Vallo della Lucania, il vero Farmers’ Market cilentano: vi presento i miei spacciatori No Selecta


Pasquale Falera, ortolano sinergico

Vallo della Lucania, il paese di origine della mia famiglia paterna. A due passi dalla casetta in cui viviamo dal 1828 c’è uno dei più bei mercati del Sud, ricco di biodiversità e atentici personaggi. Non è organizzato da nessuno: è così da sempre.
Il contadino della foto di apertura si chiama Pasquale Falera. Prima di diventare contadino, anzi ortolano, faceva il piastrellista. Poi ha deciso di trasformare la passione per il suo orto in una vera e propria missione. E’ uno dei sacerdoti dell’«orto sinergico» basato sul principio che mentre la terra fa crescere le piante a loro volta le piante creano suolo fertile attraverso i propri residui organici.


Mercato di Vallo. Il manifesto dell'«orto sinergico»

Oggi con gli anni caricati sulle spalle e gli ortaggi sul suo furgoncino gira tutti i mercati della Campania e nella sua terra – che si trova nella frazione Mezzatorre di San Mauro Cilento, ad una trentina di chilometri da Vallo – organizza visite didattiche per le scuole.

Mercato di Vallo. Le prime susine

Mercato di Vallo. I pomodori da insalata

Mercato di Vallo. Melanzane di orto

Mercato di Vallo. Il basilico

Mercato di Vallo. Le zucchine

Non manca qualche piccolo produttore di formaggi con i suoi caciocavalli freschi o di salumi. Ma molti contadini hanno ancora qualche capra o maiale e producono a casa i loro formaggi, pancette e capicolli. Qui d’altronde siamo nel regno del cacioricotta di capra, Presidio Slow Food.

Mercato di Vallo. I formaggi di capra

Mercato di Vallo. Cacioricotte, salumi e miele fatti in casa

Mercato di Vallo. I caciocavalli

Mercato di Vallo. I burrini

Mercato di Vallo. Gaetano, contadino di Montano Antilia

Mercato di Vallo. Le zucchine di Gaetano

Mercato di Vallo. Verdura per la minestra

Mercato di Vallo. Miele millefiori

Mercato di Vallo. Le cipolle

Mercato di Vallo. Le patate di orto

Mercato di Vallo. Le patate rosse

Mercato di Vallo. Origano di montagna

Mercato di Vallo. I fagioli

Mercato di Vallo. La verza

Mercato di Vallo. Fagioli lardarelli

Mercato di Vallo. L'immancabile peperoncino sott'olio

39 Commenti

  1. Infatti, è un vero peccato che i giovani stanno abbandonando la terra. Comunque buono a sapersi, ogni tanto mi devo fare una scappata a Vallo

  2. Prodotti interessanti, bisognerà andarci! Certo bisognerebbe fare una guida dei mercatini di frutta e verdura locali!

  3. Peccato che il fatturato selecta ed altri distributori e in continuo aumento sopratutto nei ristoranti stellati e quello di questi piccoli contadini sempre meno….

  4. Guardando queste foto mi sono ricordata che domani devo comprare le cipolle e i pomodorini….. ovviamente lo farò al mercato del mio paese! :-)))

  5. Il sig. Falera, un personaggio, lo si incontra sempre nel mercatino organizzato durante gli incontri della Ragnatela, movimento che aderisce alla rete di Genuino Clandestino. Spesso al Fiume di Pietra sul Vesuvio, altezza orsevatorio.

  6. Gentile Luciano,essere conoscitori della qualità e divulgarla non è facile.Essere censori dell’omologazione alimentare è ancora meno facile.Questa basilare convinzione mi aiuta ad annoverarti tra le persone che in buona fede e ardore comunicativo, non sempre si lasciano accompagnare dalla fermezza e distacco emotivo,offrendo purtroppo ai propri lettori notizie non calibrate se non del tutto inesatte.Si può con enfasi parlare della terra e dei suoi frutti,criticare il potere o chiunque venga associato ad esso,ma mai privare la libertà di scelta,di ogni genere anche gastronomica.Caro Luciano,noi abbiamo stesse matrici,io più di te sono figlio di contadini e non solo sono fiero di esserlo ma mi oppongo che anche scerzosamente vengono chiamati spacciatori.Perchè poi NO Selecta ? Ti assicuro che nell’assortimento Selecta la stragrande maggioranza dei prodotti presenti viene fornita dai tuoi contadini,unico vincolo fare qualità ed offrire certificazione dei requisiti di legge. Inutille elencarti quanti sono Presidi Slow Food,e non di meno il mio desiderio di far crescere sempre più il numero di questi amici del Sud che a parole tutti vogliamo aiutare ma nei fatti mi vedo sempre più isolato. Perdonami,poi concludo, sicuramente involontareamente hai dimenticato di scrivere che i tuoi spacciatori se privi di alcuni requisiti non possono servire la ristorazione,la dimenticanza è grave in quanto trattasi di istigazione a delinquere,certo i refusi portano a pensarlo basta rileggere quello che con superficialità hai ripetuto più volte ovvero alimenti fatti in casa. Non ti riassumo i reati e le sanzioni che scaturirebbero dalla mancata osservanza delle norme di sicurezza e qualità degli alimenti. Nessuno di quei prodotti può entrare nella ristorazione perchè in Europa vige l’obbligo di tracciabilità a tutti gli alimenti. Tale obbligo,entrato in vigore il primo gennaio del 2005, implica la massima trasparenza della filiera agro-alimentare. Rispettoso delle scelte altrui ma ancor di più della verità.Con cordialità , Vittorio Cavaliere orgoglioso area manager di Selecta per il Sud Italia.

    1. Gentile Vittorio
      il suo intervento apre una voragine. In breve, appartengo per mia fortuna ad una generazione che quando vede una cosa pensa sempre: non potrebbe essere il contrario? e se la penso in un modo, perché devo aspettare gli altri cosa dicono?
      Per esempio, se vedo un contadino che vende un formaggio, o un ristoratore che fa una conserva, mi frega poco sapere se è a posto: so che ci sono leggi fatte sotto pressioni dell’industria che lo mettono in difficoltà in nome della sicurezza alimentare mentre sappiamo benissimo che i casi di avvelenamente sono dovuti proprio alla necessità dell’industria di fare il massimo reddito possibile.
      Scopo legittimo di ogni attività umana, ma che non ritengono esastivo come ragione di vivere. Spero che converrà anche lei sia pure da opposta fazione.
      La selecta, longino e tanti altri non vanno bene, vanno benissimo. Hanno imposto anche dei modelli di qualità e spesso il loro uso, un po’ come il vino ciccione e profumato di liquirizia degli anni ’90, sono stati una buona medicina contro pressapochismo e mancanza di aggiornamento.
      Come in tutte le cose, c’è sempre un eccesso. Per esempio trovo assurdo una trattoria di paese usare maiale selecta senza fare uno sforzo per vedere cosa c’è nei suoi territori. E preferisco uno stellato che ha suoi fornitori locali.
      E ancora: non ne posso delle diverse ondate di prodotti che si trovano uguali da nord a us, leggi guancia di vitello e pancetta di maiale per citare gli ultimi.
      Ci sarà un giusto mezzo? In questo caso stare al centro vuol dire cercare di essere un po’ più aderenti alla richiesta di ricerca.
      Tutto qui.
      Quanto al titolo: siamo su un blog, un po’ di provocazione in più certo non guasta:-)

      1. Gentile Luciano,ribadisco appartengo ad una famiglia che da generazioni lavora la terra,mio padre,i miei fratelli,i miei zii e cugini lo fanno ancora oggi.Sono “purtroppo” quasi 40anni che curo e seleziono nonchè promuovo prodotti agro-alimentari con un occhio particolare per quelli del Sud. Ho la fortuna di lavorare con Selecta,azienda che nasce dall’intuito e impegno di un altro lavoratore della terra, il suo ingegno è stato quello di promuovere dapprima i suoi prodotti e poi affiancargli il meglio dal mondo onde creare un paniere in grado di soddisfare le esigenze della ristorazione. Caro Luciano,non hai l’obbligo di conoscermi ma ti assicuro che per me la fazione non esiste, mi adopero per la valorizzazione del territorio e l’affermazione di coloro che per semplificare chiamo artigiani del gusto, nelle mie iniziative enfatizzo le produzioni locali forte però anche di un convincimento, ovvero per me non esistono frontiere le uniche che tollero sono quelle della qualità, in definitiva vorrei che i miei contadini avessero stessa dignità e opportunità di quelli del Guatemala ad esempio. Il mercato ha delle leggi non scritte ma se vogliamo davvero aiutare chi lavora la terra occorre individuare e promuovere in maniera sinergica. Per quanto riguarda il titolo,capisco e anzi concedo pienamente il mio assenso, capirai però che l’assioma Selecta = non qualità era troppo facile innescarlo.
        Se un giorno passerai da Occhiobello fermati, ti accorgerai che in Selecta non solo si lavora nel pieno rispetto legislativo ma si premia la fatica dei contadini, pescatori e artigiani , tantissimi del Sud. Sempre con cordialità, anzi augurando tanta serenità a te e ai tuoi lettori. Vittorio Cavaliere.

  7. Girovagando in questo simpatico blog segnalatomi da un’ amica sono stata attratta dal titolo…..sono una semplice appassionata del cibo, delle sue materie prime, adoro il mondo dell’ enogastronomia e sopratutto impazzisco mangiare a ristorante…. niente da dire sulla presentazione dei personaggi descritti, delle belle, pittoresche ed eloquienti foto che rappresentano realmente la simpatia ed il folklore del territorio Cilentano e del Vallo di Diano ma se mi è concesso, Egregio Direttore, Lei è veramente andato un bel pò oltre la decenza professionale ma sopratutto di una semplice proverbiale “saggezza del buon padre di famiglia” e qui di seguito Le elenco i motivi:
    Non si è ben capito dal titolo, o meglio è talmente evidente, un attacco spropositato e mirato ad una azienda leader come Selecta che detto e raccontato da tanti amici ristoratori, nonchè documentato da Vittorio Cavaliere di cui sopra (che non conosco), distribuisce si diversi prodotti di ampia distribuzione ma anche tante piccole nicchie di mercato (tanti sono Presìdi Slow Food) con tanto di tracciabilità e certificazioni che vanno a tutela della salute, e qui non si scherza, qualsiasi altra ideologia, in pieno accordo con Vittorio, scaturisce nel penale…..
    Certo, il titolo passi pure, inteso come simpatica provocazione….(ma poi a chi?….) ma la replica a Vittorio la trovo assolutamente fuordeviante da qualsiasi logica commerciale e non…..Come dicevo, la passione per il buon cibo nonchè la conoscenza di tantissimi amici ristoratori in tutta Italia mi ha fatto ricredere su diversi argomenti a riguardo, Anche io come semplice fruitrice del buon gusto ero attratta da quello che davo per scontato fosse semplicemente buono perchè era “genuino”, dal “produttore al consumatore”, “a chilometro zero”, sarò stata semplicemente sfortunata, ma tante volte mi è capitato di comprare a caro prezzo certe “bontà”…. direttamente dal “produttore alla pattumiera”….girovagando per “taverne” e per “stellati” mi concedo confidenzialmente, per semplice curiosità, per semplice spirito di emulazione nell’ ambito della mia cucina e perchè no? sopratutto in caso di dubbio, l’opportunità di chiedere la provenienza di alcune materie prime….le risposte: “Lei è convinta che in zona si trovino buone materie prime? Le useremmo volentieri tutti…”, “Ho provato con quel fornitore, con quell’ altro…una volta ti portano una cosa, la volta successiva è tutt’ altra…”, “Ho già ricevuto la visita dei Nas…. perchè se faccio tanti sacrifici per essere a norma, devo rischiare per qualche salume o qualche pezza di formaggio?…”, come vede, già sottolineato nella repli

    1. “Girovagando in questo simpatico blog segnalatomi da un’ amica…” – Eh sì, a Mary Poppins de noiantriiii!!

      “…ad una azienda leader come Selecta che detto e raccontato da tanti amici ristoratori, nonchè documentato da Vittorio Cavaliere di cui sopra (che non conosco)…” – Ma falla finita, a chi la vvuoi da’ a beve!!

      “In conclusione, commentando questo Suo piacevole articolo con qualche amico ristoratore in comune, mi ha riferito che Lei è spesso ospite in questi locali…” – Minchia, che tempismo!!

      Me cojoni Annamari’!! Per essere passata qui pe’ caso t’ha preso davvero a’ core sta’ n’ciampata. Niente niente c’entra quarcosa pure lei co’ Selecta (Dio ce la preservi, Selecta, fosse solo per le Belon!)?

      Se fa’ pe’ scherza, naturarmente. Fa caldo. Assaie. :-)

  8. ca a Vittorio, dalla taverna allo stellato se non riesce a trovare certe “eccellenti bontà” il motivo è puramente logisrtico ma sopratutto di buon senso civico e di natura commerciale.
    In conclusione, commentando questo Suo piacevole articolo con qualche amico ristoratore in comune, mi ha riferito che Lei è spesso ospite in questi locali (in confidenza Le dico che il 50% delle materie che Le somministrano è di provenienza Selecta o simili) e le sue recensioni sono favolose, (saranno veritiere per i Suoi Lettori….?) o con quest’ articolo ha preso un granchio “genuino”……?

    1. Mai detto, scritto o pensato che i prodotti selecta o di altri analoghi sono cattivi.
      Ho sostenuto altro, mi spiace non essere abbastanza chiaro. Che spesso sono omologanti: nel 2010 la guancia di vitello si trovava dal monte Bianco a Capo Colonna.
      Per me il ristoratore che ha un plus nella ricerca territoriale esprime un valore positivo, non negativo. Tutto qui.
      Il valore del piatto ovviamente non dipende poi solo da questa scelta e la mia riflessione nasce proprio dalla considerazione che ben oltre il 50 per cento della materia prima in una certa fascia di locali ha la provenienza che lei cita.
      Un po’ come quando si trovava ovunque lardo di colonnata e pecorino di Fossa. Prodotti eccezionali, ma più diffusi delle sottilette Kraft
      E’ un tema, non trova?
      Lunedì sera sarò a Taurasi da amici in previsione di una grigliata con le carni di Mario Carrab, la invito con piacere.

  9. Inutile, sterile ed evidentemente faziosa, una polemica che pare dividere il mondo degli “esperti” in necessari sostenitori o avversari dell’orticello ovvero della produzione controllata. Il problema e’ che ormai, cosa che sempre piu’ spesso accade nel nostro Paese, bisogna essere necessariamente da una parte o dall’altra della barricata. Trovo nel progetto di Selecta, azienda che ho avuto modo di conoscere e trattare, prima come consumatore finale poi come ristoratore, l’analogo spirito di conservaziine e promozione dell’identita’ dei luoghi che pignataro tratteggia con enfasi bucolica degna di una certa pittura e letteratura post seicentesca. I tratti salienti , i colori e i profumi di un Territorio bastano a ben pocoo se non inseriti nell’ambito di un progetto che alla qualitfa’ affianca una eccelente capacita’ di posizionamento sul mercato e di “sdoganamento” senza che questo significhi, come qualcuno ha detto, globalizzazione.
    Se la globalizzazione permette di trovare nel minor tempo possibile le eccellenze delle produzioni agricole nazionali, e non, nel pieno rispetto delle stesse, allora ben venga.
    Questo e’ il solito problema di un sud che non vuole crescere perche’ non ha mai messo da parte l’autoreferenzialita’ a vantaggio di una competitivita’ che non e’ reato, quanto piuttosto indice di civilta’. Da figlia di meridionali non posso che spezzare una lancia in favore dei contadini del Sud e dei prodotti della loro Terra. Ma progresso non e’ sinonimo di deturpamento, ma di sviluppo organizzato e controllato. Questo fa Selecta questo fa Vittorio Cavaliere nella sua incessante passione che, per sua fortuna, coincide con la sua professione.
    Saro’ faziosa, ma reoconfessa, perche’ scelgo di stare dalla parte di chi non perde mai l’occasiine per dare il suo valido contributo ad un sistema locale fatto di realta’ produttive esposto al tiro maldestro di una certa critica e di una certa stampa che, dietro l’apparente elogio della slow Life, coltivano nicche di disinformati.
    Quanto al titolo mi piace pensare che il dott. Pignataro abbia motivi seri per essere cosi’ incazzato!!!!!:-) :-) :-)

  10. Solo per puntualizzare ed evidenziare agli eventuali, seri frequentatori di questo blog……Credo che i “paraculi originali” di Trastevere mangiano abbacchio “genuino” ed al massimo per “belon” immaginano possa essere il verso dell’ animale prima di essere scannato….non mi sento offesa o indignata, ho sinceramente espresso un mio semplice pensiero (dove ancora una volta l’ elusiva replica del direttore è giunta puntuale, con lo stesso tempismo del “paraculo” di cui non conoosciamo neppure il nome……ed io dovrei farla finita?…) dove speravo, senza alcuna pretesa, che il direttore ammettesse ai suoi lettori ed estimatori tramite queste pagine di aver fatto una “gaffe scoop” sopratutto da ciò che si evince dal servizio fotografico (così presentati quei prodotti non sono legali e bisogna dirlo chiaramente a chi li produce e fare chiarezza a chi li consuma…) e successivamente dalle polemiche su Selecta (che credo beneficerà ancora una volta di tanta gratuita pubblicità…..) ed infine, su di una cosa sono sicura e penso che il mio pensiero concordi con tutti…..la qualità ed il buon gusto sono un patrimonio unico ed inestimale, il resto sono chiacchiere…. Ringrazio il direttore per il gentile invito a cena, spero con eccellenti “carni certificate”, non mancherà nel futuro questa opportunità…. A presto

    1. commento che oggi non andava fatto per i motivi di cui alla pagina centrale del blog.La rimandi a domani la sua polemica,oggi taccia per rispetto di chi ha perso un collega,un buongustaio,una persona per bene.

    2. Gentile Annamaria
      Dire che il mercato comunale di Vallo della Lucania presidiato dai vigili urbani e controllato dall’Asl è fuori norma fa sinceramente un po’ ridere perché svela furiosa ignoranza. Ma lei mangia solo prodotti imbustati? Un pollo di cortile le è mai capitato di mangiarlo? No? Un pesce pescato sotto i suoi occhi, una cozza aperta viva? No? Peccato per lei. Perché se la prende con i contadini e non con la Findus, perfettamente nelle norme che la sua lobby ha imposto a Bruxelles? Cosa faranno mai di tanto malvagio i pastori che fanno formaggio, i contadini che producono e vendono? Si, lo so: ricordano alla gente qual è il vero sapore delle cose e questo in una società omologata è davvero il peccato più grande che si possa commette perché colpisce gli interessi delle grandi industrie, quelle che popolano i reparti di oncologia con i loro clienti. Un po’ come l’amore era il peccato più orribile nella società orwelliana
      Ah, la serata di Taurasi era popolata da pericolosi contrabbandieri che spacciavano carni di animali al pascolo e peperoni no ogm. Orrore!:-)))

      1. E vogliamo parlare delle patate rosse di Letino coltivate nei sassi della piana delle Secine e “spacciate” da Samuele direttamente dal sacco in cui le ha raccolte? Oppure delle cicerchie di Gallo che la signora non ti vende perché “so’ solo pe’ nuje…” (ma sono tanti anni ormai che ce ne dà qualche chilo). Oppure del pecorino di Brigida sempre made in piana delle Secine con le pecore che pascolano accompagnate dai soli cani sul Miletto (2.050 mt)? O anche della ricotta (stessa produzione del formaggio) con la quale farciamo i fiori di zucchine generosamente forniti dell’orto di Samuele? Forse è meglio parlare della frittata di cipolle (dall’orto di cui sopra) con le uova fatte dalle galline che “raspulejano” libere sulla collinetta nell’altopiano a quota 1.100 mt? L’elenco diventa lunghetto se si include il latte (direttamente da un mucca vera che ti fanno pure vedere!) e il caciocavallo di Fortini, l’agnello di Siverio… Il tutto rigorosamente senza il benestare dell’Asl ma con sapori irripetibili.
        In quasi 30 anni di queste cattive compagnie e mangiando pericolosi alimenti, abbiamo contagiato molti amici, diventati anch’essi frequentatori di questi pericolosi spacciatori!
        PS: fra un paio d’ore sarò in ferie e stasera mi godrò il tappeto di stelle con la felpa addosso ;-))))))))

  11. Trovo che la diatriba Selecta si – Selecta no, ricalchi il tema di fondo che ha riguardato la tumultuosa ascesa di Farinetti e dei suoi Eataly. Certo, parliamo di cose diverse, ma le riserve ideologiche secondo me sono assolutamente assimilabili.
    Per questo trovo che le argomentazioni di Vittorio Cavaliere siano condivisibili anche se un po’ liriche, poetiche, farcite di un po’ di retorica di maniera o di mestiere. Come trovo che il richiamo alla territorialità, nelle materie prime come nelle ricette, sconfini spesso in uno sterile ed acritico conservatorismo culinario; dove, spesso, è la riproposizione stantia di un falso sapere familiare. Anche qui con l’utilizzo di tanto mestiere e svariati specchietti per le allodole e turisti.
    .
    Ciao

          1. Accidenti, essere paragonato ad uno che ha seguito quel criminale di Mussolini fino alla fine, non mi era mai successo !!
            Oh, c’è sempre una prima volta.
            .
            Per quanto riguarda Selecta invece, sono stato suo cliente sin dall’inizio, per alcuni anni, per pochi prodotti.
            Ora non più. Ma non per un vano e vago ritorno ai mercati del contadino o a bucolici paesaggi limitrofi, ma per seguire la mia voglia di usare pesce cosiddetto povero e azzurro, anzichè il ricco, eccellente e costoso pesce spada (ad esempio). Trovo cioè che oggi come oggi sia un dovere ecologicamente morale, cercare di consumare pesce posizionato in basso nella piramide alimentare.
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            Allo stesso tempo però, va dato atto a Selecta di essere una valvola di sfogo, di commercio, penso anche di sopravvivenza, per tanti produttori piccoli, che poco avrebbero a che fare nei rapporti ad esempio con la grande distribuzione. E questo secondo me è un grande merito. Merito che va di pari passo con il poter consentire ad un cuoco palermitano di poter utilizzare e trovare facilmente un grande speck altoatesino….sempre che sia ancora legalmente consentito utilizzare alimenti non dico a km zero, ma a km pochi.
            .
            Ciao

  12. Caro Luciano (Vigna.),non escludo che tu abbia ragione nel trovarmi retorico, volendo ricercarne la motivazione deduco che tutto nasce dal fatto che non cerco il conflitto con Luciano ( Pigna.), sono più che convinto che alcuni attacchi ricevuti sono frutto di sentito dire più che per conoscenza diretta,tra l’altro ciò io lo perdono ampiamente perchè raffigura un tratto distintivo di noi meridionali. Tento di chiudere la polemica innescata dalla pubblicazione di questo articolo,rimarcando che ha fatto molto più rumore di quanto appare sul blog, di questo mi complimento sinceramente con Pignataro perchè si evidenzia che seppur non tutti hanno voglia di esternare le loro opinioni di fatto seguono con interesse le evoluzioni dei vari forum proposti. Faccio mia questa frase :” E’ il commercio che ti da la misura del tempo e la disciplina di adeguarti ai tempi del compratore”. Con la speranza della benevolenza di tutti in special modo dell’autore di questa frase rubata,auguro serenità a tutti.

    1. E’ il commercio che ti da la misura del tempo e la disciplina di adeguarsi ai tempi del compratore?!? Aiuto tutto ciò mi preoccupa!

  13. A questo punto non mi resta che assaggiare questi prodotti Selecta! O trovare qualche ristorante che li utilizza cosi anche io potrò esprimere la mia opinione!

  14. ……(senza parole, davvero) non riesco davvero a capire se la maggior parte di persone che si esprimono su questo blog siano dei malati terminali di faziosità o semplicemente dei “pezzotti” al soldo del direttore….(compresi i vigili urbani ed i funzionari dell’ ASL di Vallo della Lucania e voglio sperare che almeno i NAS non siano complici…..)

  15. In buona fede, esprimo un commento e vengo zittita da un certo Marco… chi sta davvero a piangere un “collega” non si preoccupa di navigare in un “articolo mirato” e arrogarsi il diritto di parlare a nome di altri, il direttore che continua a rispondermi che me la prendo con i suoi “contadini spacciatori” di qualità eccelsa e non vuole “capire” ma ancor di più ammettere che questa “eccelsa qualità” così tanto decantata, se non certificata in tutti i sensi, è illegale, e sottolineo ancora meglio che una persona di cultura come il direttore può tranquillamente sbafarsi a iosa di cotanta qualità nell’ ambito di un rapporto privato, familiare o domestico, non vi è nulla di male (sopratutto perchè lo fa a suo rischio e pericolo) ma istigare con tanto di fotografie all’ acquisto di prodotti senza un minimo di etichetta è da codice penale…..e continuare ad insistere in una banale diatriba con Vittorio (a proposito, anche tu Vittorio non schierarti sempre e solo a favore del tuo lavoro e della tua azienda) e tutti coloro che dissentono dalla sua “gaffe”, palesemente schierato contro leggi e valori….ma dai, anche andare con una splendida prostituta dà emozioni e piacere ineguagliabili, ma caro direttore abbi il coraggio di dire che è illegale…..ma poi ancora, dare del fascista a Vignadelmar (uno che compare in foto col colbacco in testa….). mi sembra tutto il contrario di tutti, boh?!? Emma fai bene ad essere interessata a provare i prodotti di Selecta, se mi dici in che zona sei spero di poterti dare la dritta giusta….

    1. Annamaria
      ha completamente perso la bussola. I contadini ripresi hanno il loro spazio in un mercato comunale, espongono la loro merce con tutte le regole, i vigili urbani controllano e smistano il traffico, l’asl ha dato tutte le certificazioni necessarie. Pensare, e scrivere, che fotografare chi vende in un mercato pubblico sia apologia di reato significa abbandonare il genere umano.
      A meno che non ritenga illegale tutto ciò che non piace a lei, ma questo è un altro discorso. Se ne vada in Iran o in Cina
      Dunque, codice penale per codice penale, scrivere che forze dell’ordine siano pezzotti al soldo di qualcuno è una vera e propria calunnia. E anche abbastanza grave. se ne è convinta, sporga denuncia:-))
      Capisco che debba difendere interessi costituiti, ma la faccia dimostrando la bontà delle cose che vende e non denigrando l’agricoltura di qualità, l’artigianato e chi è impegnato eticamente a tutelare la salubrità del suolo

    2. Io lo sapevo…..e vabbè ma poi nn dite che sono io che me le cerco…………..Veniamo a Noi che credo che un pò di chiarezza sia opportuna:
      Egregia Annamaria innanzitutto mi presento poichè l’aggettivo indefinito “certo”,mi perdoni la presunzione,non mi si addice.Sono Marco Contursi,fiduciario slow food e tanto altro (ad esemp la controfigura di Brad Pitt nelle scene hard dei suoi film).Io non navigo in nessun articolo ma ho visto il suo commento al lato sinistro di questo blog dove appaiono gli ultimi commenti.E a riprova che il mio non era un attacco mirato a Lei basta vedere il commento che ho scritto nell’articolo su Arrigoni dopo la mezzanotte in cui rimprovero tutti di non aver espresso il proprio cordoglio.Quindi può tranqullamente fare a meno di sentirsi perseguitata almeno non dal sottoscritto.Venendo al resto,ora dico la mia che prudentemente mi ero volutamente astenuto dal palesare.
      1 )Lei scrive dellle cose vere quando dice che alcuni dei prodotti della foto non sono a regola per l’ASL e la vigente normativa sulla sicurezza alimentare,Lei scrive delle stupidaggini quando dice che andare con una prostituta è reato (NON LO E’ SE MAGGIORENNE).
      2)Quando dice “agli eventuali, seri frequentatori di questo blog” è gratuitamente offensiva e arrogante.Oltretutto dimostra di non conoscere alcuni di noi come il sottoscritto che ha dato ampiamente prova di essere al soldo solamente della propria onestà intellettuale.
      3) le regole sulla sicurezza alimentare sono in parte influenzate dalle industrie alimentari che vogliono soffocare in nome di una presunta sicurezza ogni artigianalità per i motivi di cui tra poco dirò.Che alcune regole di sicurezza degli alimenti siano francamente eccessive è dimostrato ad esempio dal fatto che le tossinfezioni da botulino (tanto paventate per i prodotti artigianali) sono rarissime rapportate alle decine di migliaia di persone che consumano alimenti potenzialmente a rischio quali sottolii,marmellate,salumi.E che taluni casi di cronaca degli ultimi anni rimandano a prodotti industriali quindi potenzialmente sicuri come il mascarpone della Giglio che causò la morte di un 15enne napoletano una decina di anni fa.Con ciò non voglio però sostenere che i sottolii del contadino che vende lungo la strada siano sicuri,io non li compro,ma su salumi e formaggi il rischio di contaminazioni è statisticamente trascurabile e francamente io lo corro.La sicurezza al 100 % non si ha mai in nessun caso.
      4) L’artigianalità di un prodotto non è sempre sinonimo di qualità,basti pensare ai vini del contadino che fanno quasi sempre schifo.
      5) Il prodotto artigianale ,quando è fatto bene,ha sicuramente un plus di gusto rispetto al prodotto industriale poichè in quasi nessun caso i numeri possono garantire la qualità come le piccole produzioni, poichè sorgono problemi oggettivi di approvigionamento delle materie prime,di cura nella lavorazione del prodotto e questo vale non solo per il cibo ma per tutte le produzioni umane ( vestiti,orologi,gioielli ecc).
      6) Selecta e simili hanno sicuramente prodotti di qualità ma il rischio è che favoriscano una omologazione del cibo e questo in campania sta succedendo col maiale nero.Tutti i ristoranti ,importanti e non, l’hanno in carta,ebbene quanti hanno vero maiale nero? il 60 %.Quanti hanno un maiale nero come quello di Dino che li alleva allo stato brado?NESSUNO, e sfido chiunque a dimostrare il contrario.Questo per dire che non tutti i prodotti di qualità possono essere disponibili da Ragusa ad Aosta ma l’aspetto della territorialità è fondamentale anche per motivi di sviluppo economico locale e qui dovrei aprire una lunga parentesi ma non è il luogo per farlo.Dico solo che il ristorante che compra tutto a catalogo è mal visto nel luogo dove esercita e non è diffcile capire perchè.
      7) Selecta e simili hanno svolto e svolgono un lavoro fondamentale per un certo tipo di ristorazione dove è giusto trovare certi prodotti quindi non vanno assolutamente demonizzati anche perchè non sono i diretti concorrenti di quel contadino che mai potrebbe fornire migliaia di persone.La massaia di Vallo è giusto che si rivolga a lui,il ristoratore tristellato è giusto che si rivolga anche a Selecta oltre che a fornitori locali.
      8) La similitudine tra Vigna e un fascista sono sicuro che è solo una simpatica provocazione.In caso contrario prendo la mia camicia nera e il manganello di cuoio e vado a dirne due a Pignataro :-D
      9) Annamaria me la toglie una curiosità?……ma perchè le sta tanto simpatica Selecta??????????E Longino no?E Jolanda de Colò? suvvia una parola buona anche per loro per par condicio.
      10) Stasera sono stato ad una sagra a Lapio………poca confusione,piatti economici e maialosi,degustazione di tutti i 4 fiano delle cantine del comune……..di rara eleganza il viso della ragazza dietro alla stand dei bicchieri………magari fossero tutte così le sagre.

  16. Ho tentato di appendere la penna al chiodo,riprenderla sicuramente mi ha evitato di essere tacciato di codardia. Innanzi tutto confermo in toto quanto scritto nel mio primo post. Ribadisco,essere conoscitori della qualità e divulgarla non è facile,nel fiume di parole sgorgato dalla pubblicazione provocatoria di questo articolo,in maniera artificiosa si perdono di vista gli aspetti primari e concreti e si indulge nella ricerca dello scontro,ormai in ogni occasione tentare di costruire un tracciato sinergico diviene sempre esercizio da condannare. Rispondo solo ad alcuni quesiti che mi vedono maggiormente coinvolto. Per primo alla gentile Annamaria,molte delle sue affermazioni sono condivisibili, mi spiace che le sia apparso schierato solo a favore del mio lavoro, avevo già risposto a Luciano (Vigna) che a volte pur non condividendo le tesi altrui si tenta un passo indietro onde evitare l’innesco di polemiche sterili quanto nocive. Per Pignataro riaffermo la formula del perdono e assoluzione,anche se una frase proprio non mi è piaciuta, scrivere ad Annamaria che difende interessi costituiti,appare un’accusa velata se non subdola . In fine per Marco Contursi, fiduciario Slow Food, la mia storica amicizia con questo movimento me lo rende simpatico a prescindere, ma ciò non gli evita una tiratina d’orecchi, caro Marco in quel catalogo mostro di omologazione vi sono tanti Presidi Slow Food sicuramente più di quanto immagini,e poi una tua curiosità con più attenzione non ti sarebbe sorta,ecco perchè dovrai ammettere la tua domanda come maliziosa.Nell’articolo il buon Pignataro citava No Selecta,…..(significa preferisco stare zitto). In merito a Luciano (Vigna) credo finalmente di poter pienamente dar ragione a Luciano (Pigna) risulta anche a me che Vigna è un pericoloso fascista. Scherzi a parte auguro tanta serenità a tutti.

    1. Ciao Vittorio,so bene che Selecta ha tanti presidi ma non vuol dire che non si rischi l’omologazione anche con gli stessi basta pensare al lardo di colonnata che se non erro una volta era presidio e ora non più.
      Riguardo poi al tuo passaggio”e poi una tua curiosità con più attenzione non ti sarebbe sorta,ecco perchè dovrai ammettere la tua domanda come maliziosa.Nell’articolo il buon Pignataro citava No Selecta,…..(significa preferisco stare zitto)” sinceramente non l’ho capito e anche rileggendo il tutto non trovo scritto da nessuna parte la risposta alla mia curiosità del perchè ad Annamaria fosse tanto simpatica Selecta.Che significa “(significa preferisco stare zitto)”?Credimi non sono mai malizioso nelle mie domande,e forse sarà per il caldo ma non riesco a coglierne il significato a meno che tu non volessi dire che Annamaria difende Selecta perchè è la sola tirata in ballo da Pigna ma a questo punto credo che Selecta sia stata usata da lui sono per generalizzare le aziende come Selecta e altre che usano solo certi prodotti.Non lo vedo come un attacco solo a Selecta ma un volerne sottolineare la differenza con un mercato contadino.

      1. Per quanto paradossale possa sembrare, secondo me la qualità di aziende come Selecta, Longino e altre dovrebbe essere più utile per gli appassionati gourmet che si dilettano in cene tra amici a casa che in un ristorante. O, se proprio ristorante deve essere, che sia a Pergola dell’Hilton, quelli che lavorano a Milano o anche a Capri dove effettivamente ci sono difficoltà enormi di approvvigionamento.
        Per me il ristorante che fa ricerca di territorio ha sempre un valore aggiunto in più, evita l’omologazione. Ripeto, il 2010 è stato l’anno della guancia di vitello, ora siamo alla pancetta di maiale. Tutto buono, per carità, ma non basta più. Ieri ho fatto una cena strepitosa da Giovanna Voria a Corbella, un agriturismo che non distribuisce bibite rinunciando al guadagnao ma anche evitando molta munnezza. La grande azienda può dare qualità, sicurezza, certezza e affidabilità nelle consegne, il sapore si trova solo nel territorio. E non sempre il territorio si può esportare, aggiungo per fortuna

  17. Caro Marco,sarebbe più calzante una risposta di Annamaria,mi si chiede una mia interpretazione e non mi tiro indietro. Innanzi tutto vorrei chiarire che non ho la fortuna di conoscere Annamaria,condivido molte sue affermazioni anche se si presta al gioco del bravo blogger che la induce nel reiterare situazioni che alimentano la polemica,al bravo Pigna una come lei fa più comodo di quanto immaginiamo. Nello specifico, perchè la domanda era maliziosa? Molto semplice il titolo è eloquiente si parla solo di No Selecta,lo stesso Pignataro ha affermato che su un blog si forzano delle provocazioni, se così non fosse sarebbe oltremodo grave. Il mio silenzio è chiaro è forzato perchè in tanti con un mezzo più obsoleto qual’è il telefono mi hanno riferito che l’attacco era mirato a me,giudicando infondato nonchè immeritato ciò,ho dato poco peso a quanto riferitomi.

    1. Caro Vittorio spero non sia vero quello che alcuni sospettano…….io comunque sono scevro da qualsivoglia polemica personale e ho creduto di vedere un attacco non a Selecta o a te ma a tutte le distribuzioni di qualità di cui Selecta è il nome più rappresentativo……..se c’è dell’altro,bè non saprei ma perchè pensare sempre male?Bè…..io la chiud qui,vado a mare.Buone ferie a tutti.e che siano gustose. :-D

  18. Secondo me l’omologazione la fanno le persone e non le Aziende. Anzi, un catalogo vario, ampio, colmo di prodotti buoni, dovrebbero favorire la variazione, la fantasia, la prova. Se invece ci si limitasse ai soli prodotti del territorio circostante forse ci sarebbe monotona ripetizione.
    Certo, lo so anche io che nessuno dei due sistemi è perfetto, però la disponibilità di buona merce varia non può essere assurto come dogma negativo. Forse è colpa di noi ristoratori che ci facciamo teleguidare dai rappresentanti che ha volte tendono anche a dirci come preparare un piatto con una data materia prima. Ma così facendo colmano un vuoto, una mancanza di idee…e la colpa non è certo la loro.
    .
    Ciao

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