Truffa della mozzarella? Anche i truffati hanno le loro colpe gravissime


ancora mozzarelle di barlotti

Mozzarella di Bufala

di Marco Contursi

Latte vecchio corretto con la soda, provole affumicate con volantini contenenti colle, mozzarella dop fatta con latte vaccino, queste le accuse gravissime che hanno portato agli arresti domiciliari Salvatore e Luca Bellopede, del Caseificio Bellopede, Vincenzo e Antonio Croce, amministratori della Casearia Sorrentino di Santa Maria La Carità, e Gennaro Falconiero, responsabile del Caseificio San Maurizio, con sedi a Frattaminore e a Orta di Atella.

Accuse infamanti che se confermate in giudizio dovrebbero spalancare le porte delle patrie galere per le persone coinvolte per anni e anni senza sconti.

La gravità sta nel fatto che, non solo hanno attentato alla salute dei loro clienti ma hanno gettato fango su un settore intero, quello caseario e sulla regione Campania.

Girando un po’ in rete, si sono sprecati i commenti che parlavano dei “soliti furbacchioni campani”, o “delle normali prassi del settore caseario”.

A dire il vero anche a me, un po’ la voglia di mangiare mozzarella è passata, visto che di Bellopede ero cliente saltuario, anche attirato da un negozio che aveva ottimi salumi e altre specialità.

Le vendite di mozzarella diminuiranno sicuramente e ne faranno le spese anche i tantissimi produttori onesti.

Ma sono tantissimi anche i disonesti. E non solo tra i produttori di mozzarella ma anche di fior di latte: latte congelato, latte estero, latte scremato venduto per intero, tante se ne sentono, tante restano nell’ombra.

Ma a parte l’innata propensione alla truffa di alcuni uomini, spinti dalla brama di maggiori ricchezze che li porta ad azioni ignobili (c’è chi per soldi ha ucciso la madre…) mi chiedo:

MA NON E’ ANCHE UN PO’ COLPA NOSTRA?

Mi spiego: ma secondo voi è normale che il consumo di mozzarella di bufala aumenta in estate quando le bufale fanno meno latte? Ma è normale che ormai la mozzarella di bufala campana si trovi dal Manzanarre al Reno? Ma è normale che la stampa specializzata parli ormai quasi solo di mozzarella che è entrata anche nelle carte di ristoranti stellati di tutta Italia? Ma è normale questo continuo parlare di pizza e la colonizzazione che pizzaioli napoletani stanno facendo di tutte le principali città italiane?

L a conseguenza? Un aumento abnorme della richiesta di mozzarella. Non a caso il Caseificio Bellopede è fornitore di una delle migliori pizzerie campane (danneggiati pure loro da questa notizia) che macina numeri da capogiro.

Un caso? Forse, ma è dimostrato che la abnorme richiesta di un prodotto, produca pratiche poco ortodosse per soddisfarla.

Un esempio? La destagionalizzazione dei parti per fare in modo che il latte aumenti in estate. Pratica legale sia chiaro ma comunque contro natura.

Il problema è che quando la richiesta di un prodotto aumenta così tanto, per un produttore è difficile dire di no, pressato sia dalla voglia di ulteriori guadagni ma anche dall’insistenza dei clienti.

Mi diceva recentemente un produttore di salumi che un pizzaiolo lo chiamava anche tre volte al giorno per farsi mandare un prodotto nonostante lui gli avesse detto che non era stagionato e alla fine, stremato da tanta insistenza l’aveva mandato così come era, senza ricevere lamentele, anzi le telefonate moleste di richiesta erano finite. Tutti contenti dunque? Non esattamente, perché se la pizza con quel salume arriva nel piatto mio o di uno che va oltre il marchio famoso, che figura fa il produttore e il pizzaiolo? Pessima. Ma sono pochi i competenti che non si fermano al nome altisonante, sia esso Dop, Presidio, o altro.

Ribadisco quindi un concetto che ho espresso sempre.

Pizza e mozzarella sono eccellenze campane, ma non dobbiamo avere la pretesa di colonizzare il mondo con queste specialità, altrimenti facciamo la stessa cosa che fece Mc Donald’s con i suoi panini. Ne più ne meno.

Chi vuole mangiare una ottima mozzarella o una eccellente pizza, deve venire in Campania. Così facendo si mette in moto una economia locale fatta di alberghi, bar, negozi vari. Si fa crescere un territorio.

Aprire una pizzeria a Milano o a New York, porta denari solo a chi la apre e ai suoi fornitori.

Il problema mozzarella di bufala, in questi termini di aumentata domanda, soprattutto da parte delle pizzerie, tocca anche altri alimenti quali il pomodoro san marzano (spesso vengono sequestrati ingenti quantitativi di falso), i salumi e taluni formaggi.

I GROSSI NUMERI NON POSSONO COLLIMARE CON LA QUALITA’.

MAI.

Riflettiamo su questa cosa.

Infine, che fine ha fatto il fior di latte? Anni fa era il latticino per eccellenza campano, quello che si regalava ai parenti fuori regione,oggi dopo un periodo di appannamento a causa del predominare della mozzarella di bufala, è tornato in auge grazie alla pizza, ma è raro trovarne di buono e soprattutto fatto con latte locale. Si parla tanto di quello di Agerola ma tutti vedono le cisterne di latte che vengono su ogni mattina. Latte di dove? Italiano del nord o tedesco. Ma a questo punto mi domando? Si può ancora chiamare di Agerola? Un tempo le mucche erano locali e mangiavano le erbe del posto e davano un latte dei sentori unici (non basta che le mucche siano locali ma anche che pascolino all’aperto in loco). Ma forse questa epoca non c’è più.

Ma almeno non continuiamo a chiamarli monti lattari.

Ma almeno non meravigliamoci quando sentiamo questi scandali sulla mozzarella di bufala.

In fondo tutti vogliamo una bella caprese il 15 agosto, no??!!

22 Commenti

  1. Come sempre d’accordissimo con il caro acuto e perspicace Marco….p.s. manco a farlo apposta ieri matt mi sono recato su ad Agerola dal mio contadino di fiducia per acquistare un bel pollo ruspante che razzolava beato allo stato brado….morale della favola da via Castellammare imboccata poi la strada che sale su ci ho messo la bellezza di 50min per raggiungere Agerola grazie ad 1 “corteo” di cisterne di latte che salivano e che per le dimensioni e caratteristiche della carreggiata erano insuperabili…..Fiordilatte Agerolese Dop, ma andate a cagare, ahahahahah!!!!

    1. C’è anche da dire che uno dei caseifici coinvolti in questa squallida vicenda su questo stesso blog qualche anno fa fu quasi “incensato” in quanto fornitore di mozzarella nientepopodimeno che di Papa Wojtyla ! Viene da pensare che il povero Pontefice forse avrebbee vissuto più a lungo se avesse mangiato fontina ?

  2. Tanti anni fa, in Piemonte mi trovai a visitare una notissima azienda che produceva e produce caprini ricercatissimi. Chiesi se era possibile averne per il mio locale, la risposta fu: la metto in lista, però non le garantisco la spedizione prima di un paio di mesi e il prodotto che le manderò sarà mia cura scieglierlo. Aspettai più di due mesi, poi arrivarono i formaggi. Fu un successo

  3. Io considererei anche un altro aspetto: Il costo.
    Tutti degustatori dal braccino corto e allora mangiamoci latte e soda cagliato!!!!!!

  4. Un pastore che incontrai lungo il sentiero degli Dei mi disse che ormai ad Agerola trattano solo latte straniero, molto di provenienza Ucraina. Nessun imprenditore caseario era più interessato a comprare latte dai pastori locali che, naturalmente, costava di più. Per questo motivo anche la pastorizia era quasi del tutto scomparsa sui monti Lattari.

  5. Circa la mozzarella invece, ricordo che il proprietario de “la Fxxxxx” di Presenzano, mi disse che il suo caseificio non era mai tra quelli più pubblicizzati poiché si era sempre rifiutato di entrare nel consorzio del “Dop” in quanto non convinto che tutti applicassero il disciplinare alla luce del sole. Era contentissimo di avere un piccolo caseificio, che lavora solo latte del suo allevamento di bufale, e che vende solo in sede. E, devo aggiungere, lì la qualità è davvero altissima.

  6. Ma dici davvero? Come fai a dare la responsabilità all’aumento di richiesta? Questa è solo un opportunità! Sono le aziende che non ne approfittano e, invece di aumentare il prezzo ne diminuiscono la qualità. Quando il prodotto non è disponibile o non raggiunge la qualità desiderata, semplicemente non si vende! L’aumento di prezzo compensa la mancata vendita. La responsabilità del cliente? Quella di dare per scontato la qualità e fidarsi troppo. Purtroppo il prodotto veramente buono nn è facile da trovare e la ricerca richiede tempo.

  7. In un altro post, sul declino delle gloriose trattorie, Marco Contursi riprese una famosa frase del grande regista teatrale milanese Giancarlo Cobelli: ”Fermate il mondo, Voglio scendere”!!!!. Magari alla mia fermata, trovo una trattoria”.

    Commentai riportando un’altro pensiero di G Cobelli:
    “Il teatro se non turba, non emoziona, non dice il vero, non esiste. La sua funzione è quella di rompere gli orizzonti per darci modo di guardare altrove. A meno che non si preferisca una lettura ipocrita”(Giancarlo Cobelli)

    Parafrasando le parole del grande regista milanese Cobelli:
    Il WEB se non turba, non emoziona, non DICE IL VERO, NON ESISTE.
    La sua funzione è quella di rompere gli orizzonti per darci modo di guardare altrove.
    A meno che non si preferisca una lettura ipocrita.

    Spero che il WEB ritrovi questa ispirazione, presente nel post di Marco Contursi

  8. Buongiorno vivo da oltre 40 anni in provincia di Novara, e in località Loreto di Oleggio allevano bufale e trasformano il latte in Mozzarella ,ricotta ed altro. Pizzerie e Ristoranti della zona si riforniscono dei prodotti .
    Io mi fido di Questo Allevamento .Cordiali saluti Antonio

  9. Il Bellopede fa parte del CDA del consorzio di tutela della mozzarella, mi sembra impossibile che quelli che adesso prendono le distanze, erano ignari della pratica utilizzata. Mi sembra più appropriato immaginare una prassi condivisa e utilizzata a fini di lucro da parte di tutti i burocrati del caso.
    Come sempre il problema è nella mancanza di etica ed è originato dai produttori e dai controllori; il consumatore è parte lesa, vittima della bramosia dei primi.

  10. Marco ho qualche perplessità sulle cose che dici circa l’apertura oltre confine delle pizzerie ma sono marginali rispetto a queste considerazioni. Cioè Una brutta storia ma è fisiologico trovare truffatori in ogni settore. Poi se è vero vuol dire che il sistema di controllo funziona e siamo tutti più tranquilli. La storia che mi lascia perplesso è che questi nomi sono ricorrenti nel senso che sono gli stessi caseifici incriminati l’altro anno. È mai possibile che reiterino il reato con tanta faciloneria? Se si vanno confinati in eterno

  11. Credo che oggi l’Olimpo del fior di latte di qualità sia Vico Equense , i prodotti di alcuni casefici costano anche il doppio rispetto ad altri marchi e certamente più di quelli di Agerola , quando al supermercato bisogno sborsare circa 10,00€ al kg però a nessuno piace e allora i furbi che cercano in tutti i modi di offrire prodotti a prezzo più basso aumentano , non è certo ovvio che se spendo poco compro cose che mi fanno male (quantomeno dovrebbero seguire le direttive ASL) ma se spendo bene sono un po’ più sicuro.
    Il discorso vale per il fior di latte il cui prezzo riesce a cambiare di parecchi euro da un caseificio all’altro cosa che non mi pare accada con la bufala

  12. I truffati sicuramente hanno le loro colpe come scrivi nell’articolo,….. ma secondo te la stampa del settore non ha nessuna colpa??
    Tra gli esperti del settore Questo caseificio risultava uno dei migliori fino a qualche mese fa.
    Di cosa stiamo parlando ?

    1. Buongiorno Apostoli del Signore
      a proposito di fare pace con il cervello, direi anzitutto di considerare che l’articolo è firmato da Marco Contursi, e, secondo, che si tratta di una guida dei caseifici dop. Non siamo detective, Bellopede&Golino sono sempre stati considerati da tutti un riferimento in 40 anni di attività. Perché non l’avremmo dovuto citareP?

  13. Proviamo un pò a rispondere:
    Marco: Non funziona come dici in economia. Ci sono prodotti che dopo aver raggiunto il prezzo massimo di vendita, non possono più vedere aumentato il loro prezzo, pena l’uscita dal mercato, ergo si risparmia sul produrlo per aumentare i guadagni.L’aumento indiscriminato e repentino di richiesta non è MAI un bene.
    Pasquale: se hai letto l’articolo e non solo il titolo, avrai letto che ho scritto “Ma è normale che la stampa specializzata parli ormai quasi solo di mozzarella-???? “. Questa la colpa della stampa specializzata, non quella di aver trovato buono un prodotto di un caseificio storico che se oggi compie una truffa,non è detto che l’abbia fatta da sempre e comunque va compreso bene dove veniva mandato i prodotto adulterato. Bellopede vendeva molto anche all’estero e solitamente chi fa truffe di questo genere (vedi san marzano) manda all’estero il prodotto dove c’è una minore conoscenza alimentare e spesso controlli meno serrati.Io stesso ho comprato qualche volta, trovandomi in zona la mozzarella lì e pur trovandola meno buona le ultime volte, mai avrei pensato a qualcosa del genere.Se confermate le accuse, queste persone vanno messe ai lavori forzati a vita.

    Resta un considerazione: scrivo suggerimenti di locali molto buoni e meritevoli di essere visitati, articoli importanti di denuncia come quello sulla mancata esposizione dei menu, e fanno 3-4mila letture. Questo oltre 20mila.
    Ma solo le brutte notizie o la pizza fanno audience????? leggete qui che è quasi tempo per andarci di nuovo https://www.lucianopignataro.it/a/grande-notizia-armandino-a-praiano/87667/

    1. Sicuramente per voi della stampa è stato un riferimento,per noi marcianisani e comuni limitrofi No (escluso i primi anni della gestione del grande Tommaso Golino ). Sa benissimo per Noi del luogo che idea abbiamo della mozzarella….

  14. Questo tuo articolo sai perchè fa visite?
    E’ uno dei pochi articoli che dice il vero.
    Riguardo alla stampa mi riferisco alle classifiche che stilate e mi sono sempre chiesto quale criterio adoperate. Molte volte pompate personaggi o aziende che poi si rivelano una grande delusione.
    Sei uno dei pochi che scrive con la ragione propria.

  15. Pasquale ti ringrazio per l attestato di stima.Io scrivo sempre quello che penso senza condizionamenti e lo faccio sia negli articoli di denuncia che nelle segnalazioni ma non vengono seguiti allo stesso modo.Ormai solo gli scandali ci fanno muovere il sedere dalla sedia e neanche fino in fondo

  16. Quando ho visto che il caseificio incriminato era stato inserito la scorsa estate nella lista dei caseifici suggeriti dagli autori di questo blog ho avuto un moto di disappunto. Se non mi posso fidare di un critico, allora meglio ignorare le mediazioni di esperti che si rivelano fallaci. Però in fondo credo ancora che la critica professionale debba avere il suo posto, a patto che faccia molto di più. Allora vi chiedo, Luciano Pignataro e Marco Contursi, di fare per la mozzarella almeno quanto viene fatto per la pizza e per il vino. Bisogna entrare nel dettaglio del processo produttivo. Abbiamo letto tanto di lievito madre e di lievito di birra, adesso parliamo di acido lattico. Diteci quali caseifici non lo usano, lasciando alla cagliata il giusto tempo per maturare e insaporirsi. Conosciamo i nomi degli enologi, fateci sapere anche i nomi dei casari. Un bravo casaro è in grado di influenzare le fortune di un caseificio, sarebbe giusto dare risalto alle figure più meritevoli. Inoltre se fossero conosciuti, forse avrebbero meno voglia di rovinarsi la fama con pratiche scorrette. Sono solo due proposte, ma ce ne potrebbero essere molte altre. Ma la richiesta (e l’aspettativa) che ho è solo una: che facciate cultura. Altrimenti questo blog vale come tripadvisor.

  17. Gentile Sansone io faccio quello che Lei dice nel campo che mi è congeniale ossia i produttori di salumi.Non ho mai segnalato un caseificio visto che non mangio formaggio tranne un po’ di mozzarella e ricotta raramente essendo intollerante al lattosio.Convengo con quanto Lei dice,se questo blog vuole differenziarsi deve far uscire articoli più tecnici sui prodotti e produttori come già fa splendidamente su pizza,vino e salumi.Perfettamente d accordo che per differenziarsi dalla massa dei blog sia fondamentale raccontare alcuni particolari tecnologici delle produzioni a beneficio di quei lettori competenti dei processi produttivi.Tenga presente pero che un blogger non è un Nas e quindi deve sempre stare a quello che il produttore racconta di se e del suo prodotto magari evitando di scriverne se avanza dei dubbi sulla veridicità di quanto gli è stato raccontato ma per fare questo è necessario che chi scrive abbia competenze tecniche sulla materia come ne hanno Luciano ed Enrico sul vino,Tommaso sulla pizza ed io sui salumi.

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