Tares nuovo incubo dei ristoratori. Bruno Donà di Imperia: Pago e chiudo


Non basta la burocrazia, non basta la crisi economica. Un nuovo incubo si  imposessa delle casse dei ristoratori, è la Tares che ha avuto una moltiplicazione pazzesca. A Napoli locali che pagavano 12mila eruo ora ne dovranno 50mila e già sono scesi in piazza.
Ora da Puntoimperia.it segnalato su Facebook da Maurizio Fava la decisione di Bruno Donà, patron di Acqua&Farina: pago il 2013, chiuso nel 2014 non incasseranno più nulla. Così 16 persone perdono il posto di lavoro per colpa del Fisco.

Ecco il resoconto

Pago e chiudo“. Questo è il grido di dolore di Bruno Donà, proprietario di due ristoranti, l’Acqua & Farina e Schiach & Tra. All’imprenditore è appena arrivata una cartella esattoriale di conguaglio per la Tares di 16 mila euro, che sommate ai 7 mila già pagati fanno 23 mila.

In Comune, quando ho telefonato per chiedere quanto dovevo pagare – racconta Donà a PuntoImperia – mi hanno detto che si vergognavano a comunicarmi la cifra“.

Io pagherò – continua – ma dal 24 febbraio Acqua & Farina non esisterà più. Questa è la mia forma di protesta. Quest’anno il Comune avrà 23 mila euro di Tares, che sommate agli altri tributi fanno 30 mila, ma dal 2014 questi soldi non entreranno più“.

Un commento

  1. Questa della Tares ha messo la parola fine anche alle speranze di molti che nonostante la crisi riuscivano a sopravvivere avendo dimensioni e strutture ‘familiari’. Anche quel poco di buono rimasto della buona volontà se lo porterà via la Tares. Il doppio, talvolta il triplo di quanto si pagava sembra essere la regola un po’ ovunque.

    Alcuni amici sono sulla stessa linea d’onda anche se temo che loro no, non riusciranno a pagare 15/16 mila euro di Tassa vista già una linea di galleggiamento molto prossima alla debacle.

    Questa è una questione che trovo tra l’altro molto poco dibattuta e a cui bisognerebbe dare molta più visibilità on line come sui giornali.

    E francamente trovo assurdo leggere dichiarazioni di amministratori che si dicono dispiaciuti ma con le mani legate. Non vadano poi ad elemosinare voti e consenso quando avranno distrutto, affossato uno dei pochi settori che nonostante gli scandali, nonostante la crisi, nonostante tutto tenta di vedere uno spiraglio oltre il baratro…

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