Cantina Costaripa: la rivoluzione di Mattia Vezzola il signore del rosé che sfida il tempo

Pubblicato in: 100 Best Italian Rosè

Costaripa Mattia Vezzosa dal 1928

Via della Costa n.1/A
Moniga del Garda – Brescia

Telefono: 0365 502010

info@costaripa.it

di Antonella Amodio

Nel panorama del vino italiano c’è un nome che risuona con la forza innovatrice nella storia del rosé: Mattia Vezzola. Enologo, visionario e custode del tempo, ha saputo elevare la Valtènesi a territorio simbolo di eleganza e longevità. È grazie al suo lavoro se oggi il rosè di questa terra non è solo espressione di immediatezza e freschezza, ma anche di profondità ed evoluzione nel tempo. Sono anni che noi di 100 Best Italian Rosé divulghiamo la cultura del bere rosa, raccontando un mondo tanto affascinante quanto complesso, le cui origini si perdono ben oltre quanto spesso si creda. I francesi, si sa, hanno saputo imporre la loro scuola, ma in Italia non mancano territori vocati, vitigni identitari e uomini che hanno creduto nel potenziale del rosé ancor prima che diventasse tendenza. Mattia Vezzola ha trasformato il “bere rosa” in una filosofia di vita. Alla guida di Costaripa, la cantina fondata dalla sua famiglia nel 1928, con il suo lavoro ha dimostrato che il rosé può possedere eleganza di un grande bianco e profondità e longevità di un rosso capace di attraversare il tempo.

Costaripa Mattia Vezzosa dal 1928 e il territorio Valtènesi

La storia della famiglia Vezzola comincia nel 1928, quando il nonno di Mattia avvia la sua attività vitivinicola a Moniga del Garda, nel cuore della Valtènesi. Da allora, la cantina Costaripa è diventata sinonimo di eccellenza gardesana, producendo oggi circa 400.000 bottiglie l’anno da 60 ettari, da uve Groppello, Marzemino, Sangiovese, Barbera, Trebbiano di Lugana, Chardonnay e Pinot Nero. A Moniga del Garda, nel 1896, si sperimentò per la prima volta in Italia la vinificazione in rosé, dando origine a un vero e proprio stile di vita legato al “bere rosa”.

Valtènesi è l’area centrale e prevalentemente collinare della Riviera del Garda, dove tradizionalmente viene coltivata la varietà più tipica di queste campagne, il groppello (nei due biotipi “gentile” e “di Mocasina), patrimonio esclusivo della sponda occidentale del lago, che concorre con un minimo del 50% alla Doc Valtènesi, e la restante parte sono vitigni a bacca rossa idonei alla coltivazione nella Regione Lombardia ed iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite. La Doc è stata ufficialmente riconosciuta nel 2012. Il territorio per la produzione si estende tra Desenzano e Salò, toccando 16 comuni, in un anfiteatro morenico di 67 tipi di suolo baciato dal Lago di Garda. Una terra dove le 3.000 ore di sole annue, i terreni glaciali e le brezze del lago creano un microclima “sub-mediterraneo” irripetibile.

La filosofia dell’affinamento

Mattia Vezzola ha rotto gli schemi di un settore che per troppo tempo ha associato il rosé alla gioventù e alla freschezza immediata. Con le sue etichette RosaMara, Molmenti e PalmArgentina (quest’ultima in versione vino dolce), ha dimostrato che il rosé può invecchiare. I suoi vini col trascorrere degli anni, assumono sfumature complesse, profumi che attraversano il tempo senza perdere vitalità. Una filosofia di lavoro e di concezione che Vezzola sintetizza così:

“Il rosé deve maturare, non invecchiare. Deve imparare a raccontare se stesso. Nel 2009 assaggiai un rosato vendemmia 1999 della Rioja, in perfetta forma. Era appena stato messo in commercio, dopo 4 anni di botte e 6 di bottiglia. Fu la svolta per me”.

I rosé di Costaripa sono prodotti da vigne posizionate nelle zone pedecollinari meglio esposte al sole del mattino. Il mosto resta a contatto con le bucce solo il tempo necessario per estrarre dall’uva aromi, struttura e sali minerali. Il cuore della vinificazione è la tradizionale “vinificazione a lacrima”, che consente di ottenere solo il mosto fiore con l’azione della gravità, senza forzature, restituendo ai vini una grande nitidezza. La fermentazione e l’elevazione avvengono in piccole botti di rovere bianco. Segue poi un lungo affinamento prima della commercializzazione.

Mattia Vezzola ha saputo reinterpretare il profilo sensoriale del Valtènesi Rosé, rendendolo unico e contemporaneo, e la sua filosofia resta un faro: credere nella longevità del vino rosa, nella pazienza dell’affinamento e nel rispetto assoluto per il territorio. Il risultato è un bicchiere che racconta un luogo, un’idea precisa: quella che nasce dal tempo e dalla costanza. L’eleganza innarrivabile del rosé Costaripa Mattia Vezzola dal 1928, è uno stile di vita, quello che la famiglia Vezzola ha scelto e coltivato da quasi un secolo.

Durante la degustazione al Ristorante Atto di Vito Mollica, a Firenze, dedicata ai vini Costaripa, quattro annate di rosé hanno raccontato meglio di ogni parola questa filosofia: RosaMara Valtènesi Rosé 2024 e 2020, e Molmenti Valtènesi Rosé 2019 e 2011. Un viaggio nel tempo, un crescendo di raffinatezza e profondità, e non ultimo, vini gastronomici capaci di accompagnare i più diversi piatti.

RosaMara Valtènesi Rosé 2024 e 2020

Groppello Gentile 50 %, Marzemino 30%, Sangiovese 10 %, Barbera10%, uve che crescono in parcelle di origine morenica, con presenza di ghiaia e argilla. La 2024 ha nuance rosa tenue, luminoso. Olfatto integro di pompelmo rosa, ciliegie e piccoli frutti rossi. Sorso agile, fresco e sapido. Un vino giovane, con acidità viva e da guardare in prospettiva. Il colore della 2020 è rosa cipria, brillante. Al naso le note di salvia, rosmarino e buccia di mandarino, rimandano in un secondo momento a piccoli frutti rossi. All’assaggio è ampio, setoso e salmastro. Chiude con persistenza.

Molmenti Valtènesi Rosé 2019 e 2011

Molmenti è dedicato a Pompeo Gherardo Molmenti, ideatore nel 1896 del Chiaretto di Moniga. Matura due anni in tonneaux e tre in bottiglia prima di arrivare sul mercato. Le uve provengono da un vigneto di 60 anni. Groppello Gentile al 50%, Marzemino al 30%, Barbera al 10% e Sangiovese al 10%: un equilibrio di varietà autoctone e complementari che esprime l’identità più autentica della denominazione. Non viene effettuata malolattica. Nella 2019 il colore è rosa salmone, luminoso. Il bouquet olfattivo ricorda la frutta secca, la castagna, gli agrumi canditi e il miele, mentre il sorso ampio, teso e fresco è lungo e persistente. L’annata 2011 è un vero monumento alla completezza del rosé. Intanto il colore rosa salmone intenso che vira sul  bronzo. I profumi ricordano note di caramella mou, tè, humus, iodio, nuance fumé e accenno di idrocarburi. È il sorso che manifesta la sua ottima forma con la freschezza, la nota salina e il nerbo acido ben in evidenza che lo proiettano nel futuro. Un vino monumentale, un rosè di 14 anni che sfida il tempo e che ha ancora tanto da dare.

Il Valtènesi Rosé di Mattia Vezzola è la rivoluzione, è la visione di un enologo che ha trasformato il rosé da vino d’estate a vino d’autore.

I piatti del Ristorante Atto Vito Molloca 

Le annate in vendita sono Molmenti Valtènesi Rosé 2019 e RosaMara Valtènesi Rosé 2024

 


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