi…anni fa erano però molto bravi e talebani nel senso positivo del termine

  7. A due cose in tavola non saprei mai rinunciare: ai primi e ai dolci.Giusto quelli che dalle tue foto appaiono più invitanti. C’è da provarli!!

  8. Io penso che il non discostarsi dalla cucina tradizionale porta sempre a risultati certi . Il tutto, se inserito in un contesto familiare ma con un tocco di eleganza, porta a sicuro successo.A volte, l’eccessiva ricerca dell’originalità storpia gusti puliti ed efficaci che andrebbero invece rispettati nella loro integrità. Mi piace la crostata di visciole, in particolare.

  9. distacco tra cucina e sala!!!! migliorabile molto migliorabile……. poi prodotti così ricercati ma non regionali!!! muà!!!!

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