Rubate 28mila bottiglie a Cantele. L’azienda: siamo ancora qui, occhio all’Amativo 2009


Cantele, new generation

Nei giorni scorsi dei ladri sono entrati nella famosa cantina Cantele, che ha fatto la storia delle recente viticolura pugliese con vini conosciuti e amati in tutto il mondo. Un furto pianificato, come avrete modo di leggere. Mi sono venuti in mente i racconti dei vecchi contadini quando mi dicevano che negli anni ’40 dovevano fare la guardia alle vigne per impedire il furto di uve. Già, quelle stesse uve che oggi spesso non si raccolgono perché non ci si rientra nei costi. Allora era la fame, la necessità di sopravvivere, che spingeva a rubare l’uva. Oggi?
Come leggerete, si tratta di un furto pianificato: tra i quasi duemilioni di bottiglie, i mariuoli hanno preso le più pregiate. Sicuramente un furto su commissione.

 

Siamo ancora qui

La bottaia di Cantele

Quello che ci è capitato, per giunta in pieno agosto, prova che il furto del vino può essere un business da pianificare, di cui studiare costi e guadagni. Rubare in così grandi quantitativi un prodotto come il vino, che produce emozioni impareggiabili in chi lo beve come in chi lo produce, non può che realizzarsi nel modo freddo, distaccato, ipnoticamente coreografato come abbiamo visto nei filmati delle camere a circuito chiuso.

Una cosa del genere non era mai successa, dalle nostre parti. Non sappiamo se questa novità dei ladri di vino in bottiglia sia semplicemente un’altra di quelle notizie che testimoniano l’imbarbarimento dei tempi che corrono, come la perdita della facoltà di mettere la freccia in automobile o l’abitudine di chiedere scusa quando ci si urta, nella folla. Certo è che, a guardare il volto del nostro magazziniere in questi giorni, sembra proprio che un altro tabù di inciviltà sia stato appena infranto.

Paolo Cantele

Il nostro dolore più grande è che l’Amativo 2009 è finito del tutto (i ladri hanno portato via le ultime 5.000 bottiglie). Non esiste oggi, per enoteche, distributori e ristoranti, un modo legittimo di procurarsi una nuova bottiglia della stessa annata. Chi ne possiede una in casa o in enoteca, sappia che quell’Amativo è ancora più speciale: è un sopravvissuto.

La gioia più grande, d’altra parte, è che i vini Cantele sono ancora qui. Ci chiedete in tanti, allarmati, se i nostri vini ci sono ancora, e vi rispondiamo con un sorriso. E’ stato un duro colpo. Diciamo pure che siamo incazzati non poco. Ma ci vuole ben altro per metterci in difficoltà, perché per fortuna, pur dovendo lasciare ad altri il compito di definirci o no una grande cantina, siamo perlomeno una cantina grande, e produciamo ogni anno un numero di bottiglie decisamente più alto di quello che ci è stato sottratto con lo scasso.

Il furto è capitato al momento giusto. I corrieri, infatti, non avrebbero fatto consegne in questo periodo di agosto. Solo i tir dei ladri intenditori lavorano, in questi giorni. Da lunedì 20 agosto saremo già pronti – commercialmente ed emotivamente – a soddisfare tutte le vostre esigenze, perché è vero che quei ladri hanno rubato 28.000 bottiglie di vino, ma di certo non l’anima e tantomeno la voglia di lavorare con ancora più motivazione, affinchè quel vuoto di casse e di pedane sia colmato il prima possibile. Malgrado il grosso furto infatti, le scorte consentono di continuare a garantire la presenza sul mercato. Gli imbottigliamenti già cominciati permetteranno di reintegrare entro 15 giorni il vino scomparso. Per l’Amativo ci vorrà qualche settimana in più: l’annata 2010 sarà disponibile non prima della fine di settembre.

Non solo l’anima di Cantele Vini è perfettamente intatta, ma quei ladri ci hanno regalato qualcosa che non si può comprare (né, dunque, rubare): la voglia di fare ancora di più e meglio.

Dal blog di Cantele

4 Commenti

  1. Pensando a cartoni da 12, caricare 2.333 casse di vino però non è cosa da poco, o da fare in poco tempo.
    Come non lo sarà farle circolare.
    Devono essere in tanti e molto, ma molto specializzati questi mariuoli.

    In bocca al lupo alla famiglia Cantele, ahimé so cosa significa aprire una porta e non trovarci ciò che avevi lasciato… :-(

  2. Caro Paolo, sono costernato a arrabbiato per quello che è successo. Una cosa inverosimile, da non credere. Ma so che tu e i tuoi fratelli avete la forza d’animo di risorgere e di andare avanti con tutto l’ardore possibile. Certamente nel vostro dna non esiste la parola arrendersi! In questo momento ti sono molto vicino e ti vorrei far sentire il mio affetto e la mia solidarietà. A presto conto di venire a visitare la tua azienda da cui manco da un anno esatto se sei d’accordo, va bene?
    A proprosito, conservo ancora due bottiglie di Amativo 2008, dici che vanno bene lo stesso?
    Un abbraccio.

  3. Cari , ho letto con molto rammarico questa brutta notizia, ho conosciuto i vostri vini qualche anno fa in Puglia li ho apprezzati e fatti acquistare da un rivenditore della mia citta. Vi sono vicino come cliente ed estimatore del vostro prodotto, che dalla bonta che esprime fa comprendere che e soprattutto passione di vita. Continuerò a sostenervi per quel po che posso pubblicizzando e acquistando i vostri emozionanti vini.. Non mollate !!!!

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