Roma, trattoria dal Cavalier Gino


di Virginia Di Falco

Se anche a voi capita regolarmente di essere sottoposti allo stress di dover rispondere alla domanda «sono in centro a Roma, dove trovo una buona trattoria?» un nome che non è certamente nuovo ma – altrettanto certamente – una solida e piacevole conferma è Gino, di fronte al Parlamento.
In un vicoletto, una cinquantina di coperti con i tavoli ravvicinati e apparecchiati alla vecchia maniera. Le salette non sono molto diverse da quelle degli inizi, nel 1963, e i vecchi quadri e le stampe alle pareti con qualche frase dipinta in dialetto romanesco contribuiscono a creare la suggestione da osteria di una volta. Qualche buona etichetta italiana, anche di pregio, e, naturalmente, vinello della casa.

Dal Cavalier Gino, uno scorcio della sala

Dal Cavalier Gino, il vinello rosso della casa

In carta, i piatti semplici e tradizionali della cucina romana: amatriciana, penne all’arrabbiata; tonnarelli cacio e pepe ben fatti anche se non memorabili e gli spaghetti alla carbonara che nel corso degli anni continuano a difendersi bene, tra i migliori del centro storico.

Dal Cavalier Gino, la carbonara

Dal Cavalier Gino, tonnarelli cacio e pepe

Una sensazione di cucina a tratti non molto diversa da quella di casa, almeno nell’impostazione generale, ce l’avrete anche con le proposte del giorno, declamate a voce di volta in volta, legate un po’ al calendario (il pesce solo il venerdi), un po’ al mercato e un po’ – come non manca di sottolineare il cameriere – alla testa dello chef.
Un discorso a parte meritano proprio i camerieri. Nessuno è improvvisato, quasi tutti sono quelli ‘storici’ del Cavalier Gino: hanno mestiere, savoir faire, si muovono tra i tavoli più veloci del vento, ma sono anche  cortesi e attenti. Soprattutto, sempre con la battuta pronta. E non fate l’errore di pensare che sia una recita a soggetto, solo per i turisti, e dunque caricaturale. Come notava  Antonio Scuteri, firma gastronomica di Repubblica, la sala di un ristorante è sempre anche un po’ un  palcoscenico e l’elemento della recitazione ci sta: l’importante è che sia una finzione riconoscibile, non una presa per i fondelli.
E qui da Gino, il gioco di suggerire la minestra di pasta e lenticchie o le pennette con broccoletti e pecorino «perché oggi lo chef per sbaglio l’ha fatte buonissime», ripetuto come un copione anche ai tavoli accanto, si alterna ad una raffica di battute istantanee e divertenti. E diventano così la cifra di un rapporto solo più cordiale. Con una immediatezza e velocità di pensiero prima ancora che di gambe e di braccia: è questa l’idea di mestiere che comprende quella di far star bene il cliente, sia egli un habitué, un ospite occasionale o un turista straniero.

Dal Cavalier Gino, peperoncino piccante ai tavoli

Da parte loro, Carla e Fabrizio, i figli di Gino (che ora, dopo più di cinquant’anni di attività, si riposa giustamente a casa e si affaccia in sala solo qualche volta), sovrintendono e si assicurano di persona che tutto fili liscio, con un tratto di attenzione personale che contribuisce a rendere più accogliente la sosta.

Dal Cavalier Gino, gli involtini

Dal Cavalier Gino, l’ossobuco con i piselli

Dal Cavalier Gino, l’ottimo carciofo alla romana

Nessuna sorpresa anche sui secondi piatti, dal coniglio alla cacciatora agli involtini al sugo, con ripieno di carote e sedano piacevolmente croccante; dal classico pollo con peperoni consistente e saporito, all’ossobuco in umido con i piselli; dal bollito alla picchiapò alla trippa alla romana e dunque giustamente colma di buon pecorino. E poi la cicoria ripassata, l’insalata di puntarelle oppure un carciofo alla romana cotto – e condito – alla perfezione.
Si chiude in dolcezza con tiramisù, pera al vino rosso, creme caramel, oppure con la crostata di visciole o albicocche.

Dal Cavalier Gino, il tiramisù

Il vostro palato, alla fine, non avrà dunque imparato nulla di nuovo, ma avrà esercitato piacevolmente la memoria, persino ricordando qualche sapore di casa. E anche questo non è proprio da tutti.

Dal Cavalier Gino
Vicolo Rosini, 4 (piazza del Parlamento)
Tel. 06.6873434
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso: domenica
Conto sui 30 euro