Corsaro 2010 Aglianico Cilento doc

Pubblicato in: Salerno

POLITO VITICOLTORI

Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 10 a 12 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Alcuni anni fa, un famoso corrispondente veneto-siciliano del telegiornale così ammiccava dalla TV, salutando con la mano: “Qui Nuova York, vi parla Ruggero Orlando”. Per i telespettatori questo era un marchio di fabbrica facilmente riconoscibile e riconducibile a quel particolare personaggio, tanto che era impossibile confonderlo con altri suoi colleghi sparsi per il mondo. Nel mio infinitesimale ruolo, (e affermo ciò soprattutto per una persona che non voglio citare qui… absit iniuria verbis!) per questo blog anch’io sono un corrispondente… dal Cilento.

Devo dire che questa definizione, comunque, mi gratifica e mi soddisfa appieno, ci mancherebbe altro. Il fatto è, però, che ultimamente vado spesso a sconfinare in Costiera Amalfitana e dintorni, come sta a dimostrarlo l’ultimo mio post su Gigino Reale. Si è instaurata, quindi, una sorta di alternanza, quasi un’osmosi tra i due territori, così vocati e sublimati della nuova viticoltura regionale. Tanto che io suggerirei addirittura un gemellaggio tra questi due luoghi. Che ne dite?
Questa volta, quindi, per la par condicio, o equal time come dicono negli Stati Uniti, sono tornato nella mia terra d’adozione, dove ho fatto visita all’Azienda Vitivinicola Polito Viticoltori di Agropoli. Essa nasce negli anni ’60, quando Vito Polito impiantò i primi vigneti sulle dolci e soleggiate colline agropolesi, proprio di fronte al mare. In quel periodo, le uve prodotte venivano quasi tutte vendute e solo una piccola parte veniva trattenuta per farne vino da destinare al consumo familiare. La svolta decisiva si è avuta poi nell’anno 2000, con il reimpianto dei vigneti ad opera del figlio Vincenzo, attuale proprietario, con il primo imbottigliamento in scala industriale avvenuto nel 2005.
Enzo Polito è una persona sveglia ed intraprendente, uno “sviscio” come si dice in Piemonte. Infatti, oltre che produttore di vino, egli, coadiuvato dal figlio Carlo prossimo enologo, è anche il presidente della Strada del vino Cilento Sapori e Storia, con sede a Laureana Cilento. Un’associazione libera che mira a promuovere e a rilanciare il vino cilentano nel mondo. Inoltre, è anche un valente fitopatologo specializzato proprio in viticoltura e conduce con la moglie un’azienda che produce liquori ed infusi locali, denominata Fattorie Cilentane. Insomma Enzo, nello specifico, rappresenta senz’altro un importante punto di riferimento territoriale.

Ultimamente, poi, egli ha deciso che la vecchia cantina non era più adeguata alle mutate esigenze aziendali e, così, ha provveduto a costruirne una tutta nuova, più moderna e funzionale, con maggiore spazio da dedicare ai nuovi macchinari, alla bottaia, allo stoccaggio delle bottiglie e alla sala di degustazione. I vini che produce, con i consigli dell’ottimo Alfonso Rotolo, sono in forte ascesa e riflettono proprio questa sua voglia di emergere e di farsi conoscere fuori dal territorio. Le etichette presentate nell’occasione sono tutte pregevoli: Saracé Fiano Paestum Igt, Roccaventa bianco Cilento Doc, assemblaggio di Fiano al 70% e saldo di Trebbiano e Malvasia, Tramici rosso Paestum Igt, con Barbera in purezza, Emblema Aglianico Paestum Igt, Paes rosso da tavola, con uvaggio di Aglianico, Barbera e Sangiovese e Corsaro Aglianico Cilento Doc.
Nella fattispecie, la mia attenzione è stata rivolta proprio verso quest’ultima bottiglia, millesimo 2006. I vigneti, ricadenti nel comune di Giungano, sono ben esposti ed allevati ad un’altezza media intorno ai 200 metri. Le uve, raccolte a mano, vengono accuratamente selezionate e subito avviate alla pigiatura morbida e poi alla fermentazione in acciaio inox che, come si sa, è un materiale inerte, per cui non ci sono contaminazioni di sorta. La maturazione, sempre in contenitori di acciaio, si prolunga per due mesi e poi continua per dodici mesi in barriques di rovere francese e di Slavonia di media tostatura ed, infine, l’affinamento viene completato per sei mesi in bottiglia. Il valore alcolico raggiunge i 15 gradi.
Il colore scuro, quasi impenetrabile, è un rosso rubino molto intenso con vividi riflessi granata. Ciò è dovuto al giusto carico di antociani (dal greco kyanos, cioè fiore blu), che fanno la loro bella parte. I profumi sprigionati, che inizialmente sono alquanto restii a mostrarsi, dopo alcuni minuti di ossigenazione salgono lentamente al naso, dando l’idea di un bouquet di fiori e di frutti. Si colgono aromi di ciliegie, ribes, tabacco, caffè, vaniglia, dovuta alla buona tostatura del legno della barrique, liquirizia e noce moscata. L’attacco in bocca risente subito dell’ottima struttura tannica, ma risulta alquanto morbida, calda e stemperata. Note tostate e fruttate, poi, sono presenti anche per tutta la fase finale dell’assaggio. Nel complesso, quindi, un vino di grande intensità, in cui l’apporto del legno si fa sentire, ma senza falsare l’armonia aromatica. Lo abbiniamo, alla temperatura di servizio intorno ai 18 gradi, alla classica cucina cilentana: piatti di pasta saporiti, carni rosse alla brace, selvaggina e formaggi stagionati. E vai così.

Questa scheda è di Enrico Malgi

Sede ad Agropoli in Via Mattine 88 – Tel. 0974/840084 – 3358309504 – Fax 0974/838769 – info@politoviticoltori.com – Enologo: Enzo Polito, con la collaborazione di Alfonso Rotolo – Ettari di proprietà: 4, più 5 in affitto – Bottiglie prodotte: 35.000 – Vitigni: Fiano, Trebbiano, Malvasia bianca, Aglianico, Barbera e Sangiovese.


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