BianchIrpinia. Ecco i migliori assaggi di Fiano di Avellino

Pubblicato in: Verticali e orizzontali

di Sara Marte

Questa è la giornata del Fiano di Avellino a BianchIrpinia. Durante le degustazioni Slow Wine era già emerso quanto la Campania fosse in salute e forte della sua grande vocazione bianchista. Ebbene con il fiano, che segue, in ordine temporale il greco di Tufo, la falanghina e la coda di volpe, si chiude il cerchio. Alte punte di eccellenza, ricchezza strutturale e condizioni fresco-sapide parlano di un dato di fatto consolidato: in questa terra c’è sostanza.

Ecco qualche appunto di degustazione. Caliamo subito gli assi, così, senza pietà.

Fiano di Avellino 2011, Ciro Picariello: Nel paradiso dei fiano c’è sicuramente questa bottiglia. Erbe, note di mandorla, struttura. Caldo, materico, masticabile, gustoso, prestante. Spalla acida e sapidità assolutamente presenti. Sia tipico sia riconoscibile.

Fiano di Avellino 2011, Colli di Lapio: A proposito di paradiso dei fiano…Colore luminosissimo. Un’invasione di pera e mela verde, complessità in divenire. Bellissimo, intenso, verticale. Ha tutto quello che si può desiderare da un fiano. Bocca di grande materia, intensa e calda. Grande.

Fiano di Avellino 2011, Pietracupa: Bel naso intrigante e giustamente complesso. Fine, integro, verticale, di bocca calda e intensa. Ne fa da contraltare l’ottima freschezza. Di materia elegante, lungo nel finale. Bello bello.

Fiano di Avellino Sarno 1860 2011, Tenuta Sarno 1860: Complessità intensa di frutta, tutta turgida. Presente, sale bello gagliardo. La bocca non tradisce le aspettative. Pera ricca e gustosa per un ritorno di buona omogeneità naso-bocca e vivacità acido-sapida.

Fiano di Avellino Alimata 2011, Villa Raiano: Ha tutta la frutta giovanile, sentori di nocciola ed un naso che pian piano si apre ad una buona complessità. Promette una lunga vita questo vino con la sua struttura composta. Buon equilibrio e mineralità. Parla di una certa sapidità e freschezza.

Fiano di Avellino 2011, Vigne Guadagno: Tutto giocato sull’estrema freschezza e sapidità. Vibrante, è di beva agile e godibile, da finire tutto. La bocca c’è e come!

Fiano di Avellino Pietracalda 2011, Feudi di San Gregorio: Colore chiaro chiaro e luminosissimo. Naso dritto, composto, ben fatto e di mestiere. La bocca calda trova  freschezza ed equilibrio in un sorso interessante. Buona serbevolezza.

Fiano di Avellino 2011, Fonzone Caccese: Prima volta al cospetto di questo fiano. Buono, bella acidità, sapido. Tanti fiori, erbette ed un palato che invoglia al sorso. Una di quelle bottiglie da regalare, da bere senza pensieri, da godere in compagnia. Bene così.

Cambio di annata e via verso la 2010, cominciando con una bottiglia pazzesca e proseguendo con stile.

Fiano di Avellino Vigna della Congregazione 2010, Villa Diamante: Siamo di fronte a un vino di gran carattere. Concentrato, ha dalla sua una bocca freschissima, sapida, territoriale, con un naso mai banale, intenso e coinvolgente. Grande estrazione ed uno scheletro solido per portare tutta questa struttura.  Ottimo.

Fiano di Avellino 2010, Rocca del Principe: Compostezza, coerenza naso-gustativa, buona freschezza e pulizia. Una 2010 presente , che precorre una strada territoriale e tipica. Se questo è poco!

Ed anche il Fiano di Avellino ha parlato di sé , attraverso i quasi 40 bicchieri che BianchIrpinia c’ha regalato. Si chiude così un quadro ricco e sostanzioso di questa bella terra tanto vocata.


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