Taurasi 2001 riserva docg Perillo


Michele Perillo

Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 15 a 20 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Michele Perillo è un contadino sempre immerso in vigna a lavorare. Ha la capa tosta tipica dei contadini e degli irpini per cui non cede: il suo Taurasi costa 14,50 al rivenditore, non un centesimo di meno, prendere o lasciare. Così ci sono oggettive difficoltà di vendita, un po’ per l’affanno che in Italia il Taurasi ha insieme a tutti i vini strutturati, un po’ perché il suo nome non è conosciuto fuori dalla cerchia degli addetti ai lavori.
Il risultato per l’intenditore e l’appassionato è di grande vantaggio. I vini escono con molta lentezza dalla cantina, al momento giusto per un Aglianico che a dieci anni è ancora in tenera età.
La riprova è stata una bevuta di stanotte, tra l’altro in comparazione nientepopodimeno che con il palestrato Vigna Cinque Querce 2001 proclamato vino rosso dell’anno.
Inutile qui riproporre le esoteriche e infinite discussioni che si sono svolte nella tavolata, hanno poco importanza tutto sommato di fronte a due esecuzioni magistrali, sebbene totalmente opposte.
In sintesi, Perillo ha fatto la figura di quello che allo sparo del via, anzi, allo stappo del via, resta fermo ad allacciarsi le scarpe sulla linea di partenza.

Poi, piano piano, essendo una maratona notturna, il recupero è stato lento e inesorabile, sino a concludere con una botta di ciliegia fresca, fragrante, viva, piacevole, naturale, intensa, persistente, arricchita dal tipico corredo taurasino fatto di cenere, agrumato, carrube e, magari meno tipico, da qualche nota balsamica ma in eccesso regalata dal legno.Un vino compiuto, equilibrato.

La scheda che leggete sotto è stata profetica: legno e frutto con il tempo si sono integrati in maniera perfetta.

L’annata 2001 non è facile da digerire per una sorta di immobilità classica che ormai ha assunto dalla quale non si smuove facilmente: non va avanti e non torna indietro. Non resta che aspettare.
Lo stile di Carmine Valentino incide non solo nel giusto bilanciamento olfattivo, ma anche nella snellezza complessiva della materia in bocca, sicuramente ben supportata da un’acidità non scissa.
Chi vuole provarlo lo trova alla Corte dei Filangieri, in quel di Candida, al riparo dai caldi estivi.

Scheda del 24 maggio 2007. L’azienda Perillo può contare su vigne molto vecchie, alcune delle quali innestate su piede franco, che producono un aglianico molto particolare, dal grappolo spargolo e con acini piccoli che in zona viene chiamato “coda di cavallo” per la forma allungata.
I terreni sono tenaci, ricchi di argilla scura e le pendenze piuttosto accentuate. Perillo produce poche bottiglie all’anno di cui parte diventano aglianico d’annata, parte Taurasi e, solo nei millesimi migliori, una piccolissima parte Riserva di Taurasi.

Da quest’anno avrebbe dovuto cominciare ad imbottigliare anche la Coda di Volpe destinata ad uno ottimo sfuso. Non vi nascondo di avere sempre delle grandi perplessità quando apprendo che il produttore di un vino, soprattutto se blasonato come in questo caso, è praticamente astemio. Questa è l’eccezione che conferma la regola: la materia prima è importante così come la mano dell’enologo nel trasformarla, il risultato davvero sorprendente equalitativamente rilevante. L’apporto di rovere su questa riserva è generoso ed evidente eppure posso assicurarvi che a differenza di altri rossi su cui  non ci scommetterei, su questo penso che il tempo svolgerà un azione determinante perchè nei prossimi anni possa avvenire una fusione ed un integrazione ottimali. Il colore è decisamente intenso e concentrato.
Il naso è ricco e profumato di frutta rossa, di spezie ed accenti balsamici del rovere. Il centro bocca voluminoso dotato di una buona polpa. Il finale sapido e minerale lungo ed apprezzabile. Lo abbiniamo a piatti di carne sostanziosi oppure formaggi stagionati. Da seguirne l’evoluzione nel tempo. (Fabio Cimmino)
Sede in Castelfranci, contrada Valle 19. Tel e fax 0827.72252. Ettari di proprietà: 5. Bottiglie prodotte: 17.000. Enologo: Carmine Valentino. Uva: coda di volpe e aglianico.

2 Commenti

  1. Il Grande Lello quando siamo andati a Tenute Montelaura ci ha portati in questa tra questi vigneti….ho degustato Taurasi di varie annate davvero ottimi!

  2. Ancora una volta hai fatto centro.Un vino che entra con discrezione ma spesso risulta primo al traguardo anche nel confronto con altri campioni come nella difficile 2003 dove stacca un po’ tutti.

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