Osteria del Borgo a Cesano di Roma, il fuoriporta imperdibile della Capitale. Nuova chiocciola Slow Food

di Virginia Di Falco

«L’Osteria del Borgo è la nuova chiocciola di Roma per la Guida delle Osterie 2015». La notizia, unitamente alla rubrica di Antonio Scuteri su Repubblica che raccontava di fagioli di Sutri con le cotiche valevoli la trasferta a Cesano (circa 40 km dal centro di Roma) mi hanno convinta a provarla nel classico fuori porta domenicale.

Intanto, il borgo del nome è davvero un borgo. Una vecchia fontana, la chiesetta, qualche palazzo d’epoca e alberi secolari. Certo, sarebbe molto più bello se il parcheggio delle auto non ingoiasse completamente la bella piazzetta, ma tant’è.

L’Osteria, invece, ha conservato intatta l’atmosfera di una volta, così come gran parte degli arredi. E’ qui, infatti, da 85 anni, con il suo legno scuro, il camino di pietra nella sala centrale e i tanti ricordi alle pareti. Nulla di artificiale e artificioso e un’impressione di genuinità che accompagna dall’inizio alla fine, anche negli affollati pranzi della domenica.

Accoglienza schietta, servizio che resta comunque professionale e, soprattutto, mano ben salda in cucina, ancorata con convinzione alla tradizione romanesca e ai prodotti migliori del territorio laziale.
Difficile non cominciare con il loro tagliere di salumi e formaggi (imperdibile, ad esempio, il caciofiore di Columella, presidio Slow Food) anche se il consiglio è di provare di tutto un po’, con il loro antipasto misto: la piccola parmigiana di melanzane, gustosa e di molto alleggerita; la trippa alla romana; i fagioli di Sutri con le cotichelle effettivamente da bis; crostino di cacciagione. Tutti sapori veraci e robusti e, soprattutto, immediati: nessuno avrà bisogno di interpreti o traduttori.

Eseguiti a puntino i primi piatti più popolari della cucina romana, dalla cacio e pepe ad una amatriciana veramente notevole, in una versione carica ed equilibrata al tempo stesso. Classiche le fettuccine ai funghi e buoni persino i rigatoni al sugo di pomodoro semplice, a testimonianza di una scelta di materie prime e prodotti selezionati con accortezza.

Tra i secondi si distingue per la carne tenera e la cottura indovinata il cinghiale in umido mentre il piatto meno indovinato è il carrè d’agnello, con una cottura che aveva un po’ penalizzato i suoi succhi e una crosta non convincente. Squisiti i porcini arrostiti, davvero più carnosi di un filetto.

Si chiude con dolci casalinghi come la crostata, la crema catalana o un cremoso tiramisu’.
Carta dei vini  senza grossi guizzi ma che cerca di coprire al meglio il territorio anche con piccole cantine a produzione biologica e con ricarichi più che onesti.

Osteria del Borgo
Via Borgo di Sopra, 21
06 30430023
Aperti a Pranzo e a cena
Chuisi: mai
www.osteriadelborgocesano.it
Menu degustazione a 25 euro. Alla carta sui 35

 


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