Sagra della patata, Oreno | 7-18 settembre


Sagra della patata

Sagra della patata

Un appuntamento ormai classico, all’interno della Sagra della Patata, è la tradizionale sfilata delle contrade. Ad arricchire la manifestazione, abili sbandieratori e apprezzati musici. Uno tra i momenti più attesi dai residenti, riuniti per vedere i colori e gli stemmi dei loro rioni, prima dello spettacolo della Dama vivente e della premiazione di vincitori, che anche quest’anno si svolge il sabato 16 settembre in Piazza San Michele alle 21.

Le contrade si mostrano, tra storia e leggende

Una pausa infinita, dal tempo che continua, ininterrottamente, a scorrere. A bloccare l’orologio sono gli antichi stemmi che rappresentano i diversi angoli di Oreno. E la frazione si anima di un’atmosfera medioevale. Vengono attesi con molta attenzione i rievocatori storici. Lo spettacolo da loro inscenato è uno dei momenti più seguiti nel vasto programma. Si alza l’orologio dei presenti, quando nella piazza arrivano i colori della Contrada La Fabrica della famiglia dei Della Padella, San Carlo dei Da Oreno, San Francesco rappresenta i De Bernareg- gi, e la Varisela i cui colori riportano in primo piano i Da Foppa.

La “Biancona”. Questo è il nome della patata bianca di Oreno, per la quale è stato studiato un progetto che ha permesso di recuperare la sua antica coltivazione.

È stata considerata una delle varietà locali più importanti, anche per il suo lungo passato popo- lare. La patata brianzola veniva infatti coltivata dai primi anni del Novecento, e oggi, nei dintorni di Oreno, si possono ancora notare le sue bian- che fioriture. Un panorama affascinante, ma an- che ricco di speranza e aspettative relative al suo futuro. Attraverso guerre, povertà e industria- lizzazione Le prime notizie di questa nuova coltura in Brianza orientale, risalgono alla seconda metà dell’Ottocento, proprio in concomitanza dell’arrivo della fillossera, l’insetto responsabile del declino della coltivazione dei gelsi. E qui parte la leggenda. Secondo le storie locali infatti, sareb- be stato l’Abate Antonio Müller a importare i primi tuberi a Oreno. La patata orenese iniziava così a essere coltivata tra i filari di gelso.

Gli anni passano e questa particolarità inizia a conquistare gran parte dei terreni coltivabili. Ma varieà ben più produttive portano maggiori guadagni ai contadini e permettono di sfamare una popolazione sempre più in crescita. E così la Biancona inizia il suo veloce declino. Viene abban- donata, ma la nostalgia è tanta. Così quando le grandi guerre terminano e la storia inizia a por- tare notizie migliori, le comunità locali ricominciano a guardare alle proprie tradizioni.

7Riscoprendo la terra e i suoi sapori

Diventa talmente importante recuperare il tubero orenese che, nel 1968, i membri del Circolo Culturale Orenese (CCO) decidono di organizzare una festa in suo onore. La Sagra della Pata- ta nasce proprio per valorizzare il prodotto simbolo delle terre del vimercatese. Oggi, si calcola una produzione pari quasi a quattromila quintali lordi annui. Proprio come quelle della ven- dita, che avviene ancora a bordo strada, con i sacchi di juta caricati su alcuni piccoli carri, nei mesi di ottobre e novembre.

Il recupero di un’antica pietanza

Per recuperare la Biancona è stato necessario ricreare delle coltivazioni da piccoli semi. Vasti campi destinati alla sua crescita sono ricomparsi nel Parco della Cavallera. RInasce così uno tra i prodotti più amati, a Chilometro Zero per giunta. A suo vantaggio una serie di caratteristiche: sicurezza alimentare, prezzi bassi grazie alla filiera corta e soprattutto la creazione di un rapporto di fiducia tra produttore e consumatore.

Tutti pazzi per la Biancona

Negozianti, ristoratori, gruppi di acquisto solidale e pri- vati. Tutti accomunati da una passione comune: la Bian- cona di Oreno. Con la loro spesa, questi acquirenti co- scienzosi non tutelano però solo una tradizione culinaria, bensì anche il panorama brianzolo, che non tradisce la terra a favore del cemento e delle costruzioni edili.