I vini del Vesuvio protanisti a New York per Volcanic Wine


La delegazione del Vesuvio a New York

La delegazione del Vesuvio a New York

Secondo appuntamento con i vini da suolo vulcanico a New York e l’Italia c’è, quasi tutta. Dal Soave, primo territorio ad organizzarsi in tal senso capendo le potenzialità comunicative del tema, al Vesuvio ovviamente, presente stavolta con una massiccia delegazione guidata dal presidente Ciro Giordano e, il forma meno organizzata, anche altri territori tra cui l’Etna ovviamente, la cui viticultura sta ormai al toop in Europa per qualità dei vini, stile e fascino della narrazione.
Ma da dove nasce questo movimento? Dopo aver studiato palmo palmo i suoli della Borgogna, dello Champagna e di Bordeaux ecco che un libro scritto da John Szabo ci mette di fronte ad una verità agricola elementare: i suoli vulcanici sono sicuramente i più favorevoli all’agricoltura e non a caso i migliori vini dell’antica Roma erano prodotti nell’area compresa tra il Vesuvio e Roccamonfina oltre che attorno all’Etna. Dopo aver girovagato da Santorini ai Campi Flegrei, dai Colli Euganei alla Napa Valley spingendosi sino al Cile, John Szabo ha pubblicato un libro che è ben presto diventato un must per chi si occupa di enologia: “Volcanic Wines: Salt, Grit and Power” (su Aamazon a 27 dollari). Quello che viene definito un nuovo approccio non è altro che la riscoperta del vantaggio di coltivare sui suoli di origine vulcanica grazie alle caratteristiche del terreno che consente di limitare, tra l’altro, l’uso della chimica. E proprio a New York la seconda conferenza sul tema che ha visto proprio John tra i promotori della nascita del’Associazione dei vini vulcanici. La missione di “Volcanic Wines International” è quella di assumere il ruolo di leader nella definizione e creazione di un movimento per il vino vulcanico e di offrire opportunità educative e promozionali ai produttori di vino vulcanico a livello internazionale. L’iniziativa è stata un catalizzatore nel riunire le regioni vulcaniche del mondo per creare un “marchio di vino vulcanico”, definito come una categoria unica di vini prodotti in alcune delle condizioni viticole più estreme del pianeta.

L'incontro al Consolato Italiano

L’incontro al Consolato Italiano21

Volcanic Wines International prevede anche di stabilire il marchio di vino vulcanico come categoria premium di vini di alta qualità. I vini vulcanici sono vini che nascono in zone dove la conformazione del terreno è di origine vulcanica e, di conseguenza, per natura fertile. Si tratta, infatti, di terreni da cui la vite trae grande beneficio, in quanto ricchi di minerali come potassio, fosforo, zolfo e magnesio, rocce laviche, tufi e, non dimentichiamo, anche sabbia, composti quindi utilissimi per il buon drenaggio ed assorbimento dell’acqua, quindi per la fertilità del terreno. La particolare porosità delle rocce che compongono questi terreni garantisce, inoltre, una costante presenza di umidità, che aiuta la pianta a non soffrire nei periodi caldi.
Campania protagonista anche nelle master class con due su tre. Oltre al Soave,infqtti, si è tenuta una verticaledi Terra di Lavoro di Galardi con sei annate che hanno portato sino al 1999, e poi l’affollatissima masterclass dei vini del Vesuvio gestita dal professore Ferdinando De Simone. Tanti i programmi, enunciati al Console italiano a New York Francesco Genuardi e alla viceconsole Silvia Limoncini tra cui un giorno dedicato al Vesuvio e alla cultura vulcanica in Campania. Su questo obiettivo il presidente del Parco del Vesuvio Agostino Caillo, presente all’incontro, ha dato la sua disponibilità a sostenere l’iniziativa di concerto al Consorzio, rappresentato in questa occasione da Ciro Giordano e Nicola Matarazzo.