Brunello di Montalcino Riserva 2016: il report completo

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Brunello d iMontalcino - Riserva 2016 - Foto Camigliano Vigna

di Raffaele Mosca

Assaggiare i Brunello di Montalcino Riserva 2016 dopo aver affrontato una degustazione plenaria delle 2017 è stata una passeggiata di salute. C’è veramente poco da dire: queste riserve confermano che è stata migliore annata da inizio millennio, superiore anche all’osannata 2010. Chi ha prolungato l’affinamento botte e in bottiglia senza strafare ha prodotto, nella maggioranza dei casi, vini di assoluto spessore destinati a durare decenni.

Sulla tipologia Riserva, però, vale la pena di spendere due parole, perché sta vivendo un periodo convulso. Tante aziende hanno rinunciato a produrla e l’hanno rimpiazzata con altre etichette haut de gamme. Le ragioni della scelta sono molti semplici: la prima e più importante è il successo dei Brunello da singola vigna, che hanno scalzato questa categoria apicale, facendo incetta di premi e di encomi della critica internazionale. La seconda è che le annate adatte alla produzione della Riserva sono sempre di meno: con il cambiamento climatico si tende a perdere il frutto, la freschezza già nel Brunello base, figuriamoci in un vino che per disciplinare deve stare più tempo a riposo.

 

La 2016, però, ha date acidità sostenute, integrità di frutto, e proprio per questo le riserve 2016 sono particolarmente convincenti. Di vini stanchi, un po’ eccessivi, con toni ossidativi e sorsi poco scorrevoli, ne abbiamo trovati molti meno che nelle annate precedenti. Semmai il problema delle riserve 2016 è che, proprio in alcuni casi, appaiono paradossalmente meno concessive dei Brunello d’annata, ma questo è un problema passeggero – legato anche all’assaggio in anteprima- e, in prospettiva, potrebbe essere un punto a loro favore.

Un capitolo a parte è quello relativo alle “Super-riserve” (o Gran Riserve, utilizzando un termine diffuso in Spagna), ovvero le versioni tenute da parte per cinque o dieci anni in più del previsto . A Barolo se ne producono già parecchie – anche se in pochi esemplari – ed esiste già una cerchia di aficionados alto-spendenti che le scelgono per risparmiarsi la briga di tenere in cantina le annate più giovani. A Montalcino, invece, si contano ancora sulle dita di una mano, ma il Dieci Anni de Le Chiuse, presentato assieme alle 2016, ci dimostra che è una strada che vale la pena di percorrere.

Ecco tutti gli assaggi del Brunello di Montalcino Riserva 2016

 

Agostina Pieri

Scuro e fumoso, cioccolato, terra bagnata, more e fiori blu. Succosità classica dell’annata e qualche ritorno terragno, tannino perfetto e ritorni balsamici che illeggiadriscono la progressione. Notevole.

Albatreti

Accenti di terziari di tabacco, caffè e liquore ai mirtilli. Largo e piuttosto caldo, con tannino ben estratto e finale ampio, ma un po’ evoluto.

Argiano

Chinotto e sandalo, macchia mediterranea e cenno floreali, radici, sottobosco. Potente e maestoso, tannino virile e rimandi al sottobosco, acidità intonsa e cenni mentolati nella chiosa precisa e raffinata. Eccellente.

Banfi – Poggio alle Mura

Cioccolato e vernice, vegetazione bruciata, qualche tono ossidativo. Tannino che copre il frutto e vaghi ritorni floreali, finale di buona durata, ma un po’ polveroso.

Camigliano Gualto

Alloro e muschio verde, ruggine, pasta di olive e arancia sanguinella, humus, un accenno di violetta. Impostazione ugualmente mediterranea in bocca, dove la solarità del frutto caldo, ricco, la fa da padrone. Lo sviluppo è cremoso, avvolgente, con tannino di buona presa e ritorni affumicati speziati nella chiusura vivace e accattivante. Ottimo.

Campogiovanni Quercione

Bosco e cioccolato, tocco di tostatura da rovere che non infastidisce, nocciola, tabacco, cioccolato fondente. Impostazione scura e massiccia prontamente confermata dal sorso, giuggiole e composta di mirtilli a dare succosità, spezie e ritorni ematici nel finale coerente con tutto il resto. Molto bene.

Canalicchio di Sopra

Austero e scuro, con pelliccia, cacao amaro, legno balsamici, mirtilli in composta e  nocciola tostata. Ampio e alcolico, ma con energia di fondo che calibra la concentrazione importante. Tannino ben gestito, finale scuro di frutti neri maturi e cacao in polvere. Molto buono.

Capanna

Ematico e cupo: la materia è tanta, ma fatica ad espandersi. In bocca è sempre serrato, ritroso, ma più leggibile. Tannini poderosi danno sostegno alla progressione carica di frutto e di ritorni boschivi, con finale rinfrescato da un guizzo d’arancia sanguinella. Non facile da interpretare, ma promette bene.

Caparzo

Anice stellato, pastiglia alla viola, spezie dolci, more e gelsi. Molto fluido e longilineo per essere una riserva, con rimando speziato che dà brio e balsamicità soffusa, tannino fitto ma ben intessuto nel corpo e ritorni agrumati che rendono il finale molto dinamico. Ottimo.

Caprili Adalberto

Restio sulle prime, schiude in sequenza viola appassita e carne cruda, legno arso, timo e alloro. Il tannino è impetuoso, ma ben gestito; acidità e spinta salina mettono in moto la massa e scemano nell’allungo di ottima durata. In fase di assestamento, ma la stoffa è quella giusta.

Casanuova delle Cerbaie – Vigna Montosoli

Vegetale e bacche rosse, fiori appassiti, sottobosco. Sorso un po’ scomposto, con frutto discreto e ritorno selvatico, finale leggermente impreciso.

Corte Pavone Anemone al Sole

Animale e mallo di noce, carne grigliata, legno arso, spezie e cumino. Sorso coerente, non troppo massoso, con guizzo d’arancia rossa e tannino ben dosato, dinamica interessante e finale lungo e coerente. Molto buono.

Cava d’Onice

Sandalo e macchia marina, violetta,ribes rosso e visciola. Serrato, austero, con tocco floreale e frutto misurato, profondità notevole ma ha bisogno di un po’ tempo per integrare tutte le componenti.

Castello Romitorio

Cioccolato amaro, mentolo, sandalo e more. Compostezza e tannino fitto, cremosità sul fondo. Serio ed equilibrato, ma appena segnato dall’apporto del legno che andrà ad integrarsi.

Castiglion del Bosco – 1100

Sambuca e lavanda, violetta, mirtilli e giuggiole, incenso ed eucalipto a profilare un naso veramente coinvolgente. Materia sontuosa e guizzo sanguigno a contrasto, eco balsamica che dà soavità e piacevolezza all’insieme e finale garbato, suadente, molto lungo. Eccezionale.

Ciacci Piccolomini – Santa Caterina d’Oro

Bosco e toni animali – quasi cinghiale in dolceforte –  mela rossa e mentolato, sambuco, finocchietto selvatico. Polpa ricchissima e tannino forte a contrasto, salinità vigorosa, potenza magistralmente gestita. Finale notevole su toni di arancia sanguinella. Eccellente.

Col di Lamo

Mela rossa, lamponi maturi, il solito bosco e un cenno di spezie dolci. Cremosità evidente e tannino di media presa sul fondo, macchia mediterranea e ritorni balsamici, finale avvincente su toni piccanti che lo rendono particolarmente sfizioso. Ottimo.

Cortonesi – La Mannella

Frutto insolitamente maturo – marasca, prugna – poi incenso e alloro, maggiorana, dolcezze tostate. Molto ricco e avvenente, con parte speziata da rovere in bella vista, tannino docile e freschezza che ravviva la massa, finale lungo, ma un po’ monocorde sul frutto. Decisamente moderno.

Donatella Cinelli Colombini

Cioccolato cardamomo e sandalo, radici e fiori di sambuco. Voluminoso, con ingresso morbido e tannino reattivo, qualche nota tostata che arrotonda l’allungo non infinito, ma di bella pulizia. Valido.

Elio Palazzesi Colleceto

Finocchietto e tocco vegetale, rabarbaro, radici. Sapido e succoso, longilineo, ma appena carente di ampiezza nel centro bocca e un po’ frenato in chiusura.

Fanti – Vigna Le Macchiarelle

Origano e e sambuco, pastiglia alla viola, peperone crusco, tamarindo. Carico di frutto, con tannino di media presa, qualche cenno animale, finale appena rugoso e un po’ impreciso.

Fattoria dei Barbi

Criptico e fumoso, con lampi di frutto rosso e viola mammola, erbe silvestri. Tannino spigoloso e frutto in sordina, progressione lievemente arcigna che, però, lascia intuire una discreta materia. Da riprovare tra qualche anno.

Fattoi

Catrame e radici, erbe officinali, bacca di ginepra. Non proprio espansivo, ma snello e dinamico con sprint acido di fondo, tannino ben estratto, finale un po’ impreciso.

Fornacina

Creme de cassis e tostatura lieve, selvatico, spezie dolci e humus. Ingresso carico di frutto, concentrazione notevole, ma anche buona acidità a supporto e spinta ematica che ravviva il finale. Non un campione, ma piacevole ed equilibrato.

ll Poggione

Tabacco, origano, fruttini rossi e sottobosco sullo sfondo. Progressione fluida con tannino ben incorporato, macchia mediterranea in crescendo che vivacizza lo sviluppo e finale coerente cadenzato da ritorni di spezie e arancia sanguinella. Molto buono.

Innocenti

Caffè e cenno animale, finocchietto, marasca e menta. Tannino un po’ bizzoso e ritorno tostato, sorso non finissimo, ma scorrevole, con finale di buona persistenza su toni di nocciola tostata e legno arso. Valido.

La Lecciaia

Giuggiola e mora, cappero, salamoia,macchia mediterranea. Massiccio e leggermente scoeso, con finale terragno di media persistenza.

La Fiorita

Liquore ai mirtilli e tostature, grafite, visciola ed eucalipto. Moderno, con tanto frutto in apertura, ma anche freschezza adeguata e piglio minerale, rimandi ematici che riecheggiano nella chiusura di buona durata. Molto meglio che in passato.

La Fornace

Ribes rosso e melagrana, incenso e noce moscatacarne cruda e sandalo. Progressione di media struttura, con tannino agile e rintocchi salini, finale carnoso ed equilibrato su toni di nocciola. Buono.

La Magia

Cioccolato e spezie natalizie; tocco di tartufo, caffè e legno arso a profilare un naso cremoso. Bocca ampia e rassicurante, ritmata dal tannino fitto e saporito, forse un po’ monocorde sul frutto nel finale comunque godibile e cremoso con respiro balsamico di fondo. Buono.

La Serena – Gemini

Sottobosco verde e paprika, pot-pourri. Elegante e fascinoso. Appena rustico in bocca, con tannino insistente e ritorni affumicati in chiusura.

Le Macioche

Violetta e iris, cioccolato fondente, susina nera e anisetta. Frutto ricco e tannino pulsante che delinea una progressione centrata, con cenno di rovere da legno che smussa gli spigoli e rimandi alla macchia mediterranea che danno forza al finale energico e accattivante. Molto buono.

La Togata

Cappero e oliva al forno, pepe e finocchietto, liquirizia. Acidità che incalza la polpa fruttata, tannino fitto, bella dinamica non troppo complessa, ma piacevole e centrata. Valido.

Machetti

Indeciso, con lampi di frutto rosso e viola, qualche cenno speziato. Dinamica relativamente semplice, con tannino di media presa e finale coerenti su toni di mirtillo e marasca. Discreto.

Matè

Foxy e ferruginoso, sottobosco, origano e timo. Dinamica centrata: tannino delicato e acidità pimpante, erbe aromatiche ed arancia rossa a profilare un sorso energico e sfizioso. Buono.

Mocali – Raunate

Tocco verde e bosco, finocchietto, ruggine, bacche rosse. Molto fresco con spigoli pronunciati, tannino vispo e lieve tocco vegetale sul fondo, rosmarino e alloro a delineare una progressione di buona piacevolezza. Valido

Musico

Cioccolato e cremosità da rovere, rosa rossa. Moderno, ma equilibrio. Sorso ampio e suadente, con allungo di buon equilibrio e finale di media persistenza.

Padelletti

Frutti di bosco e grafite, sandalo ed eucalipto, nocciola tostata e chiodo di garofano. Grande polpa e tensione di fondo, sapidità che sferza e conquista, ritorni fruttati e balsamici nel finale garbato e profondo. Ottimo.

Palazzo

Caffè in grani e accenti animali, giuggiole, legno arso, balsamico in crescendo. Sorso di gran classe, con frutto ricco, cremoso e tannini serrati, travolgenti. Notevole l’equilibrio tra durezze e parte morbida, soave e di ampio respiro il finale balsamico e floreale. Tra i migliori.

Paradiso di Cacuci

Talco e sandalo, pastiglia alla viola, lampone e ribes, ematico sul fondo. E’ abbastanza longilineo, con tannini incisivi e discreta grinta nel finale di media durata.

Patrizia Cencioni

Caffè e legno arso, carne grigliata, gelatina d’anguria sul fondo. Voluminoso e cremoso, perfino troppo accomodante, ma di bell’equilibrio e soavità complessivamente. Buono.

Pian delle Querci

Creme de cassis e alloro, viola mammola e anice. Valido, equilibrato, ma senza il brio delle migliori 2016.

Pian delle Vigne – Vigna Ferrovia

Scuro e potente: oliva al forno e concia, marmellata di more e cioccolato fondente. Massiccio e imponente, con tannino ben estratto, cenni ematici che danno profondità a una chiosa ben giocata tra frutto, ritorni balsamici e qualche accento boschivo. Molto buono.

Pietroso

Ribes rosso e mirtilli selvatici, carne grigliata, nocciola e noce moscata, liquirizia e spezie orientali in crescendo. Tannino perfetto che dà la terza dimensione a un sorso spettacolare: sanguigno e mentolato, speziato sul fondo e carico di frutto puro, rugiadoso, con finale che ripropone tutti gli aromi in sequenza. Al momento è il vino più compiuto ed ammaliante della batteria.

Poggio Antico

Erbe aromatiche e tocco di cioccolato, scorretta d’arancia candita, dolcezza che va di pari passo con cenni terragni e con un tocco floreale. Sorso coerente con tocco animale di fondo e mineralità intensa, bello sviluppo che perde qualcosa in definizione nel finale comunque corretto.

Poggio dell’Aquila

Alloro, arancia e mirtillo, spezie scure e boiserie. Sorso segnato da qualche cenno di evoluzione che ne frena lo slancio.

Poggio di Sotto

Tabacco e sandalo, lavanda, ginseng, rabarbaro, confettura di lamponi. Parte piano e poi cresce. In bocca evidenzia maturità e ricchezza, allegra speziatura di fondo ed erbe aromatiche, salinità trascinante e tannini fitti, frutto ampio e succoso che profila il finale  non esplosivo, ma di estrema finezza. Ritorno agli standard dell’azienda dopo un 2017 in tono minore.

Poggio Il Castellare
Cioccolato e mirtilli rossi, incenso, qualche cenno floreale a comporre un profilo piuttosto moderno. E’ ampio, avvolgente, con cenno boisè di fondo e acidità che bilancia il corpo, chiusura che torna su note balsamiche e di spezie dolci. Discreto.

Poggio Landi

Legno arso e grafite, balsamicità boisè. L’apporto del legno è un po’ sopra le righe, il tannino asciugante, il frutto evanescente anche nella chiusura su toni balsamici.

Renieri

Cacao e grafite, erbe aromatiche e arbusti spezzati a delinare un profilo austero, ma di gran classe. Sorso potente, travolgente, con tannino arrembante e acidità sferzante, frutto croccante e immaturo che dà pienezza e sfuma nel finale ematico e salato. Eccellente.

Ridolfi Mercatale

Arancia rossa e vetiver, legno arso, tartare, folata balsamica di grande eleganza. Succosità irresistibile e sapidità trainante, rimandi floreali sul fondo che sfumano in un finale aggraziato, di notevole profondità. Eccellente.

San Lorenzo Bramante

Scuro e stratificato: caffè, radici, humus, mirtilli e more immature, cola, cenni affumicati e di tabacco. Dinamica maestosa, sontuosa, tannino poderoso a supporto della progressione imponente, ma non monolitica. E’ un giovincello pimpante, rabbioso con stoffa da fuoriclasse evidenziata anche dal finale lunghissimo su toni di sottobosco e fruttini neri succosi. Capolavoro in fase embrionale.

San Polino

Creme de cassis e pot-pourri, fragola e menta piperita a delineare un naso aggraziato e ammiccante. Impostazione simile in bocca, dove il frutto rosso è centrale, il tannino incide ma non graffia, l’acidità rende fluida la chiusura saporita e coerente. Ottimo.

Santa Giulia

Cacao amaro e sbuffi  mentolati, fiori appassiti, qualche traccia di evoluzione. Frutto in prima linea e poi tannino di media presenza, finale appena monocorde con ritorno di spezia dolce. Discreto.

Talenti

Cenno animale in apertura, poi tabacco e concia, cacao amaro e fumo aromatico, bacca di ginepro. Struttura massiccia e qualche traccia di evoluzione che non stona, tannino appena polveroso che, però, a va braccetto con il frutto ben delineati. Ritorni terragni e speziati in fondo che lo rende godibile dal momento rilascio.

Tassi

Erba aromatiche e cappero selvatico, fuliggine,  ribes rosso e arancia sanguinella. Carnoso, voluminoso e allo stesso tempo suadente, con frutto croccante in bella mostra e ritorni piccanti, finale soave e goloso. Ottimo.

Tenuta Buon Tempo

Stile da quadrante Sud-est con viola e ibisco, tè nero, cenni selvatici e pasta di olive, cappero, ghisa, accenti mediterranei coinvolgenti. Largo e avvolgente, ma con bella verve acida e minerale di fondo; fragola e marasca in prima battuta e poi timo, alloro, pepe bianco, tanni ben estratti, incenso e cenni ematici nella chiusura notevole per equilibrio e sapore. Eccellente.

Tenuta di Sesta

Mirtilli neri e tocco fumè, humus, erbe aromatiche. Morbido e concessivo, tannino mediamente grintoso, finale affumicato di media persistenza.

Tenuta La Fuga – Le Due Sorelle

Incenso e cardamomo, ruggine e mirtilli neri. Sorso snello con contrappunto vegetale di fondo, buona freschezza e scorrevolezza, ma non tanta profondità. Erbe aromatiche e sottobosco verde nel finale di media persistenza.

Terralsole

Cacao e humus, menta, bacca di ginepro, cenno di fiori appassiti. Poi arancia rossa ed erbe aromatiche che conducono il sorso, tannino disinvolto e frutto centrato a profilare una progressione longilinea e godereccia. Ottimo.

Tiezzi – Vigna Soccorso

Naso meraviglioso: scatola da sigari e ciliegia nera, sandalo, legno di rosa, lamponi e mirtilli rossi, macchia mediterranea sullo sfondo. Sorso struggente, saporito di arancia rossa e alloro, con tannino filigranato e rimandi aromatici suadenti, persistenza notevole tra mineralità, bosco e frutto. Eccezionale!

Uccelliera

Liquore al cassis e melagrana, legni balsamici, rosa rossa e lavanda, boiserie e mentolo. Cremoso e spigliato, con alcol percettibile ma ben gestito e tannino insistente, poi viola, pepe, sandalo, tracce ematiche e balsamica nel finale di somma piacevolezza. Favoloso.

Ventolaio

Pelliccia e tocco vegetale, sottobosco, cenno balsamici. Progressione snella con frutto in sordina e rimandi selvatici, tannino insistente, ritorni terragni e speziati nel finale di buona persistenza. Molto classico.

Verbena

Mirtilli rossi e cenno speziato da rovere, rosa appassita e anisetta, acquavite ai mirtilli e carcadé. Appena compresso dal legno, ma fine nella trama tannica e balsamico sul fondo, con finale soave al sapore di creme de cassis. Una Riserva godibile da subito.

Villa Le Prata

Bel naso con incipit animale e legno arso, mela rossa, humus sul fondo. Moderno e carnoso, segnato da rimandi boisè che incorniciano il frutto carico e maturo. La giusta acidità dà sostegno e il finale verte su toni balsamici e floreali. Buono.

 

Bonus track:

Le Chiuse – Dieci Anni 2012

Mallo di noce e radici, sottobosco, viola e Iris, cuoio, sandalo e liquirizia, resina di pino, menta e tabacco da pipa. E’ potente, voluminoso, boschivo ed ematico, con tannino filigrinato, buona acidità di fondo, ritorni di tabacco e di erbe aromatiche che allungano il finale di notevole precisione e profondità. Se fosse un pelino più grintoso, sarebbe un capolavoro assoluto. Resta, in ogni caso, il miglior vino dell’annata 2012 assaggiato fino a questo momento.


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