Sara Carbone, la mia estate 2009


di Sara Carbone

Sara Carbone

Caro Luciano,
ma che piacere mi fa rispondere al tuo invito e ripercorrere le bevute estive.
Il primo vino che mi viene in mente e che mi ha incantata è il Pinot nero riserva Borgum Novum di Castelfeder, Alto adige Doc 2005, elegantissimo, affinato in barrique e con una beva sorprendentemente agile. Un piccolo gioiello di una piccola azienda altoatesina.
Sarà stata l’estate di polemiche per la partenza della Docg, sarà che con il caldo le bollicine mantengono il loro appeal, quest’estate ho bevuto con piacere un prosecco interessante, in compagnia di amici spumeggianti in occasione della “festa degli Omi”, organizzata a Vittorio Veneto da Bellenda e le vigne di Alice. Delle Vigne di Alice, Doro Brut prosecco doc, una bottiglia che mi ha ricordato come nel mare magnum del prosecco ci siano delle perle, aziende piccole, serie che fanno qualità.
Di ritorno da una vacanza al mare, una sosta al Novecento di Casarsa della Delizia (PN), menu rigorosamente senza pesce, quasi a rimarcare il fatto che la vacanza era finita e il giorno dopo avremmo ricominciato a lavorare. E allora ci siamo fatti accompagnare da un fantastico Bradisismo 1999, di Inama, un Cabernet sauvignon Igt veneto. Ma come, vitigni internazionali? Taglio bordolese? Barrique? Sì, qui c’è la classe di un grande vino in una bottiglia che a tavola è finita in un attimo. C’è migliore indicatore della piacevolezza di un vino?
La bevuta più sorprendente è stato il Colli orientali del friuli doc Friulano 2008 di Gigante, non il “Vigneto storico”, il vino che ha sempre dato grandi soddisfazioni a questa piccola azienda, ma il loro base. Sapidità, gran bella acidità, equilibrio di beva, carattere, territorio e piccolo prezzo. Il mio tocai preferito quest’anno, seguito dal più sontuoso Doro Princic, Collio Friulano 2008, ma meno scoppiettante del primo.
Un bel bicchiere di fine estate è stato l’aglianico del Vulture doc Eleano 2005, austero e di carattere, un aglianico del Vulture verace che non fa mistero del fatto che non gli interessi la “modernità”.
Sono felice per i passi in avanti di questa giovane azienda che fanno bene a tutto il territorio vulturino.
Con il gran caldo però, confesso, le bevute preferite sono state di birra, in particolare la Birra di Meni, un piccolo produttore artigianale di Cavasso Nuovo (PN) tra le quali una menzione speciale va alla Lager “Durgnes”. Il viaggio in pedemontana per visitare il birrificio vale la pena, luoghi splendidi, magari alla ricerca dell’introvabile Pitina.
Da abbinare ad un buon aglianico, naturalmente. ;-)