Vico Equense, Antica Osteria Nonna Rosa di Peppe Guida


L'insegna

di Giancarlo Maffi

Martedì 7 giugno: è il giorno della grande serata a Vico Equense. Da Bottura a Uliassi, da Parini a Cedroni a …. mille altri. Una festa per il palato di centinaia di persone. Si ma dove andiamo a pranzo, insistono Jessica e Leo Ciomei. Messi insieme fanno si e no il mio peso ma mangiano più di me e a ore 11 sono già preoccupati. Ispeziono le cucine del Moon Valley. Sono al lavoro le cuoche dell’associazione precettata per il pranzo. Assaggio qui e là. Tutto discreto, nulla che possa combattere contro le scelte che si aprono davanti a noi a pochi chilometri: andiamo a piedi all’Accanto? Meglio di no, dico io, c’è già andata una famiglia biellese ieri e non c’è rimasto nulla. Si devono riapprovvigionare.

Quattro Passi? Ecco quello sarebbe una ottima idea ma è un po’ lontano. Sto lì,  rifugiato tavolo lato bar esterno piscina, l’unico luogo dove almeno tira un po’ d’aria. Giù nella sala riunioni si muore dal caldo. Mi affaccio un attimo e l’espressione dell’indumento all’altezza ascella di Paolo Marchi è preoccupante. Titolo: I Macchiaioli. Qui qualcuno finirà con lo svenire, penso, riprendendo al volo l’ascensore che mi riporta all’esterno, perdendomi la bega Gionata Rossi/ Paga-Nò. Arriva un tipo spiritoso, che mi stringe la mano con una certa enfasi.
Buongiorno sig. Maffi, la leggo sempre. Il blog di Pignataro con lei è un’altra cosa, afferma sicuro. Mi preoccupo: delle due l’una: o mi prende deliziosamente per i fondelli, titillando l’assopito egocentrismo del sottoscritto, oppure mi scambia per Enrico Malgi.

L'interno

Perché non viene a pranzo da noi, sig. Maffi. Ripete il cognome e quindi ce l’ha proprio con me. Da noi chi, chiedo temendo chissà quale finto ristorante chic. Ma qui a Vico, perdiana, insiste, da Nonna Rosa. Poffarbacco, reagisco saltando sul tavolo, vi ho telefonato domenica per pranzo ma mi avete rimbalzato. Un attimo che consulto Jessica e Leo e le faccio sapere, caro Luigi, così si chiama il Nostro. Naturalmente ho già deciso per il si ma mi piace fingermi democratico. A ore tredici punto qualche cosa ci presentiamo in tre all’ingresso: lei, l’orso e Leo, “passo lento”, Ciomei, l’uomo che più di tutti incarna un sinistro interfacciato in un democristiano. In verità erano almeno tre anni che volevo mettere piede in queste deliziose salette dove si respira un’aria antica ma fresca, con la bella cucina di Peppe Guida chef.

Presepe

Una sola preghiera, al maitre Edoardo Buonocore: non ci riempire di cose, abbi pietà di noi. Sarà fatto risponde, con un sorrisetto laterale che mi fa presagire come le parole siano seriamente entrate da un timpano e simpaticamente uscite da un altro, senza lasciare traccia alcuna.

Il Fiano di Villa Diamante e il Falerno del Massico di Papa

Che faccio, la solita recensione stile tecnico scientifico Csi, alla Passione Gourmet? Oppure mi addentro nelle elucubrazioni mentali e nel talvolta perfino eccessivo uso della parola del miglior scrittore di cibo d’Italia ( dice lui) Stefano Caffarri? Ci sarebbe anche la versione da terza pagina del nobile Fabrizio Scarpato ma bisogna essere appunto Fabrizio Scarpato.

Il Agnanum Vigna delle Volpi di Raffaele Moccia

Qui si potrebbe perfino utilizzare il metodo Malgi: tutto buono, tutto bene, un bravo all’ottimo chef e allo stupendo luogo, per non parlare dell’inarrivabile sommelier, voto 21/20, che diamine!

Coda di Volpe di Perillo e Greco di Tufo Vigna Cicogna di Benito Ferrara

Noi Maffi uno e due, più semplicemente andiamo per un raccontino velocissimo e spero fresco, senza impuntature feroci, per esempio,  sul  solito  risotto di queste bande buonino ma niente di che, qui proposto con CIPOLLOTTI, SCAMORZA AFFUMICATA però genialmente ribaltato verso l’alto da una certa dose di ARANCE AMARE. Facciamo QUATORZE, lato voto, e non parliamone più.

Risotto, provola, cipollotto e arancia amara

Montanare

Convincenti e rassicuranti le POLPETTE DI “ ANNECCHIE “ CON RICOTTA VICANA.

Polpetta di annecchia con ricotta vicana

Interessante puntata nel campo della dinamica contemporaneità per il SAURO BIANCO SERVITO COME IL CAPITONE, e ancora più su con il PESCE AZZURRO, LIMONE E CAMOMILLA. E bravo’ a Peppe.

Sauro bianco servito come il capitone

Pesce azzurro, limone e camomilla

GNOCCHETTI DI BACCALA’ IN BRODO DI PISELLI, bella curvatura decisa. Il pesciazzo si sente, finalmente. Altri, altrove, non ci avevano convinto.

Gnocchetti di baccalà in brodo di piselli

Ehhhh, la GENOVESE CON CANDELE SPEZZATE E COSTINE DI MAIALE, che goduria. Stare dietro ai grembiuli della nonna nella mia terra voleva dire vederla menare polente su polente. Qui non oso pensare ai profumi inebrianti delle cucine delle vecchie, dietro a queste cotture.

La Genovese con candele spezzate e costina di maiale

Belli e lancinanti il giusto i FIDELINI CON PESCE, ZENZERO E MENTA.

Fidelini con pesce perchia, zenzero e menta

Le curve dei secondi, per solito tornanti sui quali si imballano anche chef dottissimi e televisivi anche troppo, qui vengono affrontate con il giusto passo e Guida ne esce più che onorevolmente con TONNO APPENA SCOTTATO, PANE DI AGEROLA E GELATO DI RICOTTA.

E, lato carne, CON MAIALE PAESANO COTTO LENTAMENTE, SALSE DI PEPERONI E MELE ANNURCHE, con tutti i passaggi di rilanci gustativi al loro posto.

Maiale, salsa di peperoni e mele annurche

Felicemente piegati sul tavolo non riusciamo a respingere l’assalto di alcuni dolcetti:

ZEPPOLE DI PATATE CON ZUCCHERO E CANNELLA, BISCOTTI ALLE AMARENE DI MONTECHIARO  e un SORBETTO AI LIMONI da levare il fiato.

Zeppole di patate con zucchero e cannella

Sorbetto ai limoni

Del vino, stappato con generosità dal Luigi di cui sopra, Casciello di cognome, parlano le fotografie. Di Raffaella Granto si può dire, volendo banalizzare, che incarna perfettamente  l’immancabile ma giusto stereotipo di una donna in sala: mezzo passo dietro i maschietti, che poi a tutti gliele suona lei.

Bella esperienza da fare per tutti ma soprattutto per tutti i “nordisti” che piombano a Vico per l’annuale festa: molta tradizione condita da un pizzico di lucida e non sovraccarica contemporaneità.

Voto 15,5/20

ANTICA OSTERIA NONNA ROSA
PIETRAPIANO DI VICO EQUENSE
VIA PRIVATA BONEA  4
TEL 081 8799055

PREZZI

DEGUSTAZIONE PRIMAVERA ( va beh, ora ci sarà quella estiva)  70 euros

PEPPE FAI TU   60

A’ LA CARTE:
antipasti 16/18
primi        16/20
secondi    20

10 Commenti

  1. Il team Peppe Guida-Eduardo Buonocore-Luigi Casciello riesce a convincere pure i due Maffi: complimenti!!!
    Cucina autentica, curata, prodotti eccellenti; grande cura della sala e poi il tourbillon delle proposte di Gigi Casciello, l’effetto non poteva essere diverso. Complimenti, vedo che siete riusciti a tenervi leggeri… :-))

  2. Concordo con il giudizio. Pranzo piacevole e divertente. Le foto sono pure meglio del solito… chissà perchè ? :-))

  3. Vista la finalmente ferma saturazione delle foto capisco perché stamattina il pezzo era attribuito al Ciomei: sa cui l’effetto straniante del Leo che parla come il Maffi, del Maffi che usa un ghost, dell’accenno raccapricciante ad un barbaro ventriloquismo, dato che il Ciomei e la Adami potrebbero essere matrioscamente contenuti in uno dei due Maffi. Il quale però, una volta ristabilita l’identità, alla fine scrive “molta tradizione condita da un pizzico di lucida e non sovraccarica contemporaneità”. Io son fuori dai giochi, ma da osservatore (esisterà il gurmé osservatore? ‘na schifezza obbobbriosa, una sorta di guardone, ‘na fetenzia) da osservatore ho l’impressione che al sud (o comunque nelle regioni d’Italia che volgono a meridione) sia più facilmente maturata la contaminazione, l’accoppiata ossimorica della semplicità complessa, della semplice complessità, della felice sovrapposizione tra tradizione e contemporaneità. Mica pizza e fichi, anzi proprio pizza e fichi, in person. Nelle regioni d’Italia che guardano a settentrione ho la sensazione che tale sintesi sia meno riuscita, sempre da asfittico osservatore: grande e elegante tradizione, condita di scuola classica, o straordinaria capacità visionaria. Se si incontrano una tira sempre più dell’altra, spinge. In Campania no: tutto sembra felicemente comporsi, persino nei colori. Credo sia la ricchezza delle materie prime, forse una cultura composita, certi luoghi che resistono per bellezza ad ogni graffio. Forse il sole? Puo essere (anche quello che ho preso oggi in ta capa…).

  4. Fantastico Scarpato:-)) e comunque ho smesso di fare le foto perche’ capisco bene che non se siete in grado di comprendere l’avanguardia . Saro’ capito fra vent’anni, sob:-(

  5. Da chi hai acquistato le foto,bravo questo ragazzo “chef” belle cose, complimenti.

  6. fa sempre piacere sentir parlare bene di Peppe Guida e dell’Antica Osteria di Nonna Rosa, non soltanto perchè è un caro amico, ma perchè a mio parere non se ne parla abbastanza come invece si dovrebbe! Posto caratteristico, si viene accolti con grande professionalità e cortesia …e cosa dire dell’ottima cucina che sorprende sempre con piatti ed accostamenti sempre nuovi! Cucina sempre in evoluzione ma con dei classici intramontabili! E ora in estate va assolutamente provato il menù estivo che Peppe offre sullo splendido scorcio di mare dello Scrajo! Da non perdere!

  7. Intervengo solo per puntualizzare, che una precisazione si rende necessaria. Mai e poi mai ho affermato di essere, o di credere di essere il miglior scrittore di cibo d’Italia.

    E complimenti per la recinzione.

  8. Chiedo formalmente scusa a Caffarri. Egli ritiene di essere il miglior scrittore al mondo. In assoluto:-)

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