Taurasi 2005 di Contrade di Taurasi


Taurasi 2005 di Contrade di Taurasi

Vero, è ancora un po’ caldo. Ma alle bevute rosse bisognerà pure iniziare a pensarci prima o poi e noi siamo qui per questo. Se amate l’Aglianico, quello però non ammorbidito dal Merlot o stravolto dal Cabernet Sauvignon, potete mettere in conto di iniziare a bere la 2004. Si tratta di annata da me inizialmente sottovalutata perchè un po’ disastrosa con i bianchi, anche quelli lunghi come Fiano e Greco ma in realtà, assaggio dopo assaggio, emerge con chiarezza il contorno di un millesimo assolutamente interessante e intrigante per l’Aglianico.
Il motivo di fondo è nel riequilibrio naturale operato in vigna dall’andamento climatico fresco rispetto alle tecniche di concentrazione eccessive che proprio in quel periodo hanno toccato l’apice in Italia. Il risultato nel bicchiere è fatto di un buon equilibrio tra il legno e la frutta oltre che l’esaltazione di note minerali sapide. Un campione 2004 è senz’altro il Taurasi di Sandro Lonardo, fa il paio con l’eccezionale 1999, azienda la cui filosofia, a cui lavorano l’enologo Maurizio De Simone e il professore Giancarlo Moschetti, è cercare di riportare un po’ di naturalità nel bicchiere. Ci si impegna dunque in un dosaggio tecnico e leggero del legno e si usano lieviti autoctoni molto utili, secondo gli studiosi, a garantire la necessaria diversità, il cosiddetto marker olfattivo aziendale in base al quale anche un non esperto riesce a distinguere e a riconoscere il bicchiere. Il 2004 di Sandro è emerso durante la degustazione verticale con la quale si è aperta la manifestazione Grandi Vini da Piccole Vigne organizzata nell’ambito della Festa del Vino a Castelvenere nel Sannio.
Sicuramente buoni e interessanti le altre annate, ma questa sembra promettere molto e per lungo tempo. Da un venerdì all’altro. Oggi il confronto è alla Sala degli Stemmi nell’ambito della nuova edizione di Aglianica nel meraviglioso castello federiciano di Melfi con il 2004 dei Favati e di Cortecorbo, il Grave Mora di Fontanavecchia, l’Etichetta bronzo di Masseria Felicia, Tormaresca e il Naima di Viticoltori de Conciliis. Una degustazione in due fasi, preceduta dai vulturini Allegretti, Colli Cerentino, Regio Cantina, Terre degli Svevi e Terre dei Re. L’idea è fare il punto sulla 2004, millesimo che per molti si ricongiunge appunto al 1999.
Ma, in fondo, a cosa si deve pensare quando usiamo il termine «grande annata»? Sicuramente la capacità di esprimere una potenza equilibrata in tutte le sue componenti: acidità, alcol, frutta, struttura. E tutto indica come il Taurasi di Sandro Lonardo risponde esattamente a tutti questi requisiti.
Bere per credere.