Visita alla cantina Du Cropio, ecco il suo Damis Cirò Rosso Riserva 2005


Giuseppe Ippolito spiega il suo territorio (foto di Sara Marte)

Uve: gaglioppo
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Fascia di prezzo: 18 euro circa

Giuseppe Ippolito guida veloce verso le sue vigne. La visita sarà di un paio d’ore ed il cuore dell’azienda per lui è tra le piante e su per le colline.  Ha una lunga storia legata proprio a Cirò ed al territorio. Il papà Giovanni Ippolito è stato tra i primi agronomi in Italia, il secondo iscritto all’albo, e ha dedicato tutto se stesso per la stesura del disciplinare della DOC Cirò. Non sono certo premesse da poco e lasciano comprendere l’inevitabile attitudine al territorio e l’innata predisposizione di Giuseppe.

Arrivati in collina attraverso un tour tra le piante più simile ad un rally, frullati e impastati tra il caldo ed il terreno, capiamo quanto sia facile amare questo lembo d’Italia.  Poco lontano il mare, terreni di medio impasto di natura argillosa – calcarea. Impianti con circa 7\8 mila ceppi per ettaro per un vigneto totale di 30 ettari.  Qui ci troviamo tra i 280 e i 350 metri sul livello del mare. Per scelta Giuseppe da circa dieci anni non produce più il bianco puntando sul Gaglioppo principalmente e poi Greco Nero e Malvasia nera. Lotta integrata e piante a cordone speronato con le “viti abbinate” per creare allelopatia fra le stesse.  Più in là troviamo anche un campo sperimentale di selezione clonale con Greco Bianco e Gaglioppo.

Scorcio delle vigne (foto di Sara Marte)

Caldo, caldissimo e fuggiamo via verso la casa-cantina attraversando quelle che in passato furono distese di agrumeti ed oggi invece abitazioni. Ci accolgono i cani; scodinzolano e hanno voglia di giocare. Appena entrati, si apre un ampio cortile interno, dove vi affacciano le camere che lo racchiudono per una bella e tipica struttura rinnovata nell’involucro ma antica nell’essenza. Tra le stanze un vecchio forno di oltre 150 anni ancora funzionante, ed un giardino di piante che ricordano i lunghi viaggi che Giuseppe ama affrontare. Fuga e ritorno in un legame che in fondo lo riporta sempre qui nella sua terra.

Risponde secco a ogni domanda. Lui è uno simpatico e diretto, senza fronzoli, dalla chiacchiera spigliata, buon fiuto e dalle parole giuste e puntuali. Gli piace la sua terra e ama il suo vino. Orgoglioso racconta che da quest’anno vinificherà tutto nella sua cantina. Prima si appoggiava a quella dei cugini “Ippolito 1845”. Non esita ad affermare che in fondo solo la mano dell’uomo, se l’uva è di qualità e la raccolta è giusta, può rovinare tutto. E come dargli torto.

I Vini Du Cropio: Serra Sanguigna, Dom Giuvà e Damis (foto di Sara Marte)

Tre le bottiglie che si producono qui: abbiamo un  Cirò Rosso  superiore, un riserva ed un IGT. Il  superiore è il ben noto Dom Giuvà, e badate bene DoM con la “emme”. Alla domanda- perché quella “m”-tra il serio e il faceto ci dice “tutti i francesi importanti sono DOM mica DON! “ Adoriamo quest’uomo!

Scegliamo per la nostra degustazione il  Damis  2005. E’ una riserva. Trenta giorni di macerazione,  legno e bottiglia. Il nome deriva dal cognome della madre Lina Damis. Decidiamo di parlare di questa bottiglia perché è davvero sorprendente. Le uve furono raccolte attorno al 22 ottobre. Ha un colore così vivace, con un tipico rubino del gaglioppo ed un’ombra granata. Ha una spinta  visiva che lascia comprendere la materia del bicchiere e fa dimenticare l’annata. Il naso è intenso, verticale, balsamico. Ancora percepiamo erbe come quelle spontanee e mediterranee, tanta la frutta. Sembra non finisca mai questo naso che prosegue ancora ricco con un sentore pepato e la marasca. Ancora uno sbuffo minerale sul fondo. Il tannino è indubbiamente presente e si lascia sentire forte e chiaro ma non risulta di certo invadente o fastidioso. Educato ma non domato. Grandissima materia, finale lungo e intrigante. Ottimo! Leggermente meno “maschio” del Dom Giuvà, ha un soffio di eleganza  ammaliante. Questo bicchiere mi ha fortemente entusiasmato.

Completa la gamma  infine l’IGT Serra Sanguigna. La frase che lo descrive in comunicazione è: ” da abbinare a un pecorino silano e a un telefilm di Fox Crime”. Geniale! Non trovate? Io purtroppo non saprei a quale telefilm accompagnare la nostra bottiglia di Damis e lascio a Voi tale responsabilità. Personalmente lo abbinerei a una bella tv spenta, una frescura di giardino e un progetto di viaggio in linea con Giuseppe e questo bel bicchiere.

Sara Marte

Du Cropio è in Via Sele, 5 in Cirò Marina.  Sito : www.viniducropio.it . Mail: [email protected] . Telefono: 096231322. Ettari: 30. Bottiglie prodotte: 100.000. Enologo Vincenzo Ippolito.  Vitigni: Gaglioppo, Greco Nero, Malvasia Nera.

16 Commenti

    1. Buongiorno Valerio
      Sì Dexter…la facciata e il sangue..cruento..mi piace! c’avevo pensato anche io scavando nella mia indole pulp non troppo nascosta! Il mio dubbio era riguardo al suo modo di uccidere … mmm…inelegante?…magari un discreto lento avvelenamento , un colpo di pistola con silenziatore, una tortura lunga e macchinosa , inascoltata, forse suonerebbero meglio con questa bottiglia…non so!
      Apprezzo comunque molto il suggerimento.. sono..come dire..colpita!

  1. Non ho ancora avuto il piacere di provare il Damis, però conosco i vini Du Cropio. Sono un grande estimatore della Serra Sanguigna ed in effetti quellquello slogan delle pubblicità è davvero geniale! È divertente come abbia colto certi aspetti di quest’uomo e dei suoi vini. Mi ha molto appassionato. Proverò certamente il Damis. Buona giornata!

  2. trovo piacevole che invece di parlare dei soliti nomi noti come Librandi, che certamente ha fatto la storia della viticoltura calabra e della Doc Cirò, si parli di questi produttori meno noti ma che dedicano se stessi con altrettanto impegno e dedizione al territorio ed alla produzione di qualità!
    mi ha colpito ed incuriosito la frase “educato ma non domato!” che rende da sola perfettamente l’idea di ciò che questo vino può comunicare e l’ironia della comunicazione di Giuseppe Du Cropio, non mi resta che provare al più presto il Damis perchè mi ha incuriosito e non poco!
    complimenti come sempre all’abile penna della Vs giornalista che trascina con sè i lettori fin su quella terra che lei calpesta per lavoro ma con amore

  3. Grazie, grazie, grazie, questa serie di articoli sulla viticultura calabrese mi rende felice ed orgoglioso di essere figlio di questa terra, sebbene emigrato (per amore!!!!).
    Grazie.
    P.S. Il Damis 2005 è davvero ottimo.

    1. Grazie a Lei. E’ bello sentir parlare di orgoglio. Questa terra lo merita, assieme all’impegno, la dedizione ed alle tante persone perbene che vi lavorano con onore .

  4. A me i vini di Giuseppe piacciono e molto. Proprio per quel carattere che hai ben individuato, Sara, “educati ma non domati” che ne fanno vini di carattere. vini che raccontano di Cirò, del produttore e delle sue vigne. Non è una scoperta dire che è importante la materia prima: e cioè l’uva e la terra che ha visto crescere quell’uva, ma per quanto sia scontato questo concetto a Cirò si è proceduto al cambio di disciplinare denunciando presunte carenze del Gaglioppo. mentre il problema è nel gaglioppo coltivato male. (maiuscole e minuscole non casuali). Complimenti per l’articolo!
    Francesco De Franco

    1. Ben detto! io , personalmente sono daccordo su tutta la linea. Gaglioppo di terra materia e mestiere è Gaglioppo e funziona.
      Più banale sembra un concetto tanto più appare inascoltato e lontano. Incompresibile!
      Grazie mille per il tuo commento Francesco,conta molto per me e poi noto che tra produttori di Gaglioppo vi capite.
      (mi accodo al molto eloquente concetto di maiuscole e minuscole non casuali!)

    2. Parole sante Francesco…………………………… o meglio senza parole

      1. Ciao “Seppo”,

        sono talmente coinvolto dalle parole di Sara che non vedo l’ora di assaggiare la tua nuova creatura! Ci vediamo a Cirò

  5. Dalle foto si scorge un paesaggio bellissimo vicino al mare. Mi sa che nel mio girovagare estivo per la Calabria, ci passero molto volentieri.
    Grazie e complimenti.

  6. Cara Sara,
    ti ringrazio per l’articolo.Eccellente.Quando vuoi ,naturalmente con più calma,sarei ben lieto di indicarti la strada per conoscere questo territorio, capace di ammaliarti con innumerevoli sorprese. E naturalmente, in compagnia della sardella e di un buon Cirò.

    1. Grazie a te per la bella ospitalità. Sarà un onore e un piacere imparare a conoscere la Vostra splendida terra…e poi parliamo di cose serie : Cirò e sardella! impossibile resistere!

  7. Buongiorno Sara.
    Complimenti per l’articolo! Hai saputo trasmettere ciò che veramente si vive a Cirò in compagnia del mitico Giuseppe. Io ne so qualcosa, dato che frequento lui e Francesco (De Franco) da qualche anno. Tutto vero!
    La professione che svolgo (sono un Enologo) mi ha consentito, e tuttora mi consente, di visitare luoghi e conoscere gente. Ma Cirò resta un’isola a sé. Per le persone, il mare, la terra, i luoghi…e, di conseguenza, i suoi vini. In più io ho avuto la fortuna immensa di aver conosciuto Don Giuvà, il papà di Giuseppe, e ti garantisco che è stata un’esperienza. Con lui ho trascorso ore a parlare e discutere, partendo dalla vigna, passando alla cantina, per arrivare a vere e proprie lezioni di vita, che, ovviamente, impartiva lui. Un uomo di una cultura, saggezza e preparazione da “Vecchio” (la maiuscola ci vuole) e con il coraggio, l’entusiasmo e la lungimiranza di un ragazzo. Per me resta un’idolo. Per darti un’idea: io amo la fotografia; fra quelle dei miei figli e dei miei genitori appese in casa mia, rigorosamente in bianco e nero, c’è la sua.
    Per ciò che riguarda i vini nn potevi scegliere di meglio. Nella descrizione del Damis una cosa mi ha colpito: quando hai scritto “Educato ma indomato”. Ho dovuto rileggere una seconda volta, perché pensavo ti riferissi a Giuseppe! E tutt’ora mi chiedo: ma Giuseppe assomiglia al Damis…oppure il Damis assomiglia a Giuseppe?
    Mi toccherà tornare in Calabria per scoprirlo!

  8. Noi andiamo avanti col nostro disciplinare non è un probema anzi… il mio disciplinare si chiama “al galoppo col gaglioppo” complimenti a giuseppe , portiamo alla luce la vera CALABRIA .
    Complimenti per l’articolo !
    Sergio Arcuri

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