La verticale del Per Eva 2013-2006: l’emozione del grande bianco di Tenuta san Francesco a Tramonti


Verticale del Per Eva

Verticale del Per Eva

di Francesca Faratro

Lo scenario è quello incantevole del Garden a Ravello. Qui Gaetano Bove, uno dei soci fondatori di Tenuta San Francesco a Tramonti, ha deciso di condividere la prima verticale del Per Eva parte dal 2006 fino ad arrivare al 2013 – il primo anno di uscita per questo vino è il 2005. Iniziamo la degustazione dalle etichette più giovani fino ad arrivare a quelle più lontane: colori diversi, sentori e note totalmente differenti sia al naso che al palato.

Verticale del Per Eva

Verticale del Per Eva. Da sinistra: Carmine Valentino, Gaetano Bove, Luciano Pignataro e Maria Sarnataro

Ad accomunare le annate, i rimandi netti ad un territorio, quello della Costa d’Amalfi, continuamente baciato dal sole e accarezzato dalla brezza di mare che, dalla zona litorale, si espande su quella montuosa.

Verticale del Per Eva

Verticale del Per Eva

Annata positiva questa per i bianchi della Campania con un clima favorevole anche per le etichette destinate all’invecchiamento.

Al naso si presenta con sentori floreali e una prevalenza di fiori bianchi che lasciano spazio ai profumi della frutta; leggere le note minerali non evidenziate nettamente.

Al gusto è forte l’impronta tipica dei vini “del freddo”, con una spiccata salivazione, elementi alcolici e glicerina che ne arricchiscono la bevuta e valorizzano la freschezza.

L’annata è caratterizzata da acidità e sapidità che, insieme, caratterizzano il vino e lo rendono perfetto nei diversi abbinamenti.

  • 2011

Annata particolare la 2011, caratterizzata da una fase di calore, determinante per le uve.

Il vino si presenta con tonalità più cariche ma che conservano sempre la vivacità del colore.

Al naso a prevalere è la dolcezza, gli agrumi quasi canditi e una leggera nota di miele che, nelle altre etichette a seguire, si farà sempre più intensa.

Rispetto alla 2013, troviamo meno mineralità mentre al gusto il vino si presenta equilibrato, con una chiusura sapida e tanta pienezza al palato.

Andando indietro nel tempo,  si apre un panorama molto più ampio rispetto alle annate più recenti: l’aspetto cambia totalmente, i colori sono più carichi e con riflessi sempre più tendenti al dorato.

Al naso a prevalere sono le note tostate, quelle delle spezie e dei minerali.

Grande spessore anche al gusto con una bella struttura caratterizzata da una piacevole sapidità e una chiara acidità che diventa protagonista del vino e quasi lo sostiene, completandolo.

Annata complicata la 2009, contraddistinta da un periodo torrido rilevante per la vinificazione.

Al naso ancora una volta le note dolci che si fanno sempre più marcate con sentori di miele di erica e marmellata di albicocche. Spazio anche a profumi minerali e di idrocarburi con richiami alla frutta ben matura.

Al gusto è acido ma di struttura minore rispetto a quelli già assaggiati, mantenendo nonostante tutto una buona pienezza.

L’annata 2009 è caratterizzata da una dolcezza che al naso si evidenzia maggiormente rispetto a quella che ritroviamo al palato.

Colore intenso per questo vino che risulta avere una spiccata identità in termini di profumi e sapori.

Al naso è la ginestra a venir subito fuori con note di fiori gialli, frutta esotica e rimandi alla frutta secca, quasi a voler distinguere sentori di torrone croccante.

Rilevante anche la mineralità che nel complesso fa risultare questo vino completo e ben equilibrato nonostante gli anni trascorsi.

Al gusto è pieno con una forte sapidità che ne evidenzia la freschezza e l’armonia generale.

Un vino di undici anni ormai che ancora conserva sentori di frutta matura, note tostate di caffè e sentori dolci, accompagnati da un colore vivo sempre più tendente al dorato.

Al gusto è pieno, caldo e con leggeri ricordi ai vini affinati in legno, nonostante questo vino di legno non ne abbia proprio fatto.

Ottima la struttura con un pieno equilibrio al palato che fa di questa annata, la perfetta per essere conservata ed aperta dopo tanti anni e capace di suscitare innumerevoli emozioni.

CONCLUSIONE

Sicuramente uno dei più grandi bianchi italiani, figlio della viticoltura del freddo, contrariamente a quello che si può pensare quando si parla di Costa d’Amalfi. I margini di crescita ci sono, intanto il protocollo di vinificazione, che poggia sulla fermentazione i nacciaio, garantisce davvero una vita lunghissima al PerEva. La sua evoluzione dimostra che ha la possibilità di evolvere bene e di gratificare chi ha la pazienza di aspettare.
Una degustazione emozionante, in un momento che segna una svolta importante per l’azienda, con l’apertura di una nuova struttura e l’acquisizione di un altro ettaro.

 

 

 

Un commento

  1. Degustare PerEva a Ravello (la perla di Salerno)è un valore aggiunto non da poco .Come si diceva giustamente “uno dei grandi bianchi italiani “e ….non solo.Il padrone di casa ,noto bianchista ,avrà di sicuro gradito per cui ci aspettiamo prossimamente anche le sue valutazioni delle varie annate.PS.Non si parla del mare ,ma di sicuro era da giù a guardarvi invidioso di non essere della partita.FM.

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