Embarcadero, cucina di mare sul lungomare di Salerno
Embarcadero a Salerno
Lungomare Trieste (altezza della Provincia)
Sempre aperto dalle 8 alle 2

Embarcadero, Emanuele Pio Sibilio
di Francesco Costantino
La struttura ha una posizione strategica.
Nel secolo scorso era l’attracco per le barche che traghettavano, andata e ritorno, lavoratori e turisti, in costiera Amalfitana.
Bar e chiosco fino ai primi anni 2000, è stato ristrutturato elegantemente una decina di anni fa e restituito all’uso degli avventori con una formula decisamente più completa e funzionale.
Roof spettacolare, dal quale si gode, in tutta la sua bellezza, la costa d’Amalfi, peccato per l’angosciante manufatto, quasi funereo, che sulla destra, insieme alle luci delle gru del porto commerciale, deturpa il paesaggio; basta, però, spostarsi di 30° e cambiare orizzonte: non si può avere tutto!
La nuova gestione, che da qualche anno lo ha preso in consegna, è riuscita a portarlo gradualmente ad un ottimo livello in tutte le sue declinazioni.
La cena consumata, è nel ristorante interno. Arredato con richiami al mare, eleganti e di gusto, ha una bell’atmosfera.
Servizio attento e professionale. In carta, si trova tutto quello che ci si aspetta, o quasi.
Dalla selezione di crudo di eccellenza alla frittura di calamari. Materia prima senza stretti riferimenti territoriali: guarda al mondo, quello del buono.Mentre Ivan Guzzo, storico agente del beverage cittadino, gestisce l’aspetto la cantina, con oculatezza ed intelligenza, centrando bene l’offerta, Alessandro Vicidomini, motore inesauribile dell’attività, coordina la parte gastronomica.
Negli anni ha affinato “le armi”.
Oggi le idee sono decisamente chiare, cosi come gli obiettivi fissati , senza lasciare spazio all’improvvisazione.
Ha affidato la cucina alle abilità di una giovane brigata, guidata da Emanuele Pio Sibilio. Chef dell’agro , cresciuto nell’agro.
Una gavetta non lunga, ma dura e formativa, in cucina con Gaetano Morese, poi tanto studio sui libri, viaggi e “ristoranti”, come cliente. La spinta motivazionale è fondamentale per migliorarsi, per un giovane dovrebbe essere un must, così come studio e ricerca.
24 anni, ma una mano già pulita, decisa, cosi come i sapori: netti, intensi.
Qualche ingenuità capita a quell’età, ma l’umiltà e l’attenzione con cui recepisce un punto di vista, lo proietteranno sicuramente verso grandi soddisfazioni.
La costruzione dei piatti è ortodossa, precisa: cotture, consistenze, estrazioni, spume, salse, abbinamenti, tutto bene eseguito, seppur con qualche ridondanza, ma c’è talento.

Embarcadero

Embarcadero

Embarcadero: Riduzione di polpo alla Luciana, gel di prezzemolo, olive disidratate, cracker integrale. Estrazione arricchita con capperi, pomodori ciliegini Campani, olive di Gaeta, peperoncino, aglio.

Embarcadero: pane e olio d’oliva emulsionato

Embarcadero: Carciofo ripieno di macinato, spuma di pecorino al tartufo, au jus di manzo

Embarcadero: Ceviche di ricciola Hiramasa , asparagi in doppia consistenza , mayo d’ostriche affumicata, mandorle al sale, chips di topinambur

Embarcadero: Paccheri di Gragnano e Gallinella
Estrazione arricchita con pomodori ciliegina campani. Gallinella scottata, peperoni arrosto in doppia consistenza, polvere d’olive di Gaeta, vascuotto agerolese e olio aromatizzato

Embarcadero: spaghetti allo scoglio
Omaggio al signature dish di chef Giuseppe Iannotti, del Kresios.
Estrazione di 50 tipi diversi tra pesci, crostacei, molluschi, cotta per per 3 giorni.

Embarcadero: la frittura di calamari

Embarcadero: la piccola pasticceria

Embarcadero

Embarcadero
18 agosto 2021

Embarcadero, terrazza a mare
di Francesco Costantino
Mare profumo di mare.
La trasformaZione dell’embarcadero che da zucca diventa carrozza , ha avuto bisogno di una lunga incubazione, passando per qualche inciampo di diverse gestioni che hanno rischiato di comprometterne il risultato finale. Sarebbe stato un peccato , soprattutto per lo sforzo economico sostenuto, per mettere in piedi un locale di straordinaria bellezza. Per fortuna che Sandro e Ivan hanno avuto il coraggio di osare, di non preoccuparsi del passato. Avevano una visione chiara di cosa sarebbe accaduto, ci hanno creduto, ed oggi è una realtà, che a mio modesto avviso va urlata alla città, affinché ne faccia il proprio salotto, una terrazza vista mare, che da qualsiasi punto, faccia innamorare.
Poliedrico per natura, offre la possibilità di una consumazione veloce al banco direttamente sul lungomare; un terrazzo che ha la costiera come dirimpettaio; una sala ristorante con tetto scorrevole, luminosa e climatizzata ed infine la possibilità di godersi il profumo del mare , cenando sulla piattaforma che lo sfiora.
La cosa che mi ha piacevolmente stupito è stato il servizio: preciso, perfetto, puntuale, attento e mai invadente.
In un momento in cui tutti si lamentano della mancanza di personale qualificato , qui si è creata un’oasi felice.
Una bella serata con la persona giusta è di sicuro un buon punto di partenza, ma le coccole che abbiano ricevuto, hanno reso tutto indimenticabile.
Carta dei vini intelligente, con ricarichi decisamente modesti. Presente l’Italia che conta, grande attenzione al nostro territorio e qualche spunto estero necessario.
La scelta cade sul Tresinus (San Giovanni) un gran bel vino, prodotto in una vigna bellissima, sul mare.

Embarcadero – vini
Il nuovo lavoro mi ha allontanato dalla cucina di tecnica, portandomi in luoghi dove la materia è la vera protagonista e le tecniche di cotture sono basiche. Devo necessariamente ritarare i percettori del gusto.
Liberata, quindi la mente, mi lascio trasportare, aiutato dal lèggero sottofondo dello scroscio del mare, che riesco a percepire sotto i piedi.
Per iniziare mi viene servita una bolla rosè decisamente ruffiana (comunque buona) per accompagnare l’ingordigia “agricola” di un fantastico burro di Jersey spalmato sul pane ai cereali e poi l’anima nobile dell’amuse bouche : cracker integrale, con gambero gobbetto su tzatziki di kiwi.

Embarcadero – Pane ai cereali e burro di Jersey

Embarcadero – Cracker integrale con gobbetto e tzatzichi di kiwi
Approccio fusion con gioco interessante di equilibri, ma di sicuro due anime, così mette subito le carte in tavola, il giovanissimo chef Emanuel Pio Sibilio, che segna la rotta, mentre è seguito al timone dall’altrettanto giovane Antonio Perna . La cena è un susseguirsi di piatti eccellenti: importante il royale di crudi che tocca vari mari e delta di fiumi, arricchito da tanta frutta che dà si colore, ma soprattutto funge da bilancia chimica.

Embarcadero – Royale di crudi
Diventa difficile individuare i singoli sapori ma superbe al palato le Eliche con patate, cozze, salsa d’ostriche , nero di seppia e olive disidratate.

Embarcadero – Eliche con patate, cozze, salsa d’ostriche

Embarcadero – Spaghettino con colatura e lamponi
Un po’ troppo spinto verso il sapido, ma sempre buono, il raviolo di baccalà con olive taggiasche, datterino giallo e pesto di capperi.

Embarcadero – Ravioli di baccala’ con pesto di cappero e pomodorino giallo
Spettacolare il baccalà che si sfoglia omogeneo, con l’affumicato che ritorna, ingentilito poi dalla confettura di pomodoro e dalla créme fraîche, abbinato all’eleganza delle note fruttate e floreali del “Per Eva”, rasenta l’idea personale di perfezione. Aperta una seconda bottiglia va finita!

Embarcadero – Baccala’ arrostito

Embarcadero
Quando sei sul mare, quando ne senti il profumo così da vicino, nonostante tanta eleganza, ti viene (almeno a me capita) voglia di qualcosa di “cafone”, di sporcarti le mani. Chiacchierando con Alessandro e manifestandogli il desiderio, viene fuori la seconda anima, quella più Smart, del un menu di piatti tradizionali , anche esso nascosto, che va dall’impepata di cozze alla frittura di calamari.

Embarcadero – Frittura di calamari
Appena chiesto il conto a tavola arriva l’ultima leccornia: zeppòline tonde alla cannella con una ciotolina di cioccolato fuso per intigerle . Qui la fantasia comincia a volare.

Embarcadero – Zeppoline e cioccolato fuso

Embarcadero – Namelaka Al Pistacchio, Ricotta Mantecata, Meringa Alla Liquirizia
Una cena fantastica in un posto così bello, un finale quasi scontato con la persona che ti accompagna, ma questa è un’altra storia che preferisco tralasciare, limitandomi a dire che l’una cosa scontata è stato il prezzo della cena, decisamente alleggerito dalla gentilezza di Alessandro e Ivan.
Bravi a tutti e arrivederci a prestissimo.
Lungomare Trieste -Salerno –
089 231372 –
Sempre aperto
quando leggo queste recensioni, francamente, mi viene l’orticaria! Mi metto nei panni del povero cliente medio, come me, che tra ” estrazione di 50 tipi diversi di ….” riduzioni di …” ” polvere di ….” mi fanno ricordare la famosa massima :” se non sai cucinare, fai cose semplici. Se sai cucinare cerca la semplicità ” Per carità se a 24 anni si è capaci di tanta complessità, e, spero, di buon gusto, sono sicuro che fra 10 o 20 anni, insieme alle 5 stelle conferite dalla famosa GUIDA sarà richiesta, al cliente, per accedere alla tavola di di questo giovane genio, una laurea in scienze gastroculinarie!! La verità è che l’estensore dell’articolo non rende un buon servizio al giovane chef: Tutti questi elogi, acritici e iperbolici al ristorante in questione mi appaiono come una fastidiosa e dannosa “marchetta”.Non si pensa assolutamente al povero cliente che vorrebbe sapere quanto spende e se il prezzo è giusto! Basta con questa gente che si parla addosso per partecipare al solito “giro” di addetti ai lavori! Vi prego offrite davvero un servizio al cittadino comune!