Torrecuso, Il Ritrovo di Bacco


Vico Portacera
Tel. 0824.872332
www.ilritrovodibacco.eu
I paesi del vino del Sud vivono una fase prototuristica ed è qui, più che sul prodotto, che si misura la distanza con altre realtà consolidate italiane. La gente lavora e, giusto per fare un esempio, la domenica chiude le cantine, niente visite. Riposa. Oppure va a divertirsi a valle, nei paesi più grandi o nei capoluoghi perché solo pochi viaggiatori e appassionati si avventurano per vicoli e vigneti. Per questo motivo è possibile ancora fare scoperte molto interessanti, genuine, perchè il vino è ancora molto avanti al territorio in cui si esprime, viaggia nelle fiere e spesso Oltreoceano, manca però la mentalità di passare dal business sul prodotto a quello sul turismo. E’ così nel Vulture, così a Taurasi e in Irpinia, così nei paesini sanniti ricchi di storia e di etichette fra cui spunta in questo caso Torrecuso. Dobbiamo riferire il miglioramento degli ultimi anni, a Torrecuso per restare al tema, dove nasce uno dei migliori rossi italiani (citiamo il Bue Apis, il Grave Mora, il Vigna Cataratte, il Terre di Rivolta tanto per gradire fra tre bicchieri e cinque grappoli più le corone del Touring sui bianchi) oltre che una meravigliosa e longeva Falanghina: il comune ha davvero ben ripreso il cuore del suo centro storico, delizioso durante la festa di fine agosto nonostante ci siano angoli deturpati dall’alluminio anodizzato. Qui nascerà la Casa del Gusto la cui struttura è stata quasi completata grazie al finanziamento regionale. Ma nel corso dell’anno il paese non è polo attrattore nemmeno per il Sannio, perde la partita con Telese, San Giorgio e lo stesso capoluogo. Ecco perché salutiamo con gioia la nascita di questo locale del giovane Luca aiutato dal papà e dal pizzaiolo, napoletano trapiantato nel Sannio.

Una bella sala da pranzo in stile osteria, poi tre rossi al bicchiere nel fine settimana, una discreta batteria di ricette tipiche come gli ammugliatielli, budella di agnello ripiene, piccione e quaglie arrostite, tra i primi i cavatielli al pomodoro fresco, una discreta scelta di formaggi. C’è un po’ di franchising nazionale di qualità che porta il solito lardo di Colonnata, chianina e marchigiana, ma anche buona carne locale, un vitello da incorniciare, salsicce e agnello. Il piatto forte è la carne di maiale con le pappacelle. Insomma, un posto grazioso dove poter trascorrere una serata durante le escursioni enologiche nella Valle Telesina, bevendo soprattutto i rossi delle aziende del territorio in grande crescita negli ultimi dieci anni ma anche scegliendo fra una discreta selezione campana e nazionale. Noi abbiamo goduto di un ottimo spaghetto aglio e olio con peperoncino piccante verde, secco e sottolio con il quale ci siamo arricreati (“rinati”) e di un ammugliatiello con un paio di rossi di cui vi parlerò in separata sede. Riscalda il cuore potersi fermare qui. Soprattutto con amici cari e giovani produttori con la speranza negli occhi di una dignità lavorativa sconosciuta ai loro genitori, ai loro nonni, ai loro avi.