Inizia una settimana in Francia, in giro per lo Champagne insieme ad un gruppo internazionale. La partenza non è stata affatto male: a cena a De Venoge, l’antica maison di Epernay fondata nell ‘800 è stata stappata la mitica Louis XV del 1995, il secondo miglior Champagne di sempre secondo Robert Parker. Ed effettivamente ci ha colpito la freschezza assoluta, i sentori di agrumi ampiati dalla nota funé, il miele millefiori e poi sapidità, note iodate, chiusura perfetta e lunghissima. Davvero una grande bottiglia.
Buono ma meno pimpante invece la Louis XV 1996, considerata una grande annata. Le note ossidative hanno reso sicuramente il vino più complesso ma ne hanno diminuito la vigoria, soprattutto se rapportato al precedente. Amche qui agrumato, buon corpo. Il Louis XV è ottenuto per metà da uve pinot noir e chardonnay.
Infine l’evento in cantina, con l’apertura dell’ultima magno 1978 di Chardonnay in purezza. 40 anni fatti respira prima in due brocche e poi versati nei bicchieri. Al naso pompelmo, miele, note di idrocarburi, zafferano. Al palato ancora vivo, con un perlage finissimo, fresco, lungo, di buon corpo. Assolutamente secco (dosage zero) e sapido. Chiusura spettacolare.
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