BianchIrpinia: i migliori Greco di Tufo e altri bianchi

Pubblicato in: Verticali e orizzontali

di Sara Marte

Ore 10:00. La sala pian piano si riempie presso La Locandina ad Aiello del Sabato. Diana Cataldo e Massimo Iannaccone, gli organizzatori, ci accolgono per questa 5 giorni tutta dedicata ai bianchi Irpini. BianchIrpinia, appunto, ha avuto inizio e le bottiglie di questa terra così vocata si presentano ai numerosi giornalisti, blogger e specialisti del settore. Si comincia con il greco di Tufo, quasi esclusivamente 2011, grande protagonista, assieme ad una carrellata di falanghina, coda di volpe e per la sezione “Altri Bianchi” il Greco Musc’ di Contrade Taurasi ed il Campanaro di Feudi di San Gregorio. Mai più diversi! Poco più di 40 i bicchieri in degustazione.

La squadra dell’AIS- Delegazione di Avellino segue con attenzione ogni degustatore. Scegliamo così i bicchieri preferiti in questa lunga cavalcata.

Cominciamo con un po’ di semplicità, freschezza e spensieratezza. Vini che onestamente gradisco molto perché fanno compagnia quando si è in compagnia!

Lo Spumante “Anni Venti” Di Marzo: unico spumante in degustazione, non ho mai nascosto che fosse un prodotto da me apprezzato. Certo è che la sua semplicità, fragranza e bevibilità lo rendono un alleato a tutto pasto. Sempre piacevole.

La Falanghina del Beneventano 2011 Donnachiara: Non l’avevo mai provata ed è del Beneventano, eppure, controcorrente, la scelgo. Buono il livello delle falanghina, tutti i bicchieri di grande freschezza e bevibilità, ma questo, pulito e senza fronzoli, ha una linea naso-bocca molto coerente e gustosa. Piacevole sapidità, lascia il palato rinfrescato.

Difficile scegliere una sola Coda di Volpe che fa squadra a se e che sinceramente si muove molto omogenea e compatta. Quattro erano e quattro mi son piaciute. Passati dal colore chiaro chiaro e trasparente della falanghina, questa botta di giallo dorato è subito evidente. I bicchieri parlano di una certa struttura che, infatti, non viene disattesa all’assaggio.

Irpinia Coda di Volpe Bianco di Bellona 2011, Tenuta Cavalier Pepe: il naso sale verticale e fresco, seppur non troppo complesso, ha un suo buon equilibrio. La bocca è calda e sapida. Si muove con una certa ampiezza per un finale ammandorlato e abbastanza lungo. Giusto.

Irpinia Coda di Volpe 2011, Donnachiara: Il naso di erbette è sì ricco ma con uno slancio di freschezza che riequilibra la percezione pseudocalorica. Non troppo lungo è buono e godibile.

Irpinia Coda di Volpe 2011, Di Prisco: Ancora erbe aromatiche, pesca bianca e mandorla, ha palato medio, non troppo invasivo, governato da una certa acidità ed una buona dose di sapidità. Termina abbastanza lungo e decisamente fresco.

Irpinia Coda di Volpe Torama 2011, Vadiaperti: Decisamente carico nel colore è di buona struttura. Naso di fortissima personalità ha grande calore e materia. Spinto e avvolgente ha un’ampiezza da campioni.

 

Passiamo ora al fratello maggiore: Il Greco di Tufo.  Possiamo dividere i bicchieri in più strutturati e più diretti e pronti. Ognuno faccia la sua scelta che sta al momento, all’occorrenza e al desiderio.

Partiamo dunque dai più strutturati a scalare.

Greco di Tufo Vigna Cicogna 2011, Benito Ferrara: Un gran bel greco di terra, vero, minerale, masticabile, intenso, purosangue. Buono e ricco.

Greco di Tufo 2011, Bambinuto: Ha una bella frutta croccante, una vena di mineralità che spinge sul fondo e una profondità espressiva di grande materia destinata a durare nel tempo. Freschezza tagliente, bella sapidità. Un grande bicchiere.

Greco di Tufo 2011, Pietracupa: Il naso è abbastanza complesso, gentile, fresco e composto ma è il palato che è sconvolgente. Grande  freschezza, espansione e masticabilità. Sapidissimo e lungo. Un vino che invoglia il sorso, dalla bocca saporita.

Greco di Tufo 2011, Di Prisco: Questa bottiglia non mi stupisce, nel senso che, ad ogni degustazione in qualche modo cade sempre all’impiedi e sapevo l’avrei messa tra le bottiglie preferite. Ottimo, fresco, gustoso, intrigante, interessante, pulito e un po’ piacione. Bevetelo!

Greco di Tufo 2011, Vadiaperti: Fresco, presente, certamente va guardato in prospettiva poiché ha bisogno del suo tempo in bottiglia. Ha un sorso verticale e sapido, bella l’agilità.

Greco di Tufo Franciscus 2011, Cantine Di Marzo: Fa parte della linea “Cantine Storiche”, la linea “alta”. E’ pronto con il suo bel naso di frutta ed un buon tenore alcolico riequilibrato da una certa freschezza e sapidità. La mineralità sul fondo lo completa e parla di un vino ben fatto. Aggiungo una nota sullo Scipio, sempre Greco di Tufo aziendale, che nel suo impatto rustico e un po’ vecchio stile-tradizionale lascia molto colpiti.

Greco di Tufo Terre degli Angeli 2011, Terredora: Vivace, fresco e fiorito ha un buon impatto, una bocca composta e gustosa, lungo, beverino e croccante.

Greco di Tufo 2011, Montesole: Bottiglia senza troppi fronzoli ha un bel colore intenso e luminoso, un buon naso composto, bocca mediamente intensa, godibile e fresca. Giusto e pulito. Buono.

Per un fuori annata ho molto apprezzato il Greco di Tufo 2009 Calafè: Ottimo bicchiere di buona ricchezza, è intenso, ha coerenza territoriale, bocca ampia e sapida. Questo prima di sapere chi fossero, poi, scoprendolo posso aggiungere che il lavoro, l’approccio e lo stile di Benito Petrillo sono, per me, un valore aggiunto.

Ed i Greco sono andati. Ci aspetta il Fiano di Avellino, per queste degustazioni che ci regalano un quadro dettagliato della virtuosa Irpinia.


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